25 gennaio 2008

27 gennaio Giornata della Memoria

Piccola bibliografia per non dimenticare

E. Sprinter: L’eco del silenzio, Venezia : Marsilio, 2003

R. Ligocka: La bambina col cappotto rosso, Milano : Mondadori, 2001

T. Birger: Ho sognato la cioccolata per anni, Casale Monferrato : Piemme, 1999

G. Campus: Il treno di Piazza Giudia, Cuneo : L’Arciere, 1995

T. Birger: Da bambina ho fatto una promessa, Casale Monferrato : Piemme, 2006

H. Schneider: Lasciami andare, madre, Milano : Adelphi, 2001

E. Bruck: Signora Auschwitz, Venezia : Marsilio, 1999

P. Levi: I sommersi e i salvati, Torino : Einaudi, 1986

U. Rütter Barzaghi: Un bambino piange ancora, Milano : TEA, 2004

Hitler e il nazismo: album del Terzo Reich, Milano : Rizzoli, 1994 (a cura di Giorgio Galli)

A.Colombo: Gli ebrei hanno 6 dita, Milano : Feltrinelli, 2005

C.Pressburger: Il diario di Petr Ginz, Milano : Frassinelli, 2006

Storia della Shoah. Vol. I La crisi dell’Europa, lo sterminio degli ebrei, Torino : UTET, 2005

E. Hillesum: Diario 1941-1943, Milano : Adelphi, 1996

F. Uhlman: L'amico ritrovato, Milano : Fltrinelli,2003

G. De Angelis: Le donne e la shoah, Roma : Avagliano,2007

17 gennaio 2008

Stormi di storni



Sono rimasta incantata, questo pomeriggio, a guardare gli storni librarsi leggeri e armoniosi. Ho letto qualche giorno fa che esistono due tipologie di volo: il flappeggio, o volo di potenza, e il planaggio, o volo planato.

Mi sono sentita piccola e disorganizzata al loro cospetto, ho pensato a quanti voli bassi riusciamo ad infliggerci, e a quante volte ci neghiamo il lusso della leggerezza di un volo a planare. La natura è sempre più maestra di vita…Sempre più, perché mai come oggi che tutto è frenetico e nevrotizzante, avremmo bisogno di armonia ed equilibrio. Bisogno.

Bi-sogno (sogno sognato due volte)

11 gennaio 2008

...in preda ad astratti furori...

E’proprio vero che in questo Paese si dimentica in fretta. Nel Paese delle stragi di Stato, rimaste ancora impunite, si fa presto ad affossare, a nascondere e a dimenticare. A 7 anni di distanza dal G8 di Genova, e direi da una delle pagine più vergognose degli ultimi anni della nostra storia, il Governo di CENTRO-sinistra e il Governatore della Sardegna (anch’esso di CENTRO-sinistra) hanno deciso di ospitare il prossimo G8 in Sardegna. Precisamente nell’isoletta della Maddalena. Quella, per intenderci, che fino allo scorso anno, per 35 anni, ha ospitato le basi della Marina militare americana.

Beh, dopo tanti anni di servitù agli Stati Uniti, e proprio quando l’isola doveva ancora essere restituita alla comunità sarda, ecco la sorpresina! Si è deciso di sequestrarla ancora, e recintarla e blindarla per ospitare i potenti della Terra, che si riuniscono per decidere le sorti di popolazioni che non rappresentano. Tutta la mia storica avversione per questo tipo di “incontro” si fa grido di rabbia. Per chi non vuole dimenticare, il G8 in Italia ha le immagini di violenze inaudite, ha l’orrore di un ragazzo morto e investito, da morto, dalla camionetta dei carabinieri. Il G8 in Italia, ha la faccia di Carlo Giuliani, ha lo sgomento di tante persone pacifiche calpestate a sangue. A tutti questi, nessuno ha mai chiesto scusa. I massimi dirigenti delle forze dell’ordine in carica nel 2001 sono ancora ai loro posti, e anzi alcuni di loro, per quanto imputati nei processi seguiti al G8, sono stati promossi.

Nessuno vuole il G8. Solo i potenti della Terra che hanno tanto piacere ad incontrarsi, a spendere per questi incontri una quantità inaudita di denaro (che da solo basterebbe a risolvere il problema dell’acqua in Africa!), e che per decidere il bene dell’umanità hanno bisogno di blindarsi e di mettere in stato d’assedio tutto il circondario.

La terra, l’aria, il mare di loro dominio.

E io non dimentico.

Non dimentico che le decisioni che poi prendono rimangono quasi sempre vaghe promesse, come gli impegni assunti al G8 del 2001 sulla lotta all’AIDS nei Paesi del cosiddetto Terzo mondo, del tutto disattesi.

Fino ad oggi, poche voci ho sentito levarsi contro, o quanto meno pronunciarsi, e ho paura che questo silenzio dei sardi su questa prospettiva rappresenti il silenzio di quella che un tempo lontano si chiamava Sinistra. E si riconosceva in quelle persone che sapevano guardare oltre il proprio orticello, che avevano un’etica e una morale politica. Che avevano coerenza. Per esempio manifestavano, nello specifico,contro le basi USA nel proprio territorio, ne chiedevano la smilitarizzazione, non si facevano abbagliare dall’idea che “gli americani portano soldi e lavoro”.

