19 maggio 2013

Ministro delle cose a posto



Da grande vorrei diventare Ministro delle Cose a posto. Non andrei da nessuna parte a spiegare dove prenderò i soldi per realizzare i miei progetti, resterei a casa a studiare delle strategie.

Come prima cosa farei studiare e formare tutti. Poi farei lavorare tutti e meno, perché il lavoro è importante ma la vita privata lo è di più.

Resisterei alle tentazioni remunerative e vieterei tutte le pubblicità che offendono o usano donne, bambini, vecchi, e minoranze di ogni genere.

Nobiliterei le minoranze.


Farei costruire più scuole, più ambulatori, più biblioteche. Introdurrei nelle scuole l’insegnamento dell’educazione sentimentale. E fin dalla prima infanzia, insieme ai genitori, dei corsi di educazione al rispetto e alla gentilezza. Perché solo così forse si può sperare di cambiare una mentalità che da millenni regola i rapporti tra i generi.

Farei dei parchi enormi dove umani e animali possano coesistere.

Parchi dove si possa studiare dal vivo la biologia e la botanica. Perché conoscerla aiuta a preservarla la natura.

Creerei più spazi per i bambini. Eliminerei l’agognato posto all’asilo nido che non tutte le famiglie possono permettersi e farei un concorso di idee per andare incontro alle madri single che lavorano.


 Vieterei le pubblicità che inneggiano all’anoressia, quelle che contengono messaggi volti all’apparire. Coltiverei in ogni modo e in ogni dove la cultura dell’essere.

E dell’essere cittadino in senso gramsciano.

Eliminerei il Ministero delle Difesa e con esso tutte le ingenti spese militari. Al suo posto istituirei il Ministero della Difesa e della diffusione della Cultura.


Poi metterei mano alla TV. Iniziando col togliere tutti quegli invadenti programmi che hanno come tema l’arte culinaria. Come se improvvisamente fossero tutti diventati inabili ai fornelli e che la preoccupazione maggiore fosse sempre quella di gozzovigliare. Al posto di questi format introdurrei programmi tematici di musica, arte, letteratura, filosofia, scienze naturali e scienze sociali, religione, geografia e storia.

Non farei pagare nessun canone e trasmetterei solo in una determinata fascia oraria. Non esisterebbe più la TV a tutte le ore. Per questa decisione sarei molto contestata, ma con tutte le alternative che sarei capace di offrire i mugugni si placherebbero presto.

Perché se si creano le occasioni giuste, può darsi che la gente smetta di chiudersi in casa davanti ad un elettrodomestico e si riprenda le strade, le piazze, i giardini.

3 commenti:

Romeo ha detto...

Eccomi qui, reaparecido. Sto ancora navigante sotto chiavetta, ecco perché non ti ho più infastidito, ma visto che mi hai provocato...
Al tuo programma manca l'obbligo di identità anche di genere grammaticale per cui, decaduto l'uso del maschile dove c'è importanza decisionale a cominciare da Dio, devi chiamarti Ministra. Sarebbe un'altra cosa a posto.
Ciao. Ti auguro buoni cosi.

arnicamontana ha detto...

Giusta osservazione Romeo! ma soprattutto grande piacere riavere i tuoi fastidi. buone cose anche a te, non sapevo fossi diventato un "navigante a chiavetta"...Ciao!

marina ha detto...

Saresti la mia Ministra
marina