Probabilmente non c’è niente di più irresistibile, per un bambino, che porre domande.
Ah le domande! Vanno incoraggiate ed esaurite se possibile, soprattutto quelle che denotano una necessità di approfondimento. Ma rispetto ai bambini gli adulti tendono a perdere la capacità di porsi domande, figuriamoci quella di fornire risposte! Quante volte si risponde sbrigativamente...
C’è un libro a cui voglio particolarmente bene e che finalmente mi sono regalata, un “libro per bambini” (definizione inutile e insignificante) di Wolf Erlbruch che pone La grande domanda: perché sono venuto al mondo?
Le risposte, illustrate dallo stesso autore, arrivano via via da un pilota, da un cieco, dalla nonna, dal gatto etc., e per finire dalla mamma.
Le risposte che mi sono piaciute di più sono:
Quella imprevedibile dell’anatra: Non ne ho la più pallida idea.
Quella della morte: Sei qui per amare la vita.
Quella del cieco: Sei qui per avere fiducia.
Poi però col tempo, anche per questo non è solo un libro per bambini, scopro che altre risposte sono diventate più consone, a volte sento mia la risposta fornita dalla pietra: Sei qui per stare qui. E molto più spesso (ma è ora di dire basta!), la risposta del giardiniere: Per imparare la pazienza.
Infine, mi piace molto l’ultima pagina del libro, quella che contiene una tabella vuota dove si possono annotare, crescendo, le varie risposte raccolte o che da soli ci si è dati.
Una piccola perla che, nella (sotto)cultura dominante dell’apparire, parla di essere, e abitua ad interrogarsi
[Wolf Erlbruch, La grande domanda, Edizioni e/o c2004]
Riflettendo sul libro di Marina, L’Ascoltatrice, che ho letto e riletto una seconda volta, ho capito che qualunque cosa avessi scritto a riguardo mi avrebbe lasciata insoddisfatta, consapevole di non aver detto tutto. Voglio parlarne di questo libro, sapendo già che molto di ciò che non dirò resterà a lavorare dentro di me, in sotterranea.
Marina, per diversi mesi, si reca nella bellissima Piazza Vittorio a Roma e si siede su una panchina con accanto un cartello in cui spiega il suo intento, che è quello di ritrarre a parole, gratuitamente, le storie di chi vuole raccontarsi. Si siede e si dispone.
Sono pagine che avvincono, che coinvolgono i sentimenti più antichi, quelli che sono cresciuti con noi e che qualche volta siamo chiamati a tacitare. Perciò la fine vorresti non arrivasse, ne vorresti di più. Per entrare in una realtà familiare eppure sconosciuta, per sapere una volta di più che la vita che pulsa per strada non è quella che vogliono farci apparire. Se ci si sente parte di un’umanità e di questa si avverte la dolenza, di storie autentiche come queste si ha bisogno. Le storie degli invisibili, di chi non ha voce, storie di gente che trova protezione in una piazza e che ha voglia e bisogno di entrare nel gioco del raccontarsi. Gente che si porta appresso, come tutti i comuni mortali, il proprio carretto di tic, sofferenze, disagi, visioni del mondo, dubbi, desideri e sogni. E qualche volta nostalgie.
Coraggiosa Marina a raccogliere le vite altrui e coraggiose le anime che su quella panchina si sono avvicendate.
“L’incontro sulla panchina […] ci rendeva contenti in due, perché al mio bisogno di ascoltare corrispondeva quello di dirsi degli sconosciuti”
Questo darsi reciproco ci racconta di quanto talvolta sia più semplice, e per niente raro, aprirsi agli sconosciuti. E io ci vedo anche un’urgenza, da parte di chi ascolta come da parte di chi si racconta, quella di sentirsi PARTE di un’umanità. Non diversi. Non esclusi. Non sbagliati.
Non appena mi addentro nelle storie e nelle notizie sulla piazza, accompagnata dallo stile di Marina, che è ironico, profondo, partecipe, mai mai superficiale o affettato, le persone prendono vita. Ti sembra di incontrarle per strada, capita di continuare a pensare a loro e di sentirsi coinvolti dal loro destino. Perché a James blu ci pensi, a lui e alle sue chiese e al destino delle nostre preghiere. Pensi a Raffaele, che è un angelo sulla terra, e alla paura che attanaglia Juan il filosofo…E pensi pure a lei, a questa “dame agée” che col suo cartello giallo, scevra da pregiudizi, osserva e ascolta. E prende appunti.
