13 novembre 2010

utile e inutile

Ci sono delle erbe selvatiche, alcune tra quelle che con spregio definiamo erbacce, che svolgono un’ utilissima funzione di arricchimento del terreno e ne tracciano lo stato di salute. Questa cosa mi ha sempre affascinata, perciò amo con tutta me stessa il Centocchio, che ricambiandomi ampiamente, qui cresce rigogliosissimo e di almeno tre colori!

Il Centocchio è tra le infestanti che indicano ad esempio un terreno ricco di umus, e quindi quando lo si incontra bisogna rivolgergli uno sguardo particolarmente grato e soddisfatto. Lui, nella sua spontanea semplicità, secondo me non lo sa di essere tanto prezioso.

Questo fatto delle infestanti così utili mi porta a riflettere su ciò che riteniamo inutile o indegno.

Il vecchio contadino, con cui di tanto in tanto intrattengo opportune conversazioni sulle tecniche colturali, sostiene con forza che il grande pino che sovrasta la parte alta della mia campagna, in definitiva non ci stia a far niente. Io difendo strenuamente l’albero, il contadino annuisce ma ribadisce: non serve a niente. E’ cresciuto in tempi non sciuponi e la vita gli ha insegnato ad avere una visione utilitaristica delle cose. Ciò che non produce non ha ragione di esistere.

Contraria a questa teoria osservo il pino e faccio altre considerazioni: sta finendo per creare troppa ombra agli olivi, sotto i pini, si sa, non cresce niente, infine… concludo (catastroficamente) che un forte maestrale prima o poi potrebbe sradicarlo e lui si abbatterebbe rovinosamente sugli altri alberi. In quel caso la sua maestosa bellezza e la sua ombra rigenerante mi mancherebbero, e capisco che sarebbero le sue qualità a farmi pensare a lui.


Così con le persone…è bello alimentare gli aspetti positivi piuttosto che concentrarsi su nei e mancanze.

Tutto quello che, in qualunque modo, ci fa bene o ci comunica bellezza è utile e necessario.

Io lascerò che il pino segua il suo ciclo naturale, bello e utile, farò in modo che rischi e previsioni negative non offuschino la mia ammirazione.

Perché noi non siamo così determinanti, tutto si compie comunque.

11 commenti:

guglielmo ha detto...

Si i contadini hanno una visione utilitarista della natura che si traduce anche nel non dare un nome alle erbacce. Quando raccoglievo i per un erbario i nomi dialettali delle piante al mio paese ho scoperto che tutto le piante che non "servivano" alla produzione agricola erano semplicemente "erbacce" o "erba mata" o "graminia"...
Anche i contadini hanno perso la loro saggezza antica e sono diventati spesso schiavi della chimica; per fortuna quasi tutti hanno fatto questa fine, altri hanno riscoperto le erbacce che ora coltivano addirittura...
Anche le streghe non ci sono più per insegnare che forse quelle erbe...

Lara ha detto...

"...Perché noi non siamo così determinanti, tutto si compie comunque."
E' così, cara Arnica...
Ora vado a cercare cosa sia il centocchio.
Con affetto, ciao.

amatamari© ha detto...

Il passo successivo e' considerare se le cose inutili possano essere o non essere pericolose: il pino prima o dopo cadrà, si spera lontano dalle nostre teste...
:-)

Venti dell'Est ha detto...

Il tuo pino produce emozioni. Se il contadino non lo "intuisce" da se' (notare l'apostrofo e NON l'accento...tsk!) sarà pure datato, ma certo non è saggio. A volte penso che certi vecchi contadini fossero più aridi che saggi...almeno quelli che ho conosciuto io. Quanto al maestrale...se vuole ti sradica pure gli ulivi, abbiamo già visto no? Del resto noi stessi potremmo cadere prima del pino, ma non è un buon motivo per abbatterci. In nessun senso.

Angelo azzurro ha detto...

Il solo fatto che ti dia ombra che rigenera il tuo spirito, lo fa di per sè importante. E comunque. Ogni albero ha diritto di vivere finchè madre natura non decide del contrario. Io sto con il pino e con tutti quegli esseri(ma anche cose) che apparentemente non servono a nulla. Fanno parte del Tutto: è per questo che il mondo ci appare così straordinario.

Emilia ha detto...

Sono sulla tua stessa lunghezza d'onda... C'è tanto "inutile" che a volte fa più bene che "l'utile". E poi chi dice cosa lo è o non lo è utile?
Un abbraccio cara amica

giorgio ha detto...

Vorrei mettere la mia firma per sottoscrivere questo post integralmente.
Quasi un post religioso, mia cara amica!
Giorgio

Giovanna ha detto...

Innanzi tutto un abbraccio mia cara!Mi hai fatto venire in mente la decisione presa di recente di tagliare delle palme che mamma aveva piantato nelle aiuole. Sono cresciute a dismisura arrivando al tetto ed infiltrandosi quasi sotto la casa. Babbo diceva che non ci stavano a far nulla...e che soprattutto ora che devo fare certi lavori servivano ancor di meno. E' stata una lotta durata mesi.Mi rifiutavo di tagliarle, di farle morire. Era, tra le altre cose, come fare un affronto a mamma che non c'è più!Abbiamo chiesto a tanta gente, tutti le volevano, erano bellissime...ma nessuno voleva spendere per averle ( mi riferisco ai costi per sradicarle). Fortuna che l'impresario, un amante delle piante e della terra pur di averle si è accollato le spese ed ora fanno bella mostra nel suo immenso giardino, spiate e curate!Ecco, quelle piante comunicano bellezza...e niente ci è più utile!
L'utilità...è una cosa soggettiva..e tutto ciò che è utile al nostro spirito non ha prezzo ma un immenso valore!

Vera ha detto...

E a forza di tagliare alberi e siepi "inutili" danno al maestrale la forza che non avrebbe se imbrigliato dagli innumerabili ramoscelli

Emilia ha detto...

Ti lascio un caro saluto

Veronica ha detto...

..un post che parla di tante cose dentro e dietro le righe.. un abbraccio di ringraziamento..