29 ottobre 2008

Giorni


Sono giorni sgonfi

Di occhi che vogliono stare chiusi

E di foglie che cadono controvoglia


Giorni di pugni chiusi dentro alle tasche

Di pensieri storti e distorti


Giorni di telefoni muti

Di legna tagliata e olive che maturano


Non c’è posto per colori e pennelli

e matite colorate

Non c’è posto per i progetti in avanti


Anche la natura

il mio credo la mia religione

restituisce appena

la violenza che sappiamo usarle.


Raccolgo briciole di sapienza per i giorni lievi

E semino ricordi

Per ricamare il futuro


I giorni per accarezzare i sogni

Sono dietro l’angolo



20 ottobre 2008

Artemisia


[Autoritratto come allegoria della Pittura, 1638-39]

Artemisia Gentileschi, pittrice vissuta tra il XVI e il XVII secolo, sembra essere passata alla storia più per lo scandalo intorno alla sua vita che per le sue doti, il suo talento, la sua coraggiosa dedizione all’arte. Artemisia era figlia del pittore Orazio Gentileschi, allievo della scuola di Caravaggio. E di caravaggesche tensioni sembra essere segnata la vita di questa famiglia. Quando aveva appena 15 anni, Artemisia viene violentata dal suo insegnante di prospettiva (che di anni ne aveva 32). Lo scandalo, all’epoca, non fu tanto lo stupro in sé, quanto il fatto che l’insegnante si sottrasse ad un matrimonio riparatore. E per forza! Non solo era già sposato, ma aveva anche una relazione con la sorella della moglie (cosa che all’epoca era considerata giuridicamente incesto).

Orazio Gentileschi ricorse in giudizio e ottenne il processo.


Come la storia ci insegna, uno stupro reca con sé molte altre offese, altrettanto dolorose e umilianti. Così allo stupro si aggiunse l’altra violenza, quella del processo e a quest’ultima la tortura. Durante il processo, infatti, Artemisia dovette ripetere le accuse sotto tortura che consisteva, secondo un usanza molto in voga in quegli anni, nello schiacciamento dei pollici.

[Susanna e i Vecchioni, 1610]


Ma cosa mai sarà passato in quella giovane mente? Cosa vedevano gli occhi e il cuore di Artemisia che le altre donne, costrette nelle rigidissime regole sociali del tempo, non vedevano?

Cosa hanno trovato gli occhi di Artemisia in quei corpi così sensuali e talvolta così sofferenti?

Quale terrore deve aver provato sottoponendosi allo schiacciamento dei pollici, e rischiando così di compromettere per sempre la sua possibilità di dipingere!


Non a caso quella di Artemisia è assurta, nella storia femminista, a figura simbolo della trasgressione di regole che negavano alla donna qualunque facoltà di espressione, in qualsiasi ambito figuriamoci nell’Arte! Riservata non solo agli uomini ma, all’interno di essi, a pochi eletti.

E Artemisia riprende a dipingere. Dipinge e ottiene, prima donna nella storia, di essere ammessa all’Accademia del Disegno di Firenze. Diventa importante, non solo a Roma ma anche a Londra, dove lavora per l’aristocrazia e la Corte. Dipinge e cambia la sua vita, per necessità, per sfuggire alla sua tormentata vicenda. Si sposa, un matrimonio combinato dal padre. Dipinge e la sua rabbia, il suo dolore riempiono le tele…E il nostro sguardo non può sottrarsi a quella potenza.

[Giuditta che decapita Oloferne, 1612-1613]


La prima volta che ho visto un quadro di Artemisia, agli Uffizi a Firenze tanti anni fa, non solo ne sono rimasta rapita ma ricordo di aver pensato che mai più nella storia ci sarebbe stata una come lei.

Perché gli eventi, se mai si ripetono, portano con sé i mutamenti delle epoche storiche…Quella intensa passionalità si produce solo in determinate condizioni, di lotta, di privazione, di sfida alle regole, di vibrazione pura che nel tempo, mi sa, si va perdendo?


19 ottobre 2008

Ciò che in noi è ferito
chiede asilo alle più minute cose della terra,
e lo trova


[Christian Bobin,da: Presenze]

17 ottobre 2008

Saviano non si tocca!

Voglio una casa,

voglio innamorarmi,

bere una birra in pubblico,

andare in libreria e scegliermi un libro…

Ho solo 28 anni”

Ecco cosa mi è rimasto in testa in questi ultimi giorni. Ecco cos’era che sentivo lì, in un cantuccio, un pensiero rimandato, un ricordo ricacciato..Ecco cosa ha strisciato nei miei pensieri, come una cosa che non viene in mente ma si sa lì in punta di lingua. Parole che non potevano essere ignorate. E infatti non lo sono state. Tutti si sono precipitati, dal Capo dello Stato al Presidente del Consiglio al sindaco di Roma, ad esprimere sdegno e unanime apprezzamento per il giovane scrittore che si è immolato per denunciare troppe cose.

Ricevo da Baldo e volentieri pubblico quello che segue

Cronaca di una morte annunciata ( a Roberto Saviano)


E’ questo il paese in cui vivo, ed è solo un caso se al suo posto non ci sono io.

Ho il mio posto fisso, la mia casa, gli amici, gli affetti, una moto.