Proprio come il suo blog, Marina è una fonte inesauribile di informazioni, quelle relative alla piazza sono preziose e ne stimolano la visita meglio di una guida turistica.
Prima che il lettore, prossimo alla fine del libro, senta già il distacco, Marina lo anticipa, e spiega quando dire basta. Confessa quanto sia stato difficile lasciare quella piazza e quella fonte di storie. Difficile e doveroso, come spesso sono le separazioni.
E’ uno di quei libri che anche quando lo finisci, lo guardi e sai che ti parla, ancora.
Io penso che quando qualcuno realizza i propri sogni, soprattutto quando dà ascolto al bambino che è stato, un po’ di quella felicità arriva anche a chi è solo spettatore. E sono felice che Marina abbia fatto questo passo e realizzato il suo sogno di bambina. Glielo doveva! (alla bambina).
Così mentre assistiamo impotenti al dilagare della diffidenza e della paura, mentre il leghista senso del territorio chiude le persone e legifera l’esclusione, ecco io vorrei che questo libro arrivasse in tutte le case e, siccome sono un’esagerata, anche alle stanze di potere, e con le sue storie potenti (queste sì!) scuotesse coscienze assopite, vorrei che come un sussurro suonasse all’orecchio di chi non pratica l’integrazione, di chi coltiva indifferenza e supponenza.
Ecco perché, secondo me, il motivo per cui tutti dovrebbero leggere questo libro è che, attraverso una scrittura alta, si assiste a quanto può essere bello non aver paura degli altri.
[Marina Pierani, L'Ascoltatrice, Gruppo editoriale L'Espresso, 2010]
Per motivi di lavoro, ho dovuto trascorrere il fine settimana in città e già da qualche giorno prima la prospettiva aveva inciso sul mio entusiasmo e minato quel leggero senso di sollievo che si prova in prossimità del fine settimana.
Ma la vita smentisce spesso le nostre cupe previsioni, soprattutto quando sono esagerate, così mi sono ritrovata nel bel mezzo di una iniziativa spettacolare.
I commercianti avevano ingaggiato alcuni vivaisti per trasformare le piazzette del centro storico in giardini pensili.
A bocca aperta ho vagato per il centro storico che offriva un tripudio di colori, una festa per gli occhi che prendeva a schiaffi la mia indisposizione d’animo.
Abbondantemente appagata, a quel punto potevo affrontare qualunque sacrificio, avevo ricevuto la mia bella dose di bellezza, per giunta inaspettata!
Quando sono andata via mi è sembrato di vedere un grosso cartello alle mie spalle che diceva
“Hai visto, brutta brontolona, che bella sorpresa?”
Se è vero che chi ha il caos dentro ha bisogno di ordine fuori, è altrettanto certo che le abitudini sono per qualcuno LA rassicurazione per eccellenza, la conferma che, sì, le cose sono al proprio posto e noi non siamo in pericolo.
Coltivo ben bene i miei riti quotidiani ma mi diverto anche a sovvertirli. Un po’ mi sono convinta che le rivoluzioni che opero sulle abitudini siano dei piccoli esercizi contro la rigidità. Io devo proprio allenarmi ai cambiamenti e la rigidità mi fa paura.
Così ogni tanto opero delle piccole variazioni sulla sequenza con cui in genere faccio le cose, o sul percorso che mi riporta a casa…piccole cose che mi diano la prova che non sono maniacalmente attaccata ai gesti quotidiani. Ovviamente capita che mi confonda, ma anche la confusione certe volte ci serve…
Ogni tanto ho bisogno di accertarmi che non sono quella che non vorrei essere, sicuramente potrei cercare conferme in azioni più nobili, ma mi accontento di queste minuscole rivoluzioni dei gesti.
Ringrazio tutti quelli che sono passati per gli auguri di pasqua e mi scuso per non aver potuto ricambiare…ho fatto un piccolo viaggetto che doveva servire a lucidare gli occhi e ritemprare lo spirito un po’ abbacchiato.