Se ancora esistono queste persone, aspetto con ansia il loro grido di protesta.

10 gennaio 2008

Tahar Ben Jelloun


Io non ho bisogno di denaro. Ho bisogno di sentimenti, di parole, di parole scelte sapientemente, di fiori detti pensieri, di rose dette presenze, di sogni che abitino gli alberi, di canzoni che facciano danzare le statue, di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti...Ho bisogno di poesia, questa magia che brucia la pesantezza delle parole, che risveglia le emozioni e dà loro colori nuovi.
[
Tahar Ben Jelloun, Amori stregati]

Pensieri saltellanti di un pomeriggio invernale

Mi piaceva scrivere, sempre, ovunque, di tutto.

Mi piaceva e lo facevo.

Scrivevo lunghe lettere, che qualche volta rimanevano senza risposta. Mi lamentavo continuamente che la gente non scriveva più!

Amavo tenere corrispondenze, mi curavo di cercare della carta da lettera che fosse bella, colorata, originale…Non sempre badavo al prezzo, quello che contava era riporre la massima cura in questa forma di comunicazione che, senza esitazione, avevo eletto a preferita.

Con l’avvento di Internet pensai che finalmente la gente avrebbe ripreso a scrivere. Una mail potevi scriverla, inviarla e saperla arrivata in tempo reale. In seguito ad accordo potevi addirittura avere la risposta in tempo reale. Meglio di così!!!

Io scrivevo, spesso affidavo alla letterina elettronica quella confidenza che solo le vecchie lettere scritte a mano sembravano contenere. Ebbi addirittura occasione, con l’ingresso del computer nelle case, di ritrovare vecchi amici, ai quali pure scrivevo. Mi guardavo intorno e tutti sembravano improvvisamente ansiosi di fornire i loro indirizzi, di essere rintracciabili.

L’euforia della posta elettronica, tuttavia, fu di breve durata. Ben presto il diversivo si trasformò anch’esso in sottrazione di tempo necessario pertuttoilresto.

E io ripresi a lamentarmi. Ma non demordevo.

Intanto riempivo di pensieri sparsi il mio moleskine, quasi quotidianamente. A volte mi vedevo come il personaggio di quel film noioso dove la protagonista, che balla da sola, affida pensieri bellissimi a dei foglietti di carta che poi bruciava o buttava via.

Ma io non buttavo via niente. Archivista-documentarista dei miei pensieri, custode instancabile di parole e impressioni.

I momenti di confronto a due, con qualcuno che non apparteneva al ristrettissimo gruppo di persone con cui potevo dirmi in intimità, mi risultava piacevole eppure spesso….come dire? Inappagante.

Perché poi subito, appena ne avevo l’occasione, scrivevo su quell’incontro, sulle cose dette e soprattutto su quelle taciute. Era come se preferissi continuare la conversazione in un salotto più comodo dove mi sentivo più a mio agio.

Ho questo ricordo di me per molti anni. Sono un pò stranetta,lo so...

Ora esistono i blog ed è bellissimo. Ho avuta la fortuna di fare degli incontri che mi fanno sentire più forte e che regalano sorrisi inaspettati alle mie giornate.

Oggi, mentre lavoravo in campagna, intenta a potare, raccogliere fogliame, pulire un’aiuola, con i fedelissimi cani al mio fianco, è di questo che mi sono sentita riconoscente.

3 gennaio 2008

Filastrocca di Capodanno

una puntina di leggerezza in questo blog che rischia (?) di diventare troppo serioso...una filastrocca che mi ha sempre fatto sorridere, e quindi, anche solo per questo, mi va di condividerla


Filastrocca di Capodanno
fammi gli auguri per tutto l'anno
Voglio un gennaio col sole d'aprile
un luglio fresco, un marzo gentile
Voglio un giorno senza sera
voglio un mare senza bufera
Voglio un pane sempre fresco
sul cipresso i fiori del pesco
Che siano amici il gatto e il cane
che diano latte le fontane

Se voglio troppo, non darmi niente
Dammi una faccia allegra solamente

[Gianni Rodari]

1 gennaio 2008

Silenzi


I massi granitici della Gallura mi hanno sempre fatto un effetto particolare. Un misto di inquietudine e di fascino…Ogni volta che mi imbatto in questa espressione della natura sento un senso di appartenenza, come se io fossi stata lì, presente, al formarsi di quella roccia, come se sentissi sul mio viso il forte vento di maestrale che leviga, addolcisce lo sguardo, plasma un profilo. E ispira coraggio. Ma soprattutto, quando si è disposti a lasciarsi attraversare dalle emozioni, ti fa sentire in armonia col mondo intero.
E così, in questo silenzio di vento, di corbezzoli e lentischi ed eriche, in questo silenzio magico pensavo, per il nuovo anno, che mi sarebbe piaciuto se - come si è arrivati ad una moratoria sulla pena di morte - pian piano si giungesse ad una moratoria su TUTTE le guerre. Che la guerra come principio venga proprio bandita. E già che non bisogna mai rinunciare ai sogni, io questo sogno me lo permetto! Buon anno a tutto il mondo