28 dicembre 2014

ammirata




















Anežka Kašpárková all'opera
Un'artista semplicemente meravigliosa
 

1 dicembre 2014

A Giacinta





Partire…

Lasciare ogni briciola di pane che ti fa casa…

Decidere. Scegliere la cura. Legare gli ormeggi e lasciare che altri si prendano cura di te.

Vedere e vivere la fragilità fin dentro l’oscurità, la propria e altrui.

Camminare a testa bassa. Controvento.

Camminare e piangere e affrettare il passo o rallentarlo all’improvviso.

Camminare anche a testa alta, lasciarsi colpire dallo stupore che sempre, inaspettato, può affacciarsi.

Abbracciare ossa come le tue, però più fragili, però più arrendevoli, però col proprio vissuto, però adessobastapiangere!



La città è bellissima e sporca. Le persone sorridono anche se, si capisce, lo fanno sempre meno.

Di sera, ad accogliere un animo spaventato e triste, c’è aria di casa, di mani che si muovono per me, ci sono chiacchierate interminabili e pezzi di vita scambiati.


E la fortuna, grande, tra tante, di guardare per la prima volta negli occhi persone che da anni abitano la mia vita e tra le quali c’è stata grande e alta condivisione.



Poi però è così…non ti sei rotta una gamba, un braccio…non sei caduta vittima di un qualunque altro accidenti maledettamente visibile.

Poi però “può essere che con un po’ di forza volontà…”

Poi la malattia, il sintomo, torna ad essere invisibile e perciò innocua.


In fondo alle tasche una gratitudine indicibile per le persone che incoraggiano e sostengono, anche in silenzio, anche senza muovere un dito. Per quelle sinergie inspiegabili.

A Giacinta, che non mi ha offerto solo un tetto sulla testa, questo disegno, queste parole dette e quelle da venire…A chi si è moltiplicato perché ai miei amici animali non mancasse niente, una gratitudine smisurata. Per tutto l'amore che circola e sa curare sento di essere grata a questa vita così strana e misteriosa...