23 gennaio 2009

...parliamoci chiaro


Sono ghiotta di mele, ne divoro almeno due kg alla settimana…Purtroppo la mia campagna ospita solo due meli e la loro produzione è a settembre-ottobre. Nei mesi restanti compro le mele dal verduraio. Da un bel pò succede che, come in tanti altri ambiti, anche lì mi sento spesso inadeguata... accidenti!

Cosa ne è stato della vecchia mela?

Quando ero piccola io c’erano solo due tipi di mele: quelle gialle e quelle rosse, escluse ovviamente tutte le varietà regionali. Poi si è aggiunta quella verde.

Bene, oggi vado a rifornirmi della mia dose settimanale e una nuova ragazza dietro il bancone mi interroga: “quali le dooo? le Staaaark? le Fujiiii? le Goldennnn?”....obbligandomi ad orientare la mia scelta tra un crocevia di nomi stranieri con improbabili accenti che certo non illuminano sulla specifica varietà…”2 kg di mele” rispondo io inebetita…”2 kg di mele rosse croccanti… italiane” decido.

(Come se quelle altre provenissero dal Kazakistan!).

Che mela voglio…quella di Adamo e Eva!

La ragazza infine sceglie le mele da un cesto anonimo e io non saprò mai che varietà mi sono portata a casa!


Qualche giorno fa il blog di Libération è stato preso d’assalto dopo la pubblicazione di un articolo riguardante la nostra lingua. Troppi inglesismi, accusa l’autorevole quotidiano francese, la lingua italiana sta diventando una lingua straniera! Nel senso, precisa, che sta diventando un idioma che sempre più tende ad importare un altro lessico, soprattutto inglese.Forse la nostra lingua non possiede l’immediatezza richiesta dai nevrotici tempi moderni… Ci si impiega troppo tempo ad esprimersi in italiano, occorre velocizzare anche il linguaggio e se a venirci incontro è un vocabolo straniero che con una parola esprime un concetto allora…allora è comodo! Tra la lista delle parole abusate devo aggiungere questa: è comodo. Quasi la comodità fosse diventata la priorità assoluta! Addento la mia mela mentre qualcosa mi spinge a fare una irresistibile equazione tra comodità e pigrizia.


4 commenti:

progvolution ha detto...

La lingua è in evoluzione. Arroccarsi e lamentarsi delle parole straniere è tipico delle mentalità francese. La nostra lingua è ricchissima e si è creata inglobando influenze e altrui idiomi. Anche questo ne crea il fascino.
Poi è chiaro che sta all'intelligenza del singolo nell'evitare l'abuso. Tanto nonostante qualunque argine volessimo erigere nulla impedirebbe ai provinciali di sparare inglesismi a raffica per apparire "cool"

marina ha detto...

concordo con progevolution: non esiste nessuno sbarramento possibile. I francesi tentarono addirittura di indicare alla radio nazionale quali parole inglesi non dovessero usare! (tra l'86 e l'89). Solo il buon gusto e il buon senso

sulle mele invece la penso come te. Ma chi le conosce tutte 'st mele? Io conoscevo le limoncelle perché piacevano a mio padre, ma ormai non esistono più.
E poi le mele con la loro etichetta sopra? Mi fanno incavolare!
marina

Arnicamontana ha detto...

Sono d'accordo che la lingua è in continua evoluzione!! Certo, sono d'accordissimo!Ma l'abuso esterofilo mi dà prurito! Giuro che ho sentito un'operatrice in banca chiedere ad un'anziana di fare lo spelling di un nome!!!E insomma...Poi, i francesi, si sa... "che s'incazzano, ché le palle ancora gli girano"!

Anonimo ha detto...

La lingua non vuole gendarmi...Si sviluppa come le pare, in genere per contaminazioni...Io in Francia ci vivo e il regime poliziesco, le contorsioni linguistiche che i francesi usano (unici al mondo) non difendono affatto la lingua ...la coprono solo di ridicolo, come quando il mouse lo chiamano "topino", o il podcast "téléchargement pour baladeur" (il baladeur è lo walkman!), oppure un "coach" che qui ti spingono a chiamare..."mentore"...
Potrei continuare per ore...la cosa più allucinante è che ogni volta che nelle frasi salta fuori un termine in inglese, i franzosi fanno una serissima raccomandazione nella Gazzetta Ufficiale, proponendo ufficialmente il termine che bisogna usare al suo posto...