20 novembre 2015

...una grande fotografa...



Ho visto qualche giorno fa il film documentario su Vivian Maier e non riesco a smettere di pensare a lei. Al fascino e al mistero che la sua figura porta con sé.
La bambinaia fotografa l’hanno chiamata in molti, dopo la scoperta, imperdonabilmente tardiva, della sua opera. Era una donna riservata ed eccentrica, così raccontano quelli che l’hanno vissuta, i bambini ormai adulti di cui si è presa cura, i pochi amici, le famiglie presso le quali ha lavorato…
Una donna alta, immensa, che portava grandi cappotti e camicie da uomo. E non voleva essere toccata. Con la Rolleyflex perennemente appesa la collo, ha fotografato la New York degli anni 50 e 60, ma non solo, cogliendo l’aspetto bizzarro e spesso crudele della vita.
Sorprendendo talvolta anche  la tenerezza della strada e i gesti di inesprimibile dolcezza.
Vivian scattava centinaia, migliaia di foto in b/n, e custodiva tutto nelle stanze che di volta in volta abitava e alle quali impediva l’accesso a chicchessia. Una sorta di Diane Arbus sconosciuta.
E tale sarebbe incredibilmente rimasta se un giovane e ignaro giornalista, John Maloof, non avesse comprato all’asta, ad un prezzo irrisorio, tutto il monumentale archivio della fotografa.
Nel film, Maloof racconta per quanto tempo l’establishment dell’arte abbia respinto le foto che lui stesso aveva iniziato a sviluppare, quanto ne sia rimasto colpevolmente indifferente. Fino a che le foto di Vivian, bellissime, commoventi, sarcastiche e originali, non arrirano pian piano al grande pubblico. E fu la gente a decretarne il successo. Le persone accorsero a visitare le esposizioni con un tale interesse da imporla infine all’attenzione dei media, fino a farne un caso.
Credo sia stato giusto così. Penso che una persona riservata, che raramente offriva immagini di sé e che custodiva gelosamente ogni scatto, ogni ripresa video… non anelasse ad un riconoscimento accademico. Tutti si interrogano sulle ragioni della sua ritrosia, io credo sia riconducibile alla sua natura riservata, difficile per gli altri e anche un po’ folle.
Così, Vivian Maier mi è rimasta dentro… perché la sua vita è misteriosa, si sa ben poco di lei, ma dal suo lavoro si intuisce una mente eccelsa, una grande solitudine e anche un terribile segreto portato via con sé.

Dopo aver lasciato Nuoro, la mostra è approdata a Milano. Ne consiglio vivamente la visita…

1 commento:

Emilia ha detto...

Quanta gente brava gira per il mondo silenziosa e lascia cose bellissime che mai avranno successo. Il mondo non è interessato a questo tipo di persona, ma a volte capita che qualcuno le scopra e ce ne faccia dono. Non è la gente che non capisce, come vorrebbero farci credere, ma è chi governa anche il mondo della cultura che non è interessato ad un certo tipo di persone. Un abbraccio e grazie sempre per il tuo passaggio. Il mondo dei blog è stato un po' abbandonato, ma meno male che tu ci sei ancora sempre.