28 luglio 2012

nessuna poesia


Scricciola mia dolce…
come quando siamo innamorati ogni poesia ci parla del nostro amore, così ora
che da te sono sempre, sempre pervasa ogni verso a te mi riconduce.
Anche questo è il potere della poesia.
Combinando sapientemente le parole riordina i nostri sentimenti.
Parla e a volte urla quando noi non siamo capaci di farlo.


Molto spesso in questo blog ho scritto persuasa che la poesia salva la vita.
Una parte di me ancora lo crede… Continuo a farci colazione con i poeti e un sussurro mi arriva sempre…ma, sebbene seguiti a nutrirmene come del latte, la poesia non mi salva più.
Anche se parla per me
Anche se non riesco a farne a meno

E’ proprio come recitano i versi di Adrienne Reich
“stanotte credo che nessuna poesia servirà”.
Stanotte e chissà per quanto nel mio tempo interiore.


Basterebbe forse limitarsi a cercare non più la salvezza, ma un po’ di bellezza e pace, e basta.
 Basta?






19 luglio 2012

in questo afoso pomeriggio estivo


Voglio dirtelo, in questo afoso pomeriggio estivo, che è il dolore a trasformare ogni cosa, quello che sempre aveva avuto un senso col dolore ne assume un altro o mille altri.
Plasma poco a poco, marchia a fuoco, il dolore, si insinua nei legami più stretti e, come una marea nera, inquina le cose.
Perché la dimensione del dolore fa vivere strani, qualcuno diventa sordo impietrito, qualcun altro assorbe tutto come una spugna e amplifica ogni cosa…Ma sembra non esserci scampo.
Non si può cercare un senso, perché a volte le cose hanno smesso di averlo un significato. Che forse…sicuramente torna, sotto altre forme. E alle nuove sembianze occorre abituarsi.
Tuttavia essere sopravvissuti, al contempo spaesati, lacera ed espone a continui ed estenuanti esercizi. Ne prendo atto, sapendo già che è necessario ed opportuno un cambiamento.

“ […] E’ all’atto del cambiamento che rinunciamo – se è possibile dirlo – all’investimento melanconico che non conosce la rassegnazione poiché non accetta la perdita e neanche impara a conviverci. […] “

Da: Manuela Fraire e Rossana Rossanda, La perdita, Bollati Boringhieri, 2008


Mi trovo esattamente in quell’investimento melanconico e quando qualcuno lo dice per me, sembra appagarmi…
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Soave come il pericolo attraversasti un giorno
con la tua mano impossibile la fragile mezzanotte
e la tua mano valeva la mia vita, e molte vite
e le tue labbra quasi mute dicevano cos’era il pensiero.
Passai una notte incollato a te come un albero di vita
perché eri soave come il pericolo
come il pericolo di vivere di nuovo.
[Leopoldo María Panero]

16 luglio 2012

Spot


Finalmente, ogni tanto, uno spot governativo fatto bene ed efficace:
quello della  campagna di sensibilizzazione sui disturbi alimentari.
Non ho ancora capito come mai questo argomento sia di competenza del Ministero per le Pari Opportunità e non di quello per la Salute, ma non fa niente…per una volta è stato realizzato qualcosa di buono e di centrato sul tema.
Mi verrebbe da aggiungere “altro che la campagna di Oliviero Toscani!”…ma lasciamo stare.

13 luglio 2012

piazze


"Sassari dedicherà una piazza a Monica Moretti, la giovane urologa trucidata il 22 giugno del 2002 da uno stalker, dopo mesi di persecuzioni: si era "invaghito" di lei durante un ricovero in ospedale. Grazie Sassari, da tutte le donne.
Che non sia solo un ricordo pietoso, ma un messaggio preciso."


9 luglio 2012

come i salmoni


Ho sempre pensato che i miei elementi naturali fossero la terra, innanzitutto, poi l’aria e il fuoco. Ma non l’acqua. Per anni, in passato, a causa di un trauma non potevo neanche avvicinarmi al mare senza che mi venisse la tachicardia. Poi, tanto amore mi ha guarita.