Mi sono lasciata incantare da Bruges che abitava da tanto tempo le mie fantasie nate da pagine letterarie, da biografie di pittori fiamminghi e da chissà cos’altro….
Bruges era nella mia testa perché senza conoscerla l’ho sempre disegnata.
Ho disegnato le sue case e i suoi colori quando il pensiero di visitarla non costituiva neanche un sogno. In un’altra vita, se altre ce ne sono state o ce ne saranno, io lì devo esserci nata! Bruges ha sfoggiato solo per me il suo sole (ne sono convinta), mentre altrove cielo grigio e minaccioso.
Un grigio che faceva da contorno ai tetti in ardesia, sfumature che sembravano non offrire scampo…
Poi sono tornata e ad attendermi, insieme agli animali festanti, ho trovato la speranza
* J. Winterson : Perché essere felice quando puoi essere normale? * A. Cavalli : Scrittrici in giardino * H. Muller: Oggi avrei preferito non incontrarmi * B. Magalotti : Dì a qualcuno che sono qui * LUD, Gruppo Donne e Scrittura : Attorno a La perdita * E. Hornung : Il bambino che parlava con i cani * G. Sapienza : Il vizio di parlare a me stessa *A. Cavallari : La fuga di Tolstoj * B. Yoshimoto : La luce che c'è dentro le persone * M. Marzano : Avere fiducia * E. Galeano : I figli dei giorni * M. Marzano : Cosa fare delle nostre ferite? * R. Joyce : L'imprevedibile viaggio di Harold Fry * N. Fusini: La bocca più di tutto mi piaceva * A. Melis: Da qui a cent'anni * C. Barbero: La biblioteca delle emozioni * I. Némirovsky: I falò dell'autunno * P. Daverio: Il museo immaginato
...sull'uscio di casa
versi scelti
*************************** ...accetto il tragico conflitto tra la vita che cambia continuamente e la forma che la fissa immutabile... [Tina Modotti a Edward Weston]
************************* Le città saranno piene di gente che va a piedi, con i vestiti grigi e dentro agli occhi una domanda non di soldi ma solo d'amore
[P.P.Pasolini, La recessione] *************************
Disattenzione
"Ieri mi sono comportata male nel cosmo. Ho passato tutto il giorno senza fare domande, senza stupirmi di niente. Ho svolto attività quotidiane come se ciò fosse tutto il dovuto (...)"
Wislawa Szymborska
tentativi...
“cercheremo un'armonia,
sorridenti, fra le braccia,
anche se siamo diversi
come due gocce d'acqua”
[Wislawa Szymborska, da: Nulla due volte]
possibilità
...se non c'è strada dentro al cuore degli altri prima o poi si traccerà
[I. Fossati da: Mio fratello che guardi il mondo]
allargare lo sguardo
Vorrei consigliarti ciò che mi consiglia
questa velata sera di marzo
e non so cosa.
Dovrebbe diventare un’opinione,
un puro assaggio, l’anima che sale
dal paesaggio del mondo aperto al mio terrazzo –
tutto è più intorno – le vite nelle strade,
i monti dentro i cieli e di sicuro, in qualche punto,
mari. Ci vorrebbe del tempo per spiegare
che allargando lo sguardo
si sparisce, e quanto è bene.
[da: Silvia Bre, Le barricate misteriose, Einaudi, c2000]
Zizou, meravigliosa creatura
...un piccolo atomo di felicità in più nell'universo...
