18 marzo 2009

il preservativo fa male

In quale dimensione pensa di vivere il Papa? Non certo su quella terrena se manifesta condanna della prevenzione con i preservativi in quella parte del mondo dove 22 milioni di persone sono colpite dal virus dell’HIV. Ma dove vive questo pastore di pecorelle smarrite? Come può dire cose così gravi e irresponsabili in un continente dove l’HIV è la prima causa di morte? Dove intere generazioni sono state sterminate dalla malattia, in un continente dove le cure sono più o meno irraggiungibili? L’avversione all’amore non finalizzato alla procreazione non potrebbe per una volta chiudere un occhio? Niente di nuovo sotto il sole, certo, conosciamo tutti a memoria le posizioni della chiesa e ogni santo giorno l’ingerenza sulla laicità dello Stato, da noi, è pesante…Ma di fronte al dolore del mondo, di fronte ad una così grave emergenza…dov’è il cuore degli uomini di buona volontà? Purtroppo il problema non è solo quello che sentenzia il Papa, anche i Ministri africani sostengono che il preservativo non risolve il problema, il problema è anche la sicurezza e l’igiene, la formazione. In un’intervista, il direttore di Nigrizia (il mensile dei missionari comboniani) dice:

“Quando circoncidi 25 ragazzi con lo stesso coltello non ti salva il condom” e fa capire che, comunque, non tutti i vescovi africani si attengono rigorosamente ai dettami del Papa. Sarà perché VIVONO il dolore e lo respirano mentre alla latitudine dove vive il Pontefice quel vento non arriva?



7 commenti:

Lara ha detto...

Certo che starsene rinchiuso in Vaticano, con tutte gli ori e le ricchezze che ha, può parlare tranquillo.
Mentre chi è vicino allo strazio ed al dolore può essere umano.
Questo Papa non lo è, e continua ad interferire, senza un attimo di comprensione. Il dolore degli altri NON lo tocca minimamente.

Cara Arnica, grazie per i tuoi post sempre carichi di umanità e gentilezza, anche nella rabbia di questa orrenda situazione.

Ciao, ti abbraccio
Lara

guglielmo ha detto...

Non è un problema di "questo" Papa. Lo è della Chiesa cattolica. Papa Giovanni Paolo II non era da meno.
E' una Chiesa lontana, arroccata sui suoi principi, ostile alla scienza perché sostanzialmente ostite alla conoscenza, alla razionalità.

Chi crede (comunque e malgrado tutto) ha imparato da tempo a stare alla larga, di vivere una religiosità privata lontana dalle stanze del potere, dalla vuota ritualità.

Anonimo ha detto...

Predicano un milione di NO e dove c'è negazione non può esserci amore, non ci può essere vita. Forse doveva portare con se, a suffragio delle sue parole,anche la canzone di De Andrè:...."feconda una donna, ogni volta che l'ami, così, per non disperdere il seme..." Cosa importa se poi questi bimbi vivranno solo un paio d'anni tra stenti e sofferenze e malattie? Cosa può importare ad un uomo, semplicemente un uomo, che parla per voce di Dio?

Anonimo ha detto...

Stavo anch'io facendo un post su questo argomento... Il papa ha detto delle cose di un'assurdità che non sta nè in cile nè tanto meno in terra...
Un abbraccio
Giulia

progvolution ha detto...

Purtroppo la Chiesa è lontanissima dalla realtà delle persone ma, ancor peggio, è distante anche dai principi che dovrebbero guidarne l'operato.
E' veramente semplice essere anticlericali quando è una vita che si sentono le assurdità vaticane
Sussurri obliqui

Anonimo ha detto...

D'accordo con Guglielmo...Il problema è la Chiesa di Roma. E Woytila o Ratzi, il messaggio non cambia...
Woityla però era leggermente più furbo e non aveva il canino sporgente di Ratzi che mi fa così paura che me lo sogno pure la notte...

rom ha detto...

Qualche anno fa, lavorando in un ospedale, mi sono occupato degli atteggiamenti mentali che impediscono al personale infermieristico di prendere sistematicamente le dovute precauzioni per evitare il contagio da virus - quello più frequente, da noi, è da virus dell'epatite, anche per la maggiore facilità con cui avviene, ma le precauzioni sono le stesse per l'HIV, per cui mi interessai un poco anche alla storia della diffusione di questo contagio, che come sai non sempre diventa malattia, per cui c'è il problema dei portatori "sani", e l'annesso problema degli atteggiamenti mentali che impediscono alle persone che hanno avuto comportamenti a rischio di contagio di fare gli accertamenti del caso, mettendo in pericolo le persone con cui hanno rapporto stretto e sono ignare del pericolo che corrono. La paura dell'AIDS ha forse evitato a un po' di persone di prendersi l'epatite virale.

Nel corso di quella ricerca, ebbi modo di parlare con un medico cattolico che mi disse che l'AIDS è un castigo di dio - come era la peste secoli fa - per i peccati dell'uomo, e un suo divinamente saggio modo di tenere a bada l'eccesso di popolazione del prediletto pianeta, ex centro del mondo, su cui vive l'essere fatto a sua immagine e somiglianza...
Singolo caso di pensiero folle? Non credo.
Lui le precauzioni le prendeva tutte sistematicamente, ed era anzi assai preoccupato dall'uso pericoloso dei guanti di protezione - a volte il personale sanitario usa i guanti così stupidamente da farne uno strumento di trasmissione di malattie, un po' come fanno certi negozianti che indossano i guanti per prenderti il pane o il prosciutto e con gli stessi prendono i soldi che gli porgi e ti danno il resto.
Insomma, il castigo divino doveva secondo lui essere controllato, diretto a chi veramente se lo merita.