1 novembre 2009

mors tua...

Pensavo in questi giorni che quando uno Stato firma per la rogatoria contro la pena di morte è alla vita che inneggia, è la sacralità della vita che celebra…

E come chiamare allora uno Stato in cui la vita è continuamente compromessa?

Uno Stato che si fa garante della sicurezza sul posto di lavoro e che seppellisce centinaia di morti sul lavoro, che chiamano morti bianche…

Uno Stato che si fa garante della sicurezza dei cittadini, anche quelli dentro le carceri, quelli che dovrebbe “custodire” e “cautelare”, e che alleva dentro le mura secondini giustizieri…

E le morti in ospedale, per malasanità?

Le morti di quella parte di umanità che diventa irregolare?


La vita non è importante per tutti e ovunque in questo strano Paese.


La sacralità della vita sembra valga solo quando è sul corpo delle donne che si vuole decidere…


Stefano Cucchi è solo l’ultimo in ordine di tempo…

Mi lascia sgomenta il silenzio diffuso sulle troppe morti nelle carceri italiane che chiedono verità. Mi amareggia che anche i giornalisti attenti e orgogliosamente schierati non ritengano opportuno dedicare all’argomento una o più puntate (e non appena 3 minuti en passant dedicati alla sorella dell’ultima vittima in carcere)…

La libertà nel giornalismo non dovrebbe includere anche quella di occuparsi soprattutto di ciò che non viene alla luce, oltre (e non solo) degli ultimi torbidi scandali di potere?

9 commenti:

guglielmo ha detto...

Già...ci sono corpi e corpi...quelli di tanta gente contano meno di niente...

lodolite ha detto...

condivido e penso a quei genitori..ciao simona

desaparecida ha detto...

La sacralità della vita è solo un termine desueto ormai...

non lo dico con cinismo ma con rabbia e molto dolore.

Lara ha detto...

Non credo, cara Arnica, che esista ancora la libertà (di stampa?).
Mi è bastato vedere, chiamata da mio marito, il pezzo di Ballarò.

Mi ricordo di Federico Aldrovandi che, per quanto almeno si sa, fu il primo ad essere una morte sospetta, e il blog della madre. Successe anni fa, ma la stampa e meno che mai la televisione non ne parlarono. C'era e c'è internet, ma intanto questi ragazzi sono morti.
Scusami cara amica, credo che tu abbia proprio ragione, purtroppo.
Un bacio,
Lara

SILVIA ha detto...

bella lì.....ti stimo

Giovanna ha detto...

Ohi ohi ohi...mi sembra di essere un pò stupida a ripetere sempre le stesse cose...a pormi sempre le stesse domande che ti poni tu, senza peraltro aver risposte,o...peggio che mai, darmele...

Lucia ha detto...

Vedi tesoro, il problema dell'Italia non è che non c'è libertà di stampa...è che non ci sono i giornalisti. Non esiste proprio questa categoria. Abbiamo un bell' esercito di scribacchini scodinzolanti alla perenne ricerca di un padrone da slinguazzare...e, diciamocelo, qualcuno più furbetto che urla allo scandalo indossando la magliettina con scritto "contro" e intanto ci rifila anche le sue preziose agendine...(ogni riferimento a Marco Travaglio & Co.è puramente voluto...) Ma fosse solo questo....il problema maggiore è che in questo paese non esistono i "cittadini"...

Arnicamontana ha detto...

mi rendo conto che non è di domande retoriche che si ha bisogno...Pur continuando a seguirla, confesso di aver sviluppato una certa insofferenza per la trasmissione di Santoro, e l’ultima mi ha proprio fatta imbestialire. Anche perché conosco l’indifferenza che Santoro ha sempre mostrato rispetto al caso, per esempio, di Nicki Aprile Gatti (http://nikiaprilegatti.blogspot.com). Tempestato di mail che gli chiedevano di occuparsene non ha mai neanche risposto. Non mi piace come si pone rispetto alle tematiche che riguardano le donne, non mi piace la figura che si è inventato della “giovane giornalista” che dovrebbe riportare il punto di vista dei giovani e che mi sembra una macchietta. Tre minuti e forse meno per sfiorare un qualunque argomento, dal serio al tragico come nella puntata a cui faccio riferimento nel post. Mi fa incazzare l'idea che si ha di questa benedetta "libertà" nel giornalismo, anche se non amo generalizzare diciamo che sono stanca di chi segue la corrente dello share!
Lucia, ma i cittadini....saranno stati tutti ingoiati dalla TV??? ;-)

Grazie a tutti

amatamari© ha detto...

Se già prima non eravamo tutti uguali ora lo siamo ancora di meno.
Davanti alla giustizia, sul posto di lavoro, nella povertà ed anche al momento della morte. Trattamenti differenziati, leggi ad hoc, tappeti rossi e pensioni dorate.
Ed il coraggio della voce libera si è quasi spento.
Eppure io so che molti come me sono ancora capaci di indignarsi, e mi sento meno sola.

Grazie per il tuo scritto.