23 marzo 2012

blog e diari di bordo

La mente umana è avvezza a viaggiare con la fantasia. Penso sempre nel bene e nel male, perché siamo tanto abili ad immaginare cose fantastiche e inarrivabili, quanto a figurarci catastrofi e tragedie greche. Ma ci sono cose che proprio mai ti saresti aspettato, neanche nei momenti di più cupo pessimismo. Cose che non si potevano mettere in conto, cose a cui mai e poi mai e poi mai avresti potuto abituarti.

La morte di Scricciola, che non è arrivata al suo 30° compleanno, rappresenta anche questo per me. Una cosa inimmaginabile che genera un tempo nuovo nel mio cuore.

Per questo le ultime pagine del mio blog sono così tristi da imbarazzare persino me, ma è questo che c’è nelle mie giornate e nelle notti agitate.

Questo blog aveva inizialmente l’intento, non so se l’ho mantenuto, di segnare quello che si fermava nei miei giorni. Ero abituata, negli assembramenti studenteschi prima, e in un’altra famiglia che ho avuto poi, a compilare diligentemente un diario di bordo, dove si annotavano i lavori della casa e della campagna, ma anche tutti i momenti in comune con gli amici. Chiunque poteva scriverci su.

E a quel diario, in particolare, voglio molto bene.

Così, una volta aperto il blog, ho miseramente tralasciato il mio Diario di bordo, che col blog non può essere sostituito. Semplicemente perché con questo mezzo che io ho creato e che gestisco irregolarmente, non ho la confidenza e l’intimità che sentivo col vecchio diario.

Scusate l’amargura di questi ultimi tempi, e se possibile cercate di capire.

Un caro saluto a tutti i miei lettori e a quelli di passaggio

16 marzo 2012

tagliente nostalgia

Disegno: ©Arnicamontana

8 marzo 2012

cosa fare della fragilità

Dall'intervista a Michela Marzano sul suo ultimo libro *, riporto:

[...] accettare il fatto che sei fragile e farne un punto di forza. Perché in fondo la fragilità, credo, mi permetta poi oggi di sentire cose che altri non sentono.
Perché quando non si è fragili ci si chiude a chiave e si attraversa il mondo.
Mentre quando si ha questa fragilità il mondo lo si beve, e quando lo si beve lo si può anche restituire[...]



Mi ci sono riconosciuta subito su questa accezione della fragilità, e mi è piaciuto il concetto che si possa bere il mondo per poi restituirlo…Chissà…L’impegno più grande e arduo sta nel trasformare la fragilità in punto di forza ; io non riesco ad immaginarlo.

Ancora, a questo punto del percorso della mia vita, non lo so neanche immaginare.


*Michela Marzano, Volevo essere una farfalla : come l'anoressia mi ha insegnato a vivere, Mondadori, 2011


1 marzo 2012

la tua immagine


Alla fine, nei miei giorni,

quello che mi torna è sempre la tua immagine.

I mille gesti quotidiani, quelli nuovi e quelli che si ripetono sempre uguali, a te mi riportano.

Non so viverla questa mancanza, questa cosa contro natura, non so viverla né dentro né fuori di me. Realizzo sempre cose nuove, che possano onorare la bellezza che eri. Instancabile, cerco idee, creo, perseguo quello che di me amavi.

Nel tuo nome.

E la tua immagine ritorna, carezzevole e in movimento,

come la cima di una giovinetta palma”…

Torna, a ricordarmi che sopravvivo, per mia fortuna e non mio malgrado, sopravvivo.

Ai tuoi giorni felici, ai tuoi sogni interrotti, alla danza dei tuoi passi.

Il mio tempo nuovo è dentro il ricordo costante di te e di ciò che la tua giovane età mi ha insegnato.

Io li riprenderò in mano i colori, non ho bisogno di promettere, perché ogni volta sento che ci sarai tu a ricordarmelo.

“ […] Noi, violenti, duriamo più a lungo.

Ma quando, in quale di tutte le vite

saremo mai aperti, pronti a ricevere?”

[R. M. Rilke. Da: I sonetti a Orfeo, part.II]


ancora e ancora per Scricciola