29 gennaio 2014

voli

Avrò senz'altro già scritto sugli stormi di storni...
È che c'è da incantarsi ad osservarli librarsi leggeri ed armoniosi. Ci si sente piccoli e disorganizzati al loro cospetto...E penso a quanti voli bassi riusciamo ad infliggerci, e a quante volte ci neghiamo la leggerezza di un volo a planare...
La Natura,  sempre  più maestra di vita


12 gennaio 2014

scriviamoci...

[Illustrazione di Raquel Pinheiro]

Tra le diverse passioni che mi animano ce n’è una che coltivo, da sempre:
è la corrispondenza epistolare.
Obiettivamente sono ormai poche le persone che amano la lettera cartacea, mal si combina con la frenesia dei nostri tempi. Eppure io l’ho sempre eletta a forma preferita di comunicazione. Regge ancora nonostante i molteplici mezzi telematici, senza dubbio più comodi e veloci, ai quali comunque ricorro con piacere …
Persino da ragazzina, e persino al liceo, scrivevo lettere a compagne e compagni che potevo vedere ogni giorno. Mi sembrava che quello che avevo da dire di importante, solo scrivendolo di mio pugno sarebbe veramente arrivato. Come una sfiducia atavica verso la parola detta.

Ho la fortuna di avere delle amicizie che assecondano questo mio piacere..
Un’amica in particolare, conosciuta nei primi anni del blog, che non disdegna la lettera cartacea e che, come me, nonostante tutto, non perde la fiducia nel buon funzionamento delle Poste italiane. Un’amica che mi scrive, regolarmente, che rende orgogliosa la mia cassetta per la posta.
Così può capitare di essere improvvisamente raggiunta da più lettere contenute in un’unica grande busta! Chi ama la corrispondenza può capire l’emozione di chi scrive e di chi legge.
Sapere che ci sono stati attimi di attenzione per me, scritti, poi messi in un angolo e infine raccolti e inviati, ha riempito il mio cuore che aveva ulteriormente bisogno di non sentirsi solo.
Ho qualche amica e qualche amico oltremare. Da sempre questi legami risentono della mia isolitudine. Eppure l’amore per la corrispondenza non nasce da questa urgenza di raggiungere l’altra sponda. E’ semplice bisogno di cura, di scambio, in una forma che per me sembra rimanere l’unica autentica, ecco.
Anni fa mi è capitato di leggere una striscia dei Peanuts in cui forse era proprio Charlie Brown a concludere sconsolato “Non c’è niente di più triste di una cassetta per le lettere vuota”, e io ricordo di essermi sentita assolutamente rappresentata da quel pensiero.

Quando mi è capitato di parlare dell’argomento, qualche volta mi sono sentita dire con aria sognante “eeeeh quanto è bello ricevere lettere…io ricevo solo le bollette da pagare!”.
“Ma tu scrivi?” chiedo io, convinta di seguire una certa logica, ma la risposta è
“nooooo! E chi ce l’ha il tempo?”
[??????????????????????????????????]
Come quella vecchina che diceva
- “Deo no appo bintu mai nudda” (non ho mai vinto niente)
 - “ma…a jogàdese?” (ma Voi…giocate?)
e lei candida
-“MAI in sa vida!” (mai nella mia vita!)
Così.