29 novembre 2008

I desideri

Immagina una serata tra vecchie care amiche…Immagina cuscini e divani e veli e colori…Immagina profumi e pensieri diversi che nell’aria si mischiano, creando un unico profumo che chiameresti intimità…Si ride, si scherza, si ricorda, si fanno congetture, c’è chi beve, c’è chi fuma, chi prepara una tisana, chi ancora mantiene un certo contegno…la musica che non è mai scelta a caso apostrofa gli sguardi. Una situazione dove si sa l’importanza dei gesti e dei silenzi…Si gioca, ad interrogarsi sui propri desideri, che crescendo sono sempre più circoscritti, perché sono desideri che conoscono i propri confini e che hanno imparato a contenersi…


E ad ogni fazzoletto di vita sembra corrispondere un libro…

In questo caso, calza a pennello un gioiello della casa editrice Orecchio acerbo, un libro dell’illustratrice italiana Mara Cerri (che, in questo caso, ha curato anche il testo). Il titolo A una stella cadente suggerisce già il contenitore di desideri che l’autrice offre. Una piccola raccolta di desideri espressi appunto ad una stella cadente divinamente illustrati da quest’artista che non smette di incantarmi. Un altro libro che incanta per la poesia delle immagini e per quella delle parole, in egual misura. Un libro di poche pagine che libera dalla pesantezza.

Alcuni dei desideri illustrati


Scoprire cos’hanno dentro tutte le cose che non parlano


Riuscire a controllare quello che si dice


Cancellare le cose che non sono per tutti


Sapere i confini del corpo

…e ancora…il mio preferito


Riconoscere gli altri fuori da sé e lo stesso poterli contenere


I desideri vanno espressi perché possano realizzarsi. A una stella cadente, al vento, alla persona amata, agli amici, anche al nemico, a Dio…. a chi voglia ascoltarli, ma devono uscire da noi…se no soffocano!

26 novembre 2008

...ieri Enzo avrebbe compiuto 52 anni... mi piace pensare che, in questo presente che ci vede divisi, il nostro brindisi ricordi le sue parole, scritte come dedica in un libro per Anna...

"Ogni esistenza che scorre riversa nella memoria una grande quantità di
ricordi dai più lievi ai più intensi che riescono a rievocare sensazioni
forti, tattili e di odori, di suoni e impressioni. I nostri occhi, ma anche
le nostre mani e le nostre ossa e la nostra carne ricordano. Non
dimenticano.
Siracusa è un luogo: è un luogo del tempo, un luogo dello spazio, di
mare e di terra e di cielo e di sole ma è soprattutto un luogo della memoria
perchè è in esso che tutto viene fermato in istanti perfetti d'amore che
come comete continueranno a ruotare all'interno della memoria ciclicamente
riportando alla pelle tutte le volte le stesse sensazioni fino alla fine del
tempo."


Scritto ad Altofonte il 28 ottobre 1994


Enzo...tu abiti la nostra memoria.


24 novembre 2008

25 novembre


La data del 25 novembre come Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne è stata scelta dall'ONU in memoria delle tre sorelle Mirabal, violentate e uccise il 25 novembre 1960 nella Repubblica Dominicana.**

Da un'indagine dell'ISTAT risulta che una donna su quattro ha subìto violenza sessuale nel corso della propria vita e una su cinque ha comunque subìto violenza fisica. E ormai sappiamo anche fin troppo bene che le violenze si consumano prevalentemente nell'ambito familiare e che, in Italia, il 68% circa degli stupri è opera del partner.

Sarà sempre perché l'uomo uccide ciò che ama?

** da indymedia.org :
Che cosa accadde il 25 novembre 1960?

Minerva e María Teresa andarono a visitare i loro mariti alla prigione, in compagnia della sorella Patria. Furono intercettate in un posto solitario della strada da agenti del Servizio Militare di Intelligenza. Condotte ad un canneto vicino, furono oggetto delle più crudeli torture, prima di essere vittime di quello che si è considerato il crimine più orripilante della storia dominicana. Coperte di sangue, massacrate a colpi, strangolate, furono messe nuovamente nel veicolo nel quale viaggiavano e gettate in un precipizio, con la finalità di simulare un incidente. L'assassinio delle sorelle Mirabal produsse un gran sentimento di dolore in tutto il paese, ma servì per fortificare lo spirito patriottico di un paese desideroso di stabilire un governo democratico che garantisse il rispetto alla dignità umana.
La memoria di queste coraggiose sorelle, martiri che rischiarono le loro vite e le diedero, effettivamente per la causa della donna ci riempie di speranza e ci dà forza per continuare a lottare per una società ugualitaria nella quale donne ed uomini possano vivere in fraternità umana.

23 novembre 2008

L'olivo

Tra tutti i lavori periodici della campagna, la raccolta delle olive è quello che mi piace di più. Non è solo perché si sta in mezzo agli alberi, a volte proprio aggrovigliati, ma per tutto un insieme di gesti che si ripetono. Quando si raccolgono le olive si trascorre tutto il giorno all’aria aperta, anche con temperature basse, anche col forte maestrale, si sta fuori, a lavorare sempre di buonumore, a raccontarsi, a ricordare le annate precedenti. A volte ci piace onorare la tradizione, altre volte ci piace sperimentare nuovi metodi e nuovi sistemi. Capita anche, in certe domeniche di caccia, di sentire spari qua e là e tu magari sei sull’albero e pensi sempre che un giorno o l’altro ti scambieranno per un volatile e ti impallineranno. Anche se magari non è il momento della caccia ai volatili, chissenefrega, i cacciatori fanno un po’ come gli pare…sempre.

Ci si stanca, però alla sera si torna dentro e un bicchiere di vino rosso non ce lo toglie nessuno, magari anche più di uno…Ci sentiamo come bambini felici di aver compiuto i propri compiti, secondo me ci sentiamo anche più grandi, e ci piace ricompensarci e rallegrarci di una fatica bella.

Mi piacciono questi momenti, perché si sta in compagnia e anche da soli, e mi piacciono soprattutto quei momenti di silenzio che si creano, e ognuno è lì impegnato col suo ramo da pulire e assorto nei suoi pensieri. Poi la soddisfazione di gustare prima e soprattutto il profumo, che è come calarsi nelle viscere della terra, e poi il sapore fortissimo ma irrinunciabile dell’olio appena franto.

.


L’olivo, è universalmente riconosciuto come IL simbolo della pace…ironia della sorte, questo albero trova il suo abitat migliore in Palestina! Ho letto (ma sono costretta ad essere vaga e a non poter citare la fonte dell’informazione) che dalla seconda Intifada, sono stati sradicati dalle terre palestinesi più di mezzo milione di olivi. E che tra i coltivatori palestinesi e i campi coltivati sono stati messi tantissimi ostacoli, anche a causa del muro dell’apartheid costruito da Israele che, una volta completato, produrrà questa ulteriore beffa: su nove milioni di alberi di olivo censiti nella Palestina, solo un milione sarà raggiungibile!


20 novembre 2008

i libri non si toccano neanche con un fiore

[Jan Davidzs de Heem (1606-1684) Book]


9 regole per insegnare ai ragazzi ad odiare la lettura

1) Presentare il libro come un'alternativa alla TV

2) Presentare il libro come un'alternativa al fumetto

3) Dire ai bambini di oggi che i bambini di una volta leggevano di più

4) Ritenere che i bambini abbiano troppe distrazioni

5) Dare la colpa ai bambini se non amano la lettura

6) Trasformare il libro in uno strumento di torura

7) Rifiutarsi di leggere al bambino

8) Non offrire una scelta sufficiente

9) Ordinare di leggere


Come si legge un libro? Come si tiene in mano, come bisogna trattarlo…Riguardo ai libri ho visto cose che noi umani…altro che porsi questi interrogativi! Ho visto mamme imporre i libri ai propri bambini, imporre quei libri rispetto a quelli scelti dal bambino. Ho visto ragazzi alla ricerca del libro più sottile, spinti da un obbligo alla lettura. Ho visto e sentito persone che hanno… “già letto tutto”. Ho visto degli insospettabili, durante una festa, poggiare tranquillamente i propri bicchieri di vino direttamente sui libri. Ho visto libri usati come piano d’appoggio per preparare una canna.

I libri devono essere vissuti, si. Vissuti, non violentati.

Ho visto anziani trattare i libri come oggetti fragili e preziosi, e anche bambini fare lo stesso. Ho sentito gente definire Proust o Dostoevskij “una vera palla” e gente che chiedeva al libraio “l’ultimo della Mazzantini: Stai fermo!” (il titolo è "Non ti muovere"). Ho sentito qualcuno scambiare Tabucchi per uno scrittore giapponese.

