Tra tutti i lavori periodici della campagna, la raccolta delle olive è quello che mi piace di più. Non è solo perché si sta in mezzo agli alberi, a volte proprio aggrovigliati, ma per tutto un insieme di gesti che si ripetono. Quando si raccolgono le olive si trascorre tutto il giorno all’aria aperta, anche con temperature basse, anche col forte maestrale, si sta fuori, a lavorare sempre di buonumore, a raccontarsi, a ricordare le annate precedenti. A volte ci piace onorare la tradizione, altre volte ci piace sperimentare nuovi metodi e nuovi sistemi. Capita anche, in certe domeniche di caccia, di sentire spari qua e là e tu magari sei sull’albero e pensi sempre che un giorno o l’altro ti scambieranno per un volatile e ti impallineranno. Anche se magari non è il momento della caccia ai volatili, chissenefrega, i cacciatori fanno un po’ come gli pare…sempre.
Ci si stanca, però alla sera si torna dentro e un bicchiere di vino rosso non ce lo toglie nessuno, magari anche più di uno…Ci sentiamo come bambini felici di aver compiuto i propri compiti, secondo me ci sentiamo anche più grandi, e ci piace ricompensarci e rallegrarci di una fatica bella.
Mi piacciono questi momenti, perché si sta in compagnia e anche da soli, e mi piacciono soprattutto quei momenti di silenzio che si creano, e ognuno è lì impegnato col suo ramo da pulire e assorto nei suoi pensieri. Poi la soddisfazione di gustare prima e soprattutto il profumo, che è come calarsi nelle viscere della terra, e poi il sapore fortissimo ma irrinunciabile dell’olio appena franto.
L’olivo, è universalmente riconosciuto come IL simbolo della pace…ironia della sorte, questo albero trova il suo abitat migliore in Palestina! Ho letto (ma sono costretta ad essere vaga e a non poter citare la fonte dell’informazione) che dalla seconda Intifada, sono stati sradicati dalle terre palestinesi più di mezzo milione di olivi. E che tra i coltivatori palestinesi e i campi coltivati sono stati messi tantissimi ostacoli, anche a causa del muro dell’apartheid costruito da Israele che, una volta completato, produrrà questa ulteriore beffa: su nove milioni di alberi di olivo censiti nella Palestina, solo un milione sarà raggiungibile!
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