Ora, da qualche mese, sogno di essere un pesce che nuota nuota instancabilmente e sarà per questo che mi sveglio stanca…

Il salmone nuota e risale la corrente, arriva a percorrere più di 50 chilometri al giorno fino a trovare il fiume dove è nato.

 
Così, come un salmone vorrei essere, possedere il segreto della sua determinazione…
Tenere a mente che questo è il compito…nuotare senza stancarmi, risalire la corrente fino a ritrovare la casa dove il mio essere ha abitato.

7 luglio 2012

Celeri


E’ stato solo per motivi di lavoro, diversamente non credo ne sarei stata incuriosita, che sono entrata in contatto con ACAB (All Cops Are Bastards), il libro di Carlo Bonini sulla violenza e l’odio dei celerini.
Se mai tutto l’orrore che abbiamo intorno non dovesse bastarci, se proprio volessimo infierire sul nostro spirito abbacchiato e spesso vinto…possiamo ricorrere alla lettura di queste pagine che contengono anche brani tratti dalla chat del blog della Polizia di Stato.

Sempre sia reso rispetto al celerino onesto, come a qualunque altro lavoratore che non sia un boia nella camera a gas. Non sto a sentenziare sull’utilità e onestà della categoria, ma con Bonini soffermarmi su quella porzione che chiamano mela marcia e già questo mi mette male: mele marce perché? Forse per farci più schifo? A volte le mele marce continuano ad essere commestibili…

Nel libro di Bonini si può ritrovare quello spirito di gruppo e di appartenenza che ha spinto molti a tacere o mentire sulle violenze pilotate del G8 di Genova e di tante altre manifestazioni.
La macelleria di Bolzaneto e della Scuola Diaz.

All’interno della chat un collega prova a mettere in discussione l’operato delle forze dell’ordine a Genova, e pone delle domande ben precise, chiede se per quelle azioni i celerini onesti debbano vergognarsi ed esecrare le violenze.
“"I colleghi che avrebbero minacciato di stupro le signorine antagoniste meritano la nostra esecrazione, o no?"
Una delle risposte:
“No. Per questa domanda, oltre a valere la risposta sopra, concedimi anche il beneficio del dubbio. Chi prenderebbe seriamente un tentativo di violenza a una capra malata? Il popolo antagonista non brilla certo per l'attaccamento all'igiene! Non credo a quello che, sicuramente in malafede, sostengono questi personaggi!”.
No, decisamente non fa bene questa lettura, come non fa bene la verità, nuda e cruda…si rimane sbigottiti e increduli e alla fine inevitabilmente schifati e inorriditi.

“[…] Quando alcune centinaia di ultras e di autonomi sono schierati a cinquanta metri da te, con spranghe, catene, bombe carta e coltelli, io ritengo opportuno fargli tanto schifo e paura che non devono pensare di poterci attaccare senza lasciarci le ossa! L’Italia non è uno stivale, è un anfibio di celerino.”
(Post nel blog Doppia Vela, 2007)

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Nel frattempo, con la classica tempestività italiana, arriva il 5 luglio la sentenza per le violenze alla scuola Diaz. Una sentenza che vede prescrivere l’accusa per lesioni (le immagini raccapriccianti dei giovani pestati non devono essere state abbastanza eloquenti); i colpevoli verranno interdetti dai pubblici uffici per 5 anni ma, dopo 11 anni dai fatti contestati, l’indulto e la prescrizione gli eviteranno il carcere.
I veri mandanti restano impuniti al loro posto e taluni ricoprono importanti cariche governative.

Mentre Amnesty International ha chiesto l’introduzione del reato di tortura nel nostro codice penale, la ministra Cancellieri si è mostrata dispiaciuta per aver perso “alcuni dei nostri uomini migliori”.