Ho visto classi intere di bambini assorti e rapiti nell’ascolto di una bella storia e ho visto intellettuali rumoreggiare o dormire sonoramente durante la presentazione di un libro.

Credo che Rodari, nelle sue 9 regole per insegnare ai bambini ad odiare la lettura, avesse visto giusto quando invitava gli adulti a non offrire il libro come alternativa al fumetto. Hanno pari dignità. Seguo Julia, il fumetto della Bonelli, dal 1° numero. Mi piace per tante ragioni: perché la protagonista è una donna (con le sembianze di Audrey Hepburn per giunta!), è una criminologa, una indagatrice dell’animo umano, perché l’analisi psicologica è lo strumento principale di indagine, perché è ben disegnato…e per tanto altro ancora.

Dal numero di agosto “L’uomo che amava i libri”, ho tratto questa sequenza a proposito del rispetto per i libri

***cliccando sulla foto potete ingrandirla e leggere il testo



15 novembre 2008

brama di conoscenza

Esattamente come gli amici, non tutti i libri che incontriamo nella nostra vita sono destinati a rimanerci accanto. La libera circolazione dei libri presi in prestito, tra biblioteche pubbliche, bookcrossing e scambi tra amici, ci danno la possibilità di valutare i libri che vorremmo da quelli che una volta letti scivolano via. Ci sono quelli che, dopo averli letti, sai che DEVI avere, perché sai che ci tornerai su quelle pagine, perché quel concetto espresso così bene vuoi averlo a portata di mano. In questo senso posso dire di essere in attesa di alcuni che so che porterò a vivere con me e, allo stesso tempo, di avere già un considerevole numero di amici di lunga data. Uno di questi è senza dubbio la raccolta di poesie di Suor Juana Inés de La Cruz. Un libro a cui torno, di tanto in tanto.

Come spesso accade, di certi autori incanta se possibile più la vita che le opere. Nel caso di questa suora messicana nata nel 1648, l’ammirazione oscilla tra la sua personalità e i suoi versi. Avida di conoscenza, insaziabile scrutatrice del sapere, niente la interessava di più che lo studio e la ricerca. Imparò a leggere a tre anni, di nascosto. Appena ragazzina venne a sapere che a Città del Messico c’erano delle scuole dove si studiavano le maggiori scienze e lei tormentò la madre chiedendo di essere mascherata da ragazzo per potersi iscrivere all’università. Il sapere, solo questo contava, perché lei non dava per scontata la sua inferiorità e aspirava invece a pari opportunità di formazione con gli uomini.

Nessuna cosa è più libera

dell’intelligenza umana:

e quel che Dio non violenta

io lo dovrei violentare?

Aveva dei bellissimi capelli lunghi e li usava come banco di prova nella sua folle corsa alla conoscenza: li tagliava decidendo che, se una volta ricresciuti non avesse imparato una certa quantità di cose che si era programmata, li avrebbe tagliati di nuovo. Per autopunizione, per la disciplina che regolava i suoi sogni e le sue aspirazioni.

Il mio calamaio è il rogo

nel quale devo bruciarmi

Dai 16 ai 20 anni visse nel Palazzo dei Vicerè, ma la vita mondana non si conciliava con la sua natura schiva, col suo ascetismo, con la sua sola e unica aspirazione. Ed essendo una donna del 17 secolo, aveva solo due alternative, il convento o il matrimonio. Non fece mistero della sua avversione al matrimonio, da spirito libero in piena Inquisizione entrò per scelta in convento, scegliendo una dimensione che le permettesse di continuare a dedicarsi ai suoi studi. In convento infatti studiò teologia, letteratura, scienze, storia, musica. La sua piccola cella era ricolma di libri e, via via che si appassionava alle scienze, anche di strumenti vari. In seguito ad un richiamo delle autorità religiose che la invitavano ad una misura e ad una maggior cura della devozione, Suor Juana scrisse una lettera in cui invocava il diritto allo studio e per tutte le donne pari opportunità di formazione. La famosa Risposta a Suor Filotea (che in realtà era il vescovo), che vale davvero la pena leggere per capire meglio lo spirito di questa donna incredibile. La quarta di copertina della raccolta di poesie recita:


“[…] Pochi uomini possono vantare una così adamantina, superba, disperata tensione intellettuale, come questa suora messicana: sognava di essere androgina, di dimenticare il suo sesso e ogni sesso, il suo corpo e l’intero regno dei corpi, tutte le vicissitudini delle sensazioni e dei sentimenti[…]”


Le citazioni sono tratte da Poesie, Suor Juana Inés de La Cruz, Milano: Rizzoli, 1983

14 novembre 2008

...ma davvero la Storia siamo noi?