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Letture e riletture 2011
C. De Gregorio: Così è la vita
E. De Luca: I pesci non chiudono gli occhi
S. Dandini: Dai diamanti non nasce niente
E. Rasy: Molta luce in pieno inverno
P. Ingrao: Indignarsi non basta
M. Marzano: Volevo essere una farfalla
M. Murgia: Ave Mary
M. Presta: Un calcio in bocca fa miracoli
C. Alicata: Verrai a trovarmi d’inverno
M. Yourcenar: Fuochi
D. Grossman: L’abbraccio
R. Saviano: Vieni via con me
Murakami: I salici ciechi e la donna addormentata
E. Ensler: Io sono emozione
La verità sulle carceri
Morti sospette nelle carceri italiane
Letture e riletture 2010
[T. Todorov] La bellezza salverà il mondo
[E. Cannas] Nascosto al giorno
[F. Piccolo] Momenti di trascurabile felicità
[S. Al- Neimi] Il libro dei segreti
[M. Murgia] Accabadora
[N. Fusini] Possiedo la mia anima
[M.Fraire-R.Rossanda] La perdita
[S. Sanna] 100 giorni sull'isola dei cassintegrati
[D. De Vigan] Le ore sotterranee
[M. Nucci] Sono comuni le cose degli amici
[C. Thompson] Blankets
[A. Kristof] L'analfabeta
[P. Sorrentino] Hanno tutti ragione
[P. Pejrone] Gli orti felici
[A. Nothomb] Il viaggio d'inverno
[J. Saramago] Di questo mondo e degli altri
[L. Mancinelli] Gli occhiali di cavour
[J. Giono] Lettera ai contadini sulla povertà e la pace
[Queneau] Un rude inverno
[E. De Luca] Una nuvola come tappeto
[P. Roth] Indignazione
[E. De Luca] Montedidio
[M. Pagnol] La gloria di mio padre
[J.- C. Izzo] Vivere stanca
[U. Galimberti] L'ospite inquietante
[G. Paley] L'importanza di non capire tutto
[M. Pierani] L'ascoltatrice
[J.S. Foer] Se niente importa
[G. Tetti] I cani là fuori
[A. Kerbaker] Diecimila : autobiografia di un libro
[M. Cirri] A colloquio
[Dalai Lama-V. Chan] La saggezza del perdono
[L. Sagalovitsch] Il bastone di Virginia Woolf
[E. De Luca] Non ora, non qui
[P. Sanna] L'altro Pavese
[L. Adler] L'indomabile Simone Weil
Contro l'abbandono
Letture e riletture 2009
[T-M. Le Thanh] : Cyrano
[H. Muller] : Il paese delle prugne verdi
[A. Tabucchi] : Il tempo invecchia in fretta
[P. Petit] : Trattato di funambolismo
[L. M.M. Blume] : Cornelia e le strabilianti storie delle sorelle Somerset
[E. De Luca] : Il peso della farfalla
[E. Borgna]: Le emozioni ferite
[E- De Luca]: Non ora, non qui
[G. Quarenghi]: Ho incontrato l'inverno
[S.T. Coleridge]: La leggenda del vecchio marinaro
[Gipi]: LMVDM
[M. Szabò]: Via Katalin
[M.-S. Roger]: Una testa selvatica
[A. Altieri MacDonald] L'era della debolezza
[L. Manfredi] L'inconveniente
[E. Von Arnim] Lettere di una donna indipendente
[C. Angot] L'incesto
[M. Yourcenar] Ad occhi aperti
[P. Hill] Anni rubati
[M. Szabò] L'altra Eszter
[V. Viganò] La scomparsa dell'alfabeto
[A. Ibrahimi] Rosso come una sposa
[M. Jarre] Il silenzio di Mosca
[J. Tanizaki] La gatta, Shozo e le due donne
[H. Lottman] Amedeo Modigliani principe di Montparnasse
[E. De Luca] Il giorno prima della felicità
[Hafez] Ottanta canzoni
[S.Oldfield] Lettere in morte di Virginia Woolf
[J. W. Goethe] Dalla teoria dei colori
[A. Nin] Una spia nella casa dell'amore
[G. Turnaturi] Tradimenti
[A. Nothomb] L'entrata di Cristo a Bruxelles
[E. Galeano] Il libro degli abbracci
[C. De Gregorio] Una madre lo sa
[J. Cortazar] Le armi segrete
ricordo
[...] La mattina presto mi svegliò il concerto di campane della chiesa ortodossa. Aprii le persiane. La luce era intensa come una storia d'amore. Ero acceccata e deliziata, non solo per lo splendore e il calore di quella giornata ma perché la natura non ha mezze misure [...] perché il nostro è il più prodigo dei mondi. Siamo noi ad essere ossessionati dal concetto di misura. Il mondo si offre senza calcolo.[...]
1. Il diritto di non leggere 2. Il diritto di saltare le pagine 3. Il diritto di non finire un libro 4. Il diritto di rileggere 5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa 6. Il diritto al bovarismo 7. Il diritto di leggere ovunque 8. Il diritto di spizzicare 9. Il diritto di leggere a voce alta 10. Il diritto di tacere
[da: Daniel Pennac, Come un romanzo]
Letture 2008
[J. W. Goethe] Dalla teoria dei colori
[A.Nin] Una spia nella casa dell'amore
[V. Myron] Io e Dewey
[M. A. Shaffer] La società letteraria di Guernsey
[C. De Gregorio] Malamore
[G. Pontremoli] Elogio delle azioni spregevoli
[G. Sapienza] L'arte della gioia
[P.Giordano] La solitudine dei numeri primi
[A. Nothomb] Biografia della fame
[B. Selznick] La straordinaria invenzione di Hugo Cabret
[D. De Vigan] Gli effetti secondari dei sogni
[A. Nothomb] Né di Eva né di Adamo
[E. Cannas] La dimensione religiosa nelle canzoni di Fabrizio De Andrè
[M.Szabò] La porta
[M. Agus] Il vicino
[G. Allevi] La musica in testa
[I. Betancourt] Lettera dall'inferno a mia madre e ai miei figli
[M. Barbery] L'eleganza del riccio
[A. Nothomb] Splendente come una padella
[S.Bre] Marmo
[A.Munro] Segreti svelati
[M. Agus] Ali di babbo
[H. Schneider] Stelle di cannella
[A. Moro] Lettere dalla prigionia
[M. Gualtieri] Senza polvere senza peso
Julia (il fumetto) tutti i mesi
Mio amato profeta: lettere d'amore di Kahlil Gibran e Mary Haskell
[N. Berberova] Il giunco mormorante
[A. Skarmeta] Borges, e altre storie d'amore
[N. Hawthorne] La bambina nella neve
[R.Vecchioni] Il libraio di Selinunte
[F.X.Poudat] La dipendenza amorosa
[G. Montefoschi] Quando leggere è un piacere
[G.Paley]Enormi cambiamenti all'ultimo momento
Poesia sempre presente
Considero valore ogni forma di vita,
la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finchè dura il pasto,
un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si e’ risparmiato,
due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varra’ piu’ niente,
e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua,
riparare un paio di scarpe,
tacere in tempo,
accorrere a un grido,
chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordarsi di che.
Considero valore sapere in una stanza dov’e’ il nord,
qual’e’ il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo,
la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare
e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.
[ Erri de Luca, Opera sull’acqua e altre poesie, Einaudi, 2002]
Gatti ospiti
Macchia
impareggiabile Mafalda!
Letture 2007
L’eterna giovinezza (Lidia Ravera)
Gattoterapia: gli esercizi (Igor Sibaldi)
Liberi di amare (Laura Laurenzi)
Università di Rebibbia (Goliarda Sapienza)
Gli arcipelaghi (Maria Giacobbe)
L’arte dissente (Jeanette Winterson)
Oltremare (Mariangela Sedda)
Da domani mi alzo tardi (Anna. Pavignano)
Io sono di legno (Giulia Carcasi)
Vorrei che da qualche parte ci fosse qualcuno ad aspettarmi (Anna Gavalda)
Io l’amavo (Anna Gavalda)
Sa die nostra (Massimo Nappi)
Mal di pietre (Milena Agus)
La bambina di ghiaccio (V.Lamarque, M. Cerri)
A una stella cadente (Mara Cerri)
Tiramore (Giusi Quarenghi)
Amiche, colleghe, rivali (Shere Hite)
La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo (Audrey Niffenegger)
Gli amori che abbiamo vissuto (AA.VV.)
Come vivo ora (Meg Rosoff)
Lettere contro la guerra (Tiziano Terzani)
Lei dunque capirà (Claudio Magris)
Tutto accadde in una notte (Jonhatan Coe)
L’ombra del vento (Carlos Ruiz-Zafon)
Amata scrittura (Dacia Maraini)
1 dicembre
promozione alla lettura
Stefania (Scricciola)
Doris Lessing
Gandhi
Eduardo
Gramsci
Virginia Woolf
No alla violenza alle donne
Artemisia Gentileschi
Pier Paolo Pasolini
Marguerite Yourcenar
Alda
[...]chi non sa amare non sa fare poesia e chi non sa morire non sa rivivere [...]
Salinger
[...]Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quello che segue, vorresti che l'autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira [...] [da: J. D. Salinger, Il giovane Holden, Einaudi, 1979]
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