E nessuno, finchè mi faccio i cazzi miei, mi minaccia.

Ho indignazioni che durano 5 minuti, e rabbia a un tanto al chilo.

Faccio la raccolta differenziata: qui i buoni, là i cattivi

Qui la mia vita, là quella degli altri

Ho denti da lupo se devo difendermi, se toccano la terra della mia vita

O quella di chi amo.

So che dove abito esistono mafia e camorra, con altri nomi

Gente che non ha necessità di sparare

E che può decidere di affamarti, di sfrattarti, sfruttarti

Toglierti dignità, smembrare la tua vita

Conosco le loro facce, le vedo sul giornale,

In giro per Sassari.

Li conosco e non li denuncio.

Ladri piccoli e grandi

Puttanieri di varie misure

Menefreghisti a tempo pieno.

Non li voto, non voto più nessuno di questi cadaveri

E questo non mi assolve

Gli lascio costruire le loro fortune e quelle dei loro figli

E so che da qualche parte hanno rubato sangue

Ossa e carne

E questo non mi assolve

Dovrei lasciarli sfrattati, rubati, disperati

Li lascio liberi, sorridenti

Intoccati dal mio disprezzo.


……il poeta faccio,

e voglio la pace nella mia casa

per dimenticare la guerra

nelle case degli altri;

la quiete nella mia casa

per dimenticare il terremoto

nelle case degli altri:

sono un cane della vostra razza!

Non mi manca niente,

non desidero niente;

solo una corona

per recitare il rosario la sera,

e non c’è nessuno

che me la porti di filo di ferro

per impiccarmi a un palo!........


[Ignazio Buttitta “U Rancuri”]

14 ottobre 2008

Lettera a Enzo

Questa mattina ho ricevuto questi pensieri da un poeta che mi è mancato tanto e che ora ritrovo...E sono oltremodo contenta che Enzo trovi il suo piccolo posto in questo piccolo spazio mio. Grazie Bà

Lettera a Enzo


Siamo qui, una panchina sulla scogliera.

Io con un sacchetto di parole rotte, tu con la tua eterna Odissea.

Sono vedovo d’amicizia, fratello, e menomato nella vita.

Tu, leggero e interessato a fiumi intorno, come sempre.

Ci cercano ancora i visi conosciuti, i corpi scoperti, le labbra che ci hanno dissetato.

C’è aria di vento davanti questo mare e magari tu ci nuoti dentro

Non io che di mare mi riempio solo il cuore, gli occhi

Sono tempi di troppe parole, di scarsi silenzi

Di poco coraggio

Giorni in cui altri lavorano per apparire

E questo mi sforna malinconia e fatalismo.

Faccio quel che posso, quando posso

E mi sporco ancora di sangue e respiro

Di noia e incerta rassegnazione.

Vedo le tue spalle dritte e a me a volte mi scricchiola la schiena

Il tempo non ti ha offeso

I tempi, quelli si.

E che dirti di chi amo

Di quella sorgente sincera che tu conosci

Della donna forte e pulita a cui ti ho raccontato

Ho lei dentro, acqua mischiata, mentre ti siedo accanto

Conchiglia di sesso e sapori marini

Femmina e vita.

E tu che donna custodisci

Che donna guardi dentro questo mare?

E’, come la mia, fatta di occhi riempiti di schiuma d’onda?

E il suo sorriso ti abbraccia il cuore?

Di quello e d’altro si parla tra noi

E del cielo che si cuce il mare, lontano

E del sole che continuiamo a portarci in regalo

Anche adesso.

Dentro i nostri devastanti, allegri abbracci


[ Baldo ]



9 ottobre 2008


«Certe volte, le persone pagano con la vita il fatto di dire ad alta voce ciò che pensano».
[Anna Politkovskaya]



Fra pochi giorni, il 15 ottobre, si aprirà il processo per l'omicidio di Anna Politkovskaya.

Che non era solo una grande giornalista, non era solo una instancabile voce critica nei confronti del Cremlino, e della politica interna di Putin...

Era soprattutto una grande combattente per la difesa dei diritti umani, non solo di quelle popolazioni della Cecenia con cui si era schierata. Era una donna coraggiosa e libera.

E questo dovrebbe inorgoglire tutti, tutta quella parte di umanità che da queste figure, che purtroppo divengono eroiche, e dal loro agire, si sentono rappresentate.

Già uno degli imputati per il suo omicidio, un ex funzionario dei servizi segreti, si è visto tramutare l'accusa nei suoi confronti:

da concorso in omicidio in estorsione e abuso di potere.

A volte si sa già come andranno le cose.

A volte i processi di questo tipo sono scenari che abbiamo già visto.

Ho letto che a Mosca l’altro giorno sono scese in piazza circa 200 persone per ricordarla, un po’ pochine però…Mentre al Tg nazionale ho seguito un’intervista ai passanti, gli veniva chiesto, mostrando la sua foto, “sapete chi è questa donna?” e la maggior parte di loro non lo sapeva, uno ha addirittura risposto “Mah! Una con gli occhiali”


5 ottobre 2008

...autunno...




Con le giornate che si accorciano

le mele raccolte
e stese a profumare

Col profumo della legna che arde
Con le ore corte
dentro spazi chiusi
è dentro se stessi che
si torna

E anche i pensieri sentono i brividi
e vogliono starsene al calduccio