Sempre e ancora senza vergogna...La sentenza per la mattanza alla Scuola Diaz durante il G8 di Genova 2001 non meraviglia affatto, ma fa respirare un senso di ingiustizia che finisce per occupare tutto lo spazio respirabile. Tra i tanti libri sull'argomento ne segnalo un paio che mi hanno coinvolta particolarmente




*Non lavate questo sangue, Concita De Gregorio, Roma ; Bari : Laterza, 2001

*Noi della Diaz. La notte dei manganelli e i giorni di Genova nel racconto del giornalista che era dentro la scuola, Lorenzo Guadagnucci, Terre di mezzo / Altraeconomia, 2008

10 novembre 2008

Mama Africa


Grazie Miriam...

7 novembre 2008

pensiero in avanti


Altre parole avremo

Per raccontarci

Altra polvere da soffiare

Altri nodi da sciogliere


Avremo impronte ancora da lasciare

Perché qualcuno arriva sempre dopo di noi


Costruiremo altre ghirlande

Per abbellire i nostri templi

Per far scattare una scintilla

Per conservare i palpiti che nascondiamo al mondo


Altre parole avremo

Per accarezzarci

Altre lame per ferirci

Altri occhi per ritrovarci


Altri confini avranno i nostri corpi

E altri nomi le nostre paure


Dentro alle cose ci si può perdere

Per questo

Insieme

la strada è maestra


Insieme è una parola che unisce e che scalda

Voglio conservarla bene



2 novembre 2008

E’ spostare l’attenzione da sé agli altri l’esercizio più difficile?


Navighiamo più o meno tutti in cattive acque, soprattutto la maggioranza delle persone. La minoranza (i ricchi) forse avvertono appena un leggero solletico…

Il paradosso cui siamo abituati ad assistere è questo: i più fortunati decidono per i meno fortunati, e non con azioni solidali ma con ulteriori mannaie.

Perciò il Governo italiano, siccome c’è grossa crisi, ha previsto che nella prossima finanziaria ci sarà un taglio di 400 milioni di € agli aiuti per lo sviluppo e la cooperazione internazionale. Una decisone, leggo, che farebbe precipitare l’Italia all’ultimo posto in Europa per l’aiuto ai paesi poveri.


Alla prossima farsa del G8 si aggiungerà dunque questa ulteriore beffa.


Alcuni artisti da tutto il mondo, insieme ad associazioni di volontariato, hanno pagato una pagina del Sole 24 ore qualche giorno fa per una lettera aperta a Silvio Berlusconi.

I firmatari facevano appello al suo “senso di responsabilità”...

Ma un appello simile, circa un mese fa, e sempre a Lui rivolto, era stato pubblicato su Famiglia Cristiana dall’Associazione Ong italiane. E da parte del Presidente del Consiglio non c’è stata risposta né considerazione alcuna.

Del resto…noi c’abbiamo le nostre grane, e molto serie, da risolvere…colpire i maledetti writers, denunciare gli studenti che occupano le università, far capitare accidentalmente degli infiltrati alle manifestazioni…I poveri nel mondo?

Ma che s’arrangino!

Dal sito www.utopie.it “In occasione del Vertice del Millennio, tenutosi nel settembre 2000, 147 capi di Stato e di Governo e complessivamente 191 Paesi hanno adottato la Dichiarazione del Millennio, che stabilisce degli obiettivi specifici per lo sviluppo e per l’eliminazione della povertà. A tale scopo, entro il 2015, essi si sono impegnati a:

· Dimezzare il numero di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno

· Dimezzare la percentuale di persone che soffrono la fame

· Dimezzare il numero di persone che non hanno accesso all’acqua sicura da bere ed alla portata di tutti

· Garantire che tutti i bambini e le bambine completino la scuola elementare

· Raggiungere l’uguaglianza fra i sessi nell’accesso all’istruzione

· Ridurre di due terzi il tasso di mortalità puerperale

· Ridurre di due terzi il tasso di mortalità fra i bambini al di sotto dei cinque anni di età

· Fermare e invertire la tendenza alla diffusione dell’HIV/AIDS, della malaria e di altre malattie principali

· Raggiungere entro il 2020 dei significativi miglioramenti nelle esistenze di almeno 100 milioni di abitanti dei quartieri degradati.