24 dicembre 2012

19 dicembre 2012

dedica pre (o già?) festiva



A chi riesce a tirar fuori un sorriso dalla tasca
anche quando ha il petto gonfio di dolore
A chi si prodiga per gli altri e non lesina conforto
a chi è dentro una sofferenza
del corpo
della mente
del cuore…

A chi riesce davvero a mettere gli altri al di sopra di sé
perché la sofferenza dell’altro sminuisce la propria

Al mio “amico ritrovato”
Ai nuovi incontri…che prosperino nella fiducia

A chi mi ha sfrattata dalla propria vita e basta.
Privata di quell’angolino che occupavo
qualche volta ho sentito freddo e spaesamento

A chi sa starmi accanto

Alla mia Grande famiglia

A chi è fragile e non ce la fa

A chi resiste
A chi resiste perché crede nella lotta
e a chi lo fa perché non può fare altro

A chi, ciascuno a suo modo, mi ha cullata
di persona, sul blog o in privato

A chi, immersa nel mio dolore, ho trascurato

A chi ho perso di vista ma non dimenticato
A chi, mio malgrado, sono riuscita a deludere

A tutte le persone sensibili che lavorano
con i malati oncologici
A chi riesce a fare Ricerca e lo fa con passione
Prima Di Tutto La Mia Massima Stima…

…infine, a chi ci crede e gode di queste feste natalizie
e a chi invece, profondamente, le patisce.
A tutte queste persone che hanno danzato sul teatrino di questo mio anno
davvero davvero difficile, auguro giusto un po’ di tranquilla meditazione.

A chi mi vuole bene…un abbraccio supplementare!

16 dicembre 2012

Il bene degli altri














“Il nostro primo obiettivo in questa vita

è aiutare gli altri…

Se non puoi aiutarli,

almeno non ferirli…”
[Dalai Lama]

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[…] I «tentativi» di rendere il matrimonio «fra un uomo e una donna giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione» sono «un'offesa contro la verità della persona umana» e «una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace».


[…]è «un'importante cooperazione alla pace che gli ordinamenti giuridici e l'amministrazione della giustizia riconoscano il diritto all'uso del principio dell'obiezione di coscienza nei confronti di leggi e misure governative che attentano contro la dignità umana, come l'aborto e l'eutanasia».

[Papa Benedetto XVI]
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…e a proposito di dignità della vita umana, pochi giorni prima di questo intervento, il Pastore della Santa romana chiesa cattolica apostolica, aveva benedetto la promotrice  ugandese della pena di morte contro gli omosessuali.
 

12 dicembre 2012

il fuoco



Il fuoco bisogna saperlo guardare negli occhi.
Quello che durante i mesi estivi al primo levarsi del Maestrale mi fa battere, per l’ansia, il cuore all’impazzata.
Quello che ogni giorno mi appresto ad accendere per scaldarmi.
Sono sempre più numerosi quelli che mi dicono “ma chi te lo fa fare?”…perché numerose sono diventate le comodità…Come se accendersi un fuoco fosse un impegno oneroso, una fatica immane, una noia-un obbligo tra i tanti della giornata.

Me lo fa fare il piacere, perché non solo il profumo ma il caldo stesso che dà la legna non lo garantisce nessun altro combustibile. Mi fa piacere perché con la vecchia cucina a legna ci sono cresciuta, e mia mamma ancora oggi le riserva buona parte del suo risveglio. Svuota la cenere dal cassettino, pulisce ben bene la cucina all’esterno e “lucida” il piano in ghisa con grande fervore. Io non arrivo a tanto, io mi conservo il rito della preparazione e accensione, e a questo dedico davvero dei momenti importanti, in cui sono io, i miei milioni di pensieri, e lui – il fuoco – che a suo modo parla, palpita, cresce e pian piano scalda, l’ambiente e i pensieri che lo attraversano.
E il fuoco fa incantare, questo è certo, quell’incantamento mi porta spesso una struggente tenerezza per le persone, gli animali, le cose e anche i ricordi… Mentre sto lì, in ginocchio, ad aspettare che le fiamme avvolgano ogni cosa, mi sento in comunicazione con l’umanità che, fuori di qui, invece mi fa soffrire.
Finché l’incantamento dura mi riporta quel gusto di antico, che sa pure di povertà ma che mi è ugualmente così caro…
E’ un frangente che amo molto delle mie giornate invernali, perché è solo durante l’inverno che io e il fuoco possiamo essere amici. 

[anche Zizou la pensa come me]

9 dicembre 2012

soddisfazioni


Prima parte della raccolta olive 2012
sfidando un tempo dispettoso..

3 dicembre 2012

...un anno...



Scricciola mia dolce
è stato questo mese che amavi tanto, un anno fa, a portarti via…
Un anno senza i tuoi occhi e la tua anima bella…

Io non ho imparato molto durante questo tempo che è sospeso ancora.
Ancora incredulo e arrabbiato.
Ho vissuto ogni giorno con addosso il pensiero di te, ma quasi mai
sono stata in grado di onorare la vita, per te.
Ho capito, in questo tempo sospeso, che il dolore
acuto, se affrontato in solitudine, può fare impