2 giugno 2012
...la Gatteria di maggio
Mentre io cerco di misurarmi, per forza di cose, con la
nuova vita che ho dentro, la primavera qui intorno ha portato una carrellata di
gattini. Senza che quasi mi riprendessi da un parto ne scoprivo subito un altro
e poi un altro ancora. Le tre gatte hanno contemporaneamente deciso di cedere
alle lusinghe di chissà quale avventuroso maschio dei dintorni, compresi quelli
presenti qua.
Ed è per questo che ancora una volta penso che sì, tutto va
avanti, tutto continua, qualcosa reclama la mia presenza fisica e mentale, qualcosa richiama all’improvviso la mia attenzione…
”come
se niente fosse successo” si ripete come un mantra la mia mente.
Quando le cose vanno avanti “nonostante tutto” bisognerebbe
avere la forza di assecondarle, di avere rispetto per la strada che
seguono, staccarsi da se stessi e guardare tutto come dall’esterno…Non
concediamo il nostro rispetto ad una pianta che sceglie la sua direzione? In
natura certe forzature non vanno a buon fine. Così dovremmo guardare a ciò che
ci accade ogni giorno, non guardare i nostri passi a capo chino, ma camminare a
testa alta, essere così ardimentosi da guardare in faccia la vita.
La speranza di oggi mi viene da una frase di Dacia Maraini, tratta dal libro La grande festa
"[...] I morti e i vivi si possono incontrare in un giardino, in un campo, in un cortile assolato ingentilito da piante in vaso[...]"
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4 commenti:
Io cammino ancora a capo chino, solo per brevi tratti alzo la testa, mi obbligo, ancora,quando mi riesce un po' di leggerezza mi aiuta ad abbassare anche le mie spalle, perennemente chiuse e tese.
Quando mi ritaglio uno spazio mio e solo mio,il tempo per i miei gatti ed il mio piccolo giardino, lì, riesco ad ' esserci', per poco, ma completamente
Sono nuova del tuo spazio ed oggi mi è piaciuto lasciare una traccia
Adele, benvenuta...so cosa intendi, quando dici "mi obbligo"...che fatica indicibile però a volte questa costrizione! Mi auguro che un giorno anche questo esercizio diventi lieve. Grazie della tua traccia, un saluto
chissà perché io ho sempre pensato per sottrazione: tutto può andare , benissimo, avanti senza di me...
Ma forse ho peccato di scarso amor proprio.
-:)
Guglielmo, mi sento di darti una risposta seria serissima che è questa: quando le cose andassero avanti senza di me immmagino addirittuta un certo sollievo, insieme ad un pizzico di invidia. La percezione cambia se tutto procede nonostante l'assenza di persone care che non ci sono più, come quando cogli un attimo di bellezza, ne gioisci ma allo stesso tempo te ne senti ferito perché quelle persone, mancate all'improvviso, non possono più goderne. Scusa la pesantezza dei miei pensieri che si contrappone al tuo sorriso. Grazie del commento
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