26 luglio 2009

...a quest'ora

Poggiata a un davanzale davanti ad una strada
vuota a quest'ora quasi di campagna
cosa racconto io? racconto l'aria.

L'aria che cerco, quella che trovo,
che torna in visita per farsi riconoscere,
un'aria semplice, composta, delicata,
aria dimenticata, che sempre quando arriva
mi trova impreparata.

[Patrizia Cavalli da: Pigre divinità e pigra sorte, Einaudi, c2006]

Disegno: ©Arnicamontana



21 luglio 2009

ABC

Ogni mattina, mentre sorseggio il caffè, ho l’abitudine di leggere una poesia.

Una poesia per iniziare la giornata dovrebbe essere d’obbligo. E' quasi sempre il caso a guidare la mia scelta e oggi mi sono capitati questi versi che mi hanno riportata ad un inconcludibile confronto con un’amica su quanto conti lo sguardo degli altri su di noi. Prima o poi vorrei parlare di questa poetessa straordinariamente ironica …


ABC

Ormai non saprò più

cosa di me pensasse A.

Se B. fino all’ultimo non mi abbia perdonata.

Perché C. fingesse che fosse tutto a posto.

Che parte avesse D. nel silenzio di E.

Cosa si aspettasse F., sempre che si aspettasse

qualcosa.

Perché G facesse finta, benché sapesse bene.

Cosa avesse da nascondere H.

Cosa volesse aggiungere I.

Se il fatto che io c’ero, lì accanto,

avesse un qualunque significato

per J. per K. e il restante alfabeto.

Wisława Szymborska

[da: Due punti, Adelphi, 2008]


20 luglio 2009

una mail

dal blog di marina prendo questa segnalazione:

Una mail al Ministro Alfano per chiedere un'ispezione al Carcere di Sollicciano dove troppi detenuti perdono la vita in "circostanze misteriose" Così come chiede Ornella, la madre di Niki, cerchiamo di diffondere e di attivarci tutti.
Grazie!

17 luglio 2009

concerti da cani

Disegno: ©Arnicamontana


Tutti i giorni i miei cani, per un pochino, ululano all’unisono…

Puntano il muso al cielo e si esibiscono in un concerto che si conclude all’improvviso così come all’improvviso è iniziato.

In una delle riviste specializzate più divulgate in materia di animali domestici, ho letto che si comportano così quando hanno paura e si sentono minacciati da rumori estranei.

Gli anni di esperienza mi hanno però suggerito almeno altre due ragioni: la prima è che dialogano con i cani delle altre campagne (ma questa interpretazione è viziata dalla bellissima scena del film disneyano La carica dei 101), l’altra è che lo fanno quando si sentono soli. Nello specifico, ho notato il verificarsi del concerto la mattina quando esco per andare al lavoro, proprio quando mi chiudo il cancello alle spalle! e la sera quando spengo le luci e vado a dormire.

Loro sentono quando mi assento.

Proprio come accade in certi legami empatici, come accade alle persone che si pensano, come quando qualcosa di impercettibile ti porta lo sconforto di una persona cara e lontana. Lo sconforto arriva sempre per primo nelle sensazioni.


Sentono e canonizzano la solitudine con quel concertino.


Chiamala visione antropocentrica, ma io sento che è così.


I miei cani ululano all’unisono e certe notti mi piace immaginare cosa si dicono con i vicini, se si rassicurano a vicenda, se si passano l’avviso che da quel momento occorre stare più in guardia…Chissà se si rimproverano come facciamo noi, anche a distanza. Chissà se c’è un preventivo accordo di solidarietà quando la notte cala e le ombre sembrano farsi minacciose…


I miei cani ululano e chi dorme da me lo sa e chi non lo sa, lo sappia.

Non ci penso nemmeno a zittirli. E’ il loro momento.

Io mi sento al sicuro con i miei cani e loro con me. Non è tanto frequente un senso di protezione così reciproca!

Mi sa che una di queste notti mi unisco ai vocalizzi!



10 luglio 2009

pensieri ventosi

Il nostro errore più grande è quello di cercare di destare in ciascuno proprio quelle virtù che non possiede, dimenticando di coltivare quelle che ha

[Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano]


La meravigliosa mente di questa scrittrice ha sempre avuto un fascino particolare su di me, poche altre mi incantano allo stesso modo.

E queste parole me le porto dentro, e anche fuori. Come un monito…

Possiamo vederla nel vissuto di tutti i giorni questa strana vocazione a voler conformare gli altri a noi, al nostro mondo, alle nostre scelte, ai nostri vizi. Quanto stanno in ombra certe virtù!

Quasi si preferisca prestare attenzione più ai difetti, alle mancanze, alle contraddizioni...

Ci sono virtù innate e virtù acquisite, mi sembra che entrambe volgano al bene. Non penso alle virtù teologali, ma a quelle morali, alle virtù che abitano certi individui talvolta inconsapevoli.


…“dimenticando di coltivare quelle che ha”


accende un campanello d’allarme, fa stare un po' in apprensione questa dimenticanza, fa sentire in difetto…

Qualche volta ad esempio, devo ammettere, rimango sorpresa nel verificare che il lamento trova sempre complicità e solidarietà, mentre la gioia o la fiducia sono poco di tendenza.

Può essere che taluni si sentano irritati dalla gioia degli altri perché in essa vivono il riflesso della propria incapacità a gioire?

Cosa c’è dietro l’inettitudine a coltivare certe virtù che ce le fa quasi sembrare fuori luogo in chi le possiede?

Questa giornata ostinata come il vento che la attraversa porta pensieri contorti e distorti, per niente estivi e per niente leggeri.


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Se torno alla realtà di questi giorni, mi vengono in mente le virtù teologali e in particolare la carità che è la più importante, mi sembra di ricordare. Se penso alla carità mi vengono in mente i grandi della terra riuniti a decidere le sorti del pianeta, soprattutto a decidere sulla testa di chi NON rappresentano. Mi assalgono ragionevoli dubbi se penso a come possono esprimere la carità: spendendo e spandendo, blindando e mettendo sotto assedio una città già mortalmente ferita, promettendo spiccioli al continente africano e interventi insufficienti sulla riduzione delle emissioni globali.

I summit come questo sono sempre una farsa e il nostro presidente ha contratto il vizio: ne promette anche un altro entro l’anno. Quasi quasi ci ha preso gusto…

5 luglio 2009

Aneddoto

[Vincent van Gogh, Contadino con zappa, 1885]

Quando Tzu-Gung viaggiava nelle regioni a nord del fiume Han vide un vecchio che lavorava nel suo orto. Aveva scavato un canale per l’irrigazione. L’uomo si calava in un pozzo, portava su a braccia un recipiente pieno d’acqua e lo versava nel canale. Compì così sforzi terribili con risultati apparentemente mediocri. Tzu-Gung disse: “C’è un sistema con il quale potresti irrigare cento canali in un giorno con uno sforzo minimo. Non ti piacerebbe conoscerlo?”

Il contadino si alzò, lo guardò e disse:

" E quale sarebbe?”

Tzu-Gung replicò: “Prendi una leva di legno, pesante dietro e leggera davanti. In questo modo potrai portar su l’acqua con la stessa rapidità con la quale sgorga.”


Allora il vecchio si arrabbiò e disse:


“Ho sentito dire dal mio maestro che chiunque si serve delle macchine fa il suo lavoro come una macchina e a colui che fa il suo lavoro come una macchina viene un cuore come una macchina e colui che ha in petto un cuore come una macchina perde la propria semplicità. Colui che ha perduto la propria semplicità diventa malsicuro nelle lotte dell’anima. E l’incertezza nelle lotte dell’anima è qualcosa che non concorda con l’onestà. Non è che io non conosca queste cose; mi vergogno di adoperarle”.


Da: M. McLuhan: “Gli strumenti del comunicare” Garzanti, 1986