28 febbraio 2009

...di fiore in fiore...

Era primavera, sempre.


Quando le prime giornate di sole deciso sembrano ricordarti di avere un corpo, tenuto nascosto e soffocato dalle coltri invernali.

Qualcuno va via sbattendo la porta

Qualcuno lascia la porta socchiusa e tanti pezzetti di cuore

Sparsi qua e là

Chi resta, alfiere di una scacchiera vuota, Resta.

Indomito.

Ad osservare quel vuoto senza cercare di riempirlo.

Va bene così.

Chi resta è come il fiore dell’albicocco:

deliziato di esserci passando inosservato.

Chi mai ha scritto odi e versi al fiore dell’albicocco?

Fiori rosa fiori di pesco. Fiori d’arancio. Fiori di mandorlo. Fiori di ciliegio per i giapponesi…


Il fiore dell’albicocco è fiero di esistere e resistere,

insieme agli altri, nella sua bellezza solitaria


22 febbraio 2009

i libri viaggiano...

Masha Hamilton, La biblioteca sul cammello, Garzanti, 2007


Qualche tempo fa, ricordo di essermi imbattuta in un sito che riportava solo buone notizie. Come a dire che di brutte ce n’è sempre troppe e alle belle non facciamo caso.

Per questo voglio parlare oggi di un bellissimo progetto raccontato nel libro La biblioteca sul cammello della scrittrice americana Masha Hamilton.

Il progetto, avviato una decina d’anni fa in Kenia, è nato per combattere l’analfabetismo nelle zone dell’entroterra, e prevede appunto una biblioteca allestita nel deserto.

Dal lunedì al giovedì una carovana costituita da:

tre cammelli

4 scatole contenenti circa trecento libri

una tenda, due sedie, un tavolo e un ombrellone

la bibliotecaria Fiona, due assistenti e un mandriano

parte per raggiungere le tappe designate. Una volta arrivati, i libri vengono sistemati in terra su un lenzuolo e da questa postazione si offrono tutti i servizi di una vera e propria biblioteca.

Dal lunedì al giovedì, perché durante il fine settimana i cammelli vengono lasciati liberi e assistiti dai veterinari.

In una recensione al libro, Elisabetta Roncoli scrive:

“Bisogna riconoscere chi lavora per realizzare progetti del genere, perché lì stanno di casa tutte le possibilità di buono esistenti: la pace, la tolleranza, la definizione di progresso e civiltà, la contrapposizione tra vuoto e pieno, di menti e di pance, se mai tutti saranno in grado di scoprire dai libri cosa fare per sopravvivere.”

Così questo progetto, che ha in sé lo spirito giusto dello stare al mondo, intreccia gesti libri occhi e menti di chi non potrebbe, altrimenti, neanche immaginare che cosa sia una biblioteca. Così il sapere viaggia, non conosce ostacoli, arriva a chi ne ha diritto, raggiunge i dimenticati.

Perché “la potenza della parola scritta si può interpretare e portare dentro di sé sempre” scrive Elisabetta Roncoli.

Di queste esperienze possibili dobbiamo riempirci le menti, anche a queste possibili soluzioni per combattere (insieme all’analfabetismo) l’indifferenza e l’ignoranza dobbiamo legare i nostri pensieri. Per non assuefarci alle brutte notizie, per non farci sopraffare da tutto il marcio intorno.


dedico questo post a Marina, che sa far viaggiare la parola scritta

20 febbraio 2009

Il giorno seguente l’esito delle elezioni, mi guardavo intorno con uno sguardo diverso…uno sguardo che non mi appartiene, quasi sospettoso…Cercavo di capire dall’espressione dei visi da che parte stavano…Chi sorrideva mi sembrava un traditore, (della serie “non c’è un cazzo da ridere”), e provavo pena per chi si aggirava smarrito senza neanche decidersi su quale quotidiano comprare, da chi accettare di essere analizzati…Mi viene l’impeto di scrivere, in un momento in cui dovrei dedicarmi ad altro…ma sento l’urgenza di fermare i pensieri, sento il bisogno di trovare la parte terapeutica della scrittura…Anche se vengono fuori dei piagnistei, anche se è un piangersi addosso di cui ci siamo stancati, e da parecchio. Pensavo che non sarei riuscita a scrivere una riga di questi risultati elettorali da brivido. Mi sento svogliata e triste, più di altre volte, più di questi ultimi 15 anni. Ci sono momenti in cui le analisi lasciano il tempo che trovano, momenti in cui è troppa la forza negativa di quello che senti, non ti interessa più sapere, capire, conoscere…vorresti andare oltre.

E me ne frego di essere tacciata di idealismo e (quindi?)di ingenuità…io ci credevo alla mia gente, non avrei mai creduto che il popolo sardo, che ha nel dna la lotta e la resistenza, consegnasse l’isola a chi già mostra a livello nazionale le sue vere intenzioni. Sono i compagni venduti al benessere che hanno tradito. Sono i compagni ai quali Soru aveva toccato i privilegi, aveva negato la possibilità di abusi edilizi e di cementificazione delle coste. C’è da giurarci, le prime cose che farà il nuovo governatore-pupillo del Padrone saranno: eliminare la tassa sul lusso e cancellare il piano paesaggistico. Così gli imprenditori saranno contenti e Briatore anche.

Ma a cosa ancora possiamo credere?


Ieri siamo stati informati del fatto che tutti gli imputati per l’omicidio di Anna Politkovskaya sono stati assolti… tutti! Gli imputati, perché dei mandanti non si conosce il nome. Che c'entra? C'entra! Tutto c'entra! A cosa credere quando tutto sembra marcio e corrotto?

Al genere umano perduto, per dirla con Vittorini?

