1 marzo 2012

la tua immagine


Alla fine, nei miei giorni,

quello che mi torna è sempre la tua immagine.

I mille gesti quotidiani, quelli nuovi e quelli che si ripetono sempre uguali, a te mi riportano.

Non so viverla questa mancanza, questa cosa contro natura, non so viverla né dentro né fuori di me. Realizzo sempre cose nuove, che possano onorare la bellezza che eri. Instancabile, cerco idee, creo, perseguo quello che di me amavi.

Nel tuo nome.

E la tua immagine ritorna, carezzevole e in movimento,

come la cima di una giovinetta palma”…

Torna, a ricordarmi che sopravvivo, per mia fortuna e non mio malgrado, sopravvivo.

Ai tuoi giorni felici, ai tuoi sogni interrotti, alla danza dei tuoi passi.

Il mio tempo nuovo è dentro il ricordo costante di te e di ciò che la tua giovane età mi ha insegnato.

Io li riprenderò in mano i colori, non ho bisogno di promettere, perché ogni volta sento che ci sarai tu a ricordarmelo.

“ […] Noi, violenti, duriamo più a lungo.

Ma quando, in quale di tutte le vite

saremo mai aperti, pronti a ricevere?”

[R. M. Rilke. Da: I sonetti a Orfeo, part.II]


ancora e ancora per Scricciola

3 commenti:

giorgio giorgi ha detto...

Una carezza.

Giovanna ha detto...

...Che tristezza Angela! Sai dove mi sono soffermata in questo scritto così struggente e nel contempo così aperto alla speranza? sulla frase che dice. Sopravvivo per fortuna e non mio malgrado!"
C'è un che di dolce e rasserenante tra le pieghe di questo tuo dolore...c'è una presenza che supera l'assenza!
Cara, cara Angela...

arnicamontana ha detto...

Giorgio e Giovanna...vi ringrazio commossa