11 gennaio 2011

esimersi

Volevo chiudere gli occhi su questo mio tempo difficile, e su quello difficile per tutti.

Sul ricatto agli operai, ché una cosa così non si era mai vista.

Tapparmi le orecchie,

non ascoltare l’ultima invettiva del santo padre sull’educazione sessuale…

Chiudere gli occhi sul neonato morto di freddo a Bologna, certamente nell’indifferenza più o meno generale.

Volevo esimermi, non sentire altro. Difendermi dall’assalto del brutto e del peggio.


Ma avevo coltivato sufficiente speranza…

Durante la mia infanzia, la fine dell’estate era sancita dall’approvvigionamento della legna per l’inverno. Una volta sistemati i ciocchi, ci si sentiva veramente al riparo da tutto. Questa esperienza mi è rimasta incollata addosso e per fortuna, quest’anno, insieme alla provvista della legna per l’inverno avevo sistemato anche la provvista di fiducia, senza quella sì che si sta al freddo!



10 commenti:

Emilia ha detto...

Carissima amica, forse è diffcile oggi avere fiducia, ma un po' di sana rabbia che ci faccia rialzare la testa per non mollare...
Cercherò anche io questa legna preziosa. Un abbraccio

giorgio ha detto...

Occhioni spalancati, cara Arnica, se non ora, quando? Quando tutto va bene ci si può anche addormentare, ora no.

Spes ultima dea, vae victis (guai ai vinti), ecc. ecc.

Giorgio

Lara ha detto...

Con tutto quello che si è costretti a vivere o a vedere vivere, è necessario avere un bel po' di legna. Non per escludersi dal mondo e chiamarsi fuori. Solo per ritrovare le energie per continuare.
Un abbraccio, cara Arnica.
Lara

Anonimo ha detto...

Fiducia cioè aver fede, credere, sperare in qualcosa di meglio... allo stato a qualcuno viene assai difficile e se deve fare freddo, lasceremo che sia gelo.
Nel deserto è difficile far legna.

Angelo azzurro ha detto...

Io, purtroppo, ho fatto poche provviste quest'anno: sono a corto di tutto. E la candela si sta spegnendo. Prevedo tempi duri e oscuri.

amatamari© ha detto...

Speranza e fiducia nell'essere umano? A questo punto del mio percorso, a guardare bene come vanno le cose nel mondo, non trovo dentro di me altro che un anelito di giustizia. Adesso, subito, per chi non ha voce, per chi non l'ha mai avuta. Ma non è la speranza che mi muove quanto piuttosto il sentirmi parte di quelle persone costrette al silenzio.
Grazie per il tuo post, per questa tua voce che arriva al cuore.
:-)

Anonimo ha detto...

Mi mancavi...
legna non sono ma carne e ossa e cuore, aperta a riscaldarti e ad ascoltarti, sempre. e forse, per quanto lo vorrei e per quanto ce ne sia bisogno, non ancora abbastanza pronta (sara' la parola giusta?) a combattere tutto quel freddo di cui parli.

I colpi piu' o meno forti che incassiamo ogni giorno fanno riaccendere la nostra speranza, no? E anche la nostra forza. Il problema e' che c'e' come una lingua che dovrebbe essere comune a tutti ma che troppi ancora non riescono o non vogliono intendere, ed e' questo impedimento che blocca ogni cosa.

Se non ti dovesse bastare quella legna Carissima A., e neanche l'abbraccio del tuo ZizouGat in un batter d'ali saro' da te...

Scricciola

Giovanna ha detto...

Scrivi meno...ma in questa essenzialità esprimi il tuo essere e il tuo sentire in maniera ancor più dirompente!Già, preparare una scorta di legna per scaldarci...una scorta di fiducia per continuare a sperare. Dici che arrivare impreparati alle cose è peggio? Forse si soffre meno? Forse si affronta meglio? Sai che me lo sto chiedendo spesso?
Il mio prepararmi prima alle cose mi fa star male anche prima che accadano, per cui...non so, vi arrivo stremata!
Un bacio!

desaparecida ha detto...

riesci sempre con una semplicità disarmante a dare molta carica senza nascondere le cose.
Qualità che ti ammiro enormemente.

Vorrei darti l'energia che ho dentro,darla per condividere come fossimo insieme davanti al camino a scherzare.

Un bacio :)

guglielmo ha detto...

Temo dovremo disboscare diverse foreste...