16 marzo 2009

scambi

Doppiopetto


Mi piace la tua vita – fammela provare

voglio vedere come mi sta.

Te la restituisco subito.


[Donatella Bisutti, da: Inganno ottico, Società di Poesia, 1985]


Questa poesia mi piace da molto tempo…Ogni tanto fa capolino e mi diverto a trovarle dei significati diversi, a giocare con il senso. Anche se la mia vita mi piace, penso che sarebbe bello indossare la vita di qualcuno, vestire i suoi sentimenti, osservare il mondo con i suoi occhi, provare i suoi gusti. Calarsi nel pozzo dei suoi ricordi, gioire della sua esaltazione e piangere le sue lacrime. Accade quando ci si innamora, allora accade di averne voglia. Ma fuori da questo ambito, liberi da questo impulso, quanto ci piacerebbe calarci nella vita di un altro? Indossare la sua vita con tutto quello che la abita? Vabbè…se fosse possibile restituirgliela subito, i più coraggiosi potrebbero tentare l’impresa e i più timidi rinunciare fin da subito alla tentazione. ..Ma di questa poesia il verso più illuminante è, per me, quel “voglio vedere come mi sta”. Perché a pensarci, il confronto con gli altri, quando non rimane in superficie, offre questa prelibata occasione: di prendere ciò che ci piace e di provare ad adattarlo a noi, può darsi che non funzioni, può darsi che la conclusione sia: non fa per me. Ma può darsi che sia un’aggiunta preziosa, una cornice che completa un quadro, due colori primari che ne creano insieme uno non primario ma più luminoso…Ci sono persone di cui mi piacerebbe indossare la vita, ma se poi non riesco più a restituirgliela?

7 commenti:

Anonimo ha detto...

E non amiamo leggere anche per questo? Per indossare altre vite...che meraviglia...
La mia ti starebbe larga, di parecchie taglie, ma te la presterei lo stesso, nei momenti più intensi, perchè certe emozioni sono impossibili da descrivere e bisogna proprio viverle....poi la rivoglio però...l'ho costruita con fatica!

Anonimo ha detto...

Prima di tutto indosserei la vita di un uomo per capire perchè a volte per loro è così difficile capirci :-)Ma non credo mi piacerebbe indossare nulla che non mi appartenga. Se indossassi ad es, il vestito di un bimbo africano mi sentirei colpevole, mentre quello di chi ha avuto una vita più privilegiata, più piena d'amore e affetti ed emozioni, mi farebbe sentire triste, avrei consapevolezza e certezza di ciò che ho perso...
Un sorriso e un abbraccio!

Anonimo ha detto...

No! Non l'ho mai voluto ne desiderato, alcune volte ho provato a immergermi nella sofferenza di qualcuno e ne sono uscita distrutta, cerco di vivere e costruire la mia che è già di per se un bell'impegno.
Grazie per la riflessione!
A.

progvolution ha detto...

Non so perchè mi è venuta in mente una celebre battuta di Woody "ho un solo rimpianto nella vita non essere qualcun altro"...
Comunque sconsiglio i miei panni...
Sussurri obliqui

rom ha detto...

Si può cercare di vedere il mondo, e conseguentemente sentirlo, con gli occhi di un altra persona. Indossare il suo sguardo. Immedesimarsi.
C'è quel titolo: inganno ottico.
Che, per l'immedesimantesi, inganno non sarebbe, se ci riesce. Non sarebbe inganno, cioè, di chi vede il mondo come lo vede l'altro: non si inganna sull'altro, riesce a mettersi nei suoi panni, a vedere sentire pensare come lui, o lei. Poi, può usare questa sua capacità in tutti i modi che sappiamo tipici dell'essere umano - dai migliori ai peggiori. Se a qualcuno piace, la nostra vita, c'è da pensare che indosserà la nostra vita per godere di una diversità. Se lo fa per un tempo limitato, quanto basta per conoscerci e ampliare la sua stessa vita... condivido le tue parole, e la tua domanda finale, arnica - te la restituisco subito.

Lara ha detto...

Sono due giorni che entro qui, leggo, penso e me ne vado :)
E' affascinante la citazione da "Inganno ottico", ma io non riesco proprio a desiderare di provare vita di altri.
Se si esclude il momento dell'innamoramento, come hai scritto tu, mi dà addirittura un certo fastidio...

Pensi che sia patologico, il mio caso, cara Arnica?

Ciao, un forte abbraccio,
Lara

Arnicamontana ha detto...

Lucia: delle vite reali mi interessava parlare non di quelle letterarie, la tua la vestirei per quel fiore meraviglioso che ti cresce accanto, ma te la restituirei giuro! :-)

Giovanna: hai ragione, tutte queste possibilità ci sono ma...dipende, potrebbe valerne la pena chi lo sa?(sempre con la preannunciata restituzione eh?)

Ally: Decisa! No!Per tutti forse è un impegno costruire la propria vita, ma questo può essere preso come un gioco :-) non significherebbe solo immergersi nel dolore dell'altro, ma anche nelle cose belle e fortunate, e naturalmente prendere o dare quello che può essere importante, mica di tutti...di qualcuno!Un bacio

Prog: beh...chissà perché! Woody Allen ha sempre giocato molto sull'inadeguatezza, scambiarsi la vita o pezzi di vita può denotare anche una leggera scontentezza della propria...penso eh? Grazie per averci avvisato, sconsigli i tuoi panni...allora non ci provo nemmeno!

Rom: hai usato un termine fondamentale "ampliare". In questo senso infatti può essere stimolante "prestarsi" la vita :-)

Lara: mi hai fatto ridere di gusto! Non lo so io se è patologico, però non so perché mi fa molto ridere che quasi ti dia fastidio, come se temessi un pericoloso contagio ah ah ah! :-)))un abbraccio anche a te