E sì che sono un’ottimista!

In ogni caso…mi ha molto colpita, devo dirlo, la mancata solidarietà degli amici bloggers…(a parte pochissimi fedeli)…Forse qualcuno pensa che l’esito delle elezioni regionali in Sardegna sia un fatto isolano?

Me ne torno a riflettere...magari qualche risposta la trovo!

17 febbraio 2009










CHIUSO PER DELUSIONE

15 febbraio 2009

poeti estinti

Io vivere vorrei

addormentato

entro il dolce rumore

della vita

[Sandro Penna, Tutte le poesie, Garzanti, 1970]

11 febbraio 2009

post superfluo

Questa mattina, in fila in panetteria…un signore con barba e capelli bianchi che sembra babbo natale, sentenzia furibondo: “E’ una vergogna! Con tutto il superfluo che c’è oggi, la fame nel mondo non dovrebbe esistere! E che diamine! Crisi? Crisi?…Troppo benessere c’è!”

Ho sorriso intenerita e naturalmente sono corsa col pensiero a tutto il benessere e al superfluo che il signore vedeva..La fame nel mondo l’ho messa da parte per un momento…

Sono una pazza redattrice di liste. Compilo liste di tutto! Così ho cercato tracce di superfluo, partendo dalle cose che nelle mie giornate non possono mancare …

Il caffè al risveglio

Le fusa del gatto e il buongiorno dei cani

La serenità, la motivazione, la buona disponibilità verso gli altri al lavoro

(…il lavoro occupa sempre troppo del nostro tempo ma può essere una buona palestra)

I sorrisi, e più ce n’è meglio è

I quotidiani da leggere

Il silenzio

Le sigarette

Le pagine di un libro

La musica

La cura della posta

Sporcarmi le mani di terra e di colori

La chiacchierata al telefono con mia madre

Se c’è…un abbraccio come si deve

Ormai, la passeggiata nei miei blog preferiti


Forse qualcosa l’ho dimenticata e la lista verrà aggiornata, ma mi rendo conto che, a parte le sigarette (che sono un lusso inutile e dannoso e perciò rappresentano la stonatura del mio stile di vita), non c’è niente di superfluo nelle mie giornate. Conduco una vita semplice senza lussi e senza sprechi. Ma non mi sento migliore per questo, né penso di contribuire a chissà quale causa sociale…Quello che più mi serve è in questa lista, il resto ben venga se vede il mio spirito contento, vade retro se non è così. Cerco di fare le cose che mi piacciono e che mi fanno bene. Cerco di farlo, per disciplina. Perché coltivando con cura il nostro giardino possiamo offrire i più bei fiori.

Quindi ora medito se presentarmi al signore in panetteria come eccezione, come testimonianza vivente che non c’è tutto questo spreco, non dappertutto…O se lasciarlo alla sua giusta indignazione…Penso che opterò per quest’ultima ipotesi, anche perché le persone che si indignano mi danno un perverso piacere.

“Soprattutto di questi tempi, signora mia”

E così…ecco a voi il mio post superfluo!

8 febbraio 2009

armati di impotenza

[Munch, L'urlo, 1893]

Dopo esser stata al sit in di solidarietà con Napolitano, dopo essermi impressa nella mente lo sdegno e l'impotenza della gente che, sfidando il maltempo, voleva testimoniare... dopo aver sentito sopra tutti i sentimenti possibili quello più infido dell'impotenza, ecco, stanotte ho sognato un esodo di massa...milioni di persone che fuggono dal proprio Paese...milioni di persone riprese dalle telecamere di tutto il mondo...milioni di persone che non sanno come far arrivare tutto il proprio incontenibile disprezzo all'omuncolo che straccia la democrazia per imporre la dittatura...Un sogno terribile...Mi sento triste e sempre più sbigottita...

5 febbraio 2009

diritto di cura?

Dalla news letter di Emergency ricevo e di seguito riporto:

Gino Strada: «L'emendamento anti immigrati: una norma stolta prima
ancora che perversa»

A oggi, in Italia, una legge vieta al personale sanitario di
denunciare gli immigrati conosciuti per ragioni di cura, anche se la
loro presenza in Italia non fosse regolare. Un emendamento approvato
al Senato intende sopprimere questa norma. Si metterebbero cosi' gli
individui nella condizione di scegliere fra l'accesso alle cure e il
rischio di una denuncia; si spingerebbe parte della popolazione
presente in Italia nella clandestinita' sanitaria, con grandi rischi
per se' e per la collettivita'.
Si vuole affidare ai singoli medici la scelta se garantire lo stesso
diritto alla cura a tutti gli individui, nel miglior interesse del
paziente e nel rispetto del segreto professionale, oppure se
esercitare la facolta' di denunciare i loro pazienti "irregolari".
Secondo tutti i medici che ho conosciuto e apprezzato, l'unico modo
giusto e civile per fare medicina e' garantire a tutti la miglior
assistenza possibile, senza distinzione alcuna riguardo a colore della
pelle, sesso, convinzioni politiche, religiose o culturali,
nazionalita' o status giuridico. Questo e' il modo in cui Emergency ha
lavorato, per quindici anni in tredici diversi paesi, curando tre
milioni di persone senza distinzioni. Questo e' il modo con cui
continuiamo a lavorare, anche in Italia, nel Poliambulatorio per
migranti e persone indigenti di Palermo.
Anche di fronte all'incivilta' sollecitata da una norma stolta prima
ancora che perversa, sono certo che i medici italiani agiranno nel
rispetto del giuramento di Ippocrate, nel rispetto della Costituzione
e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Nel rispetto,
soprattutto, di chiunque si rivolga a loro avendo bisogno di un
medico.
[News letter di Emergency, n°5 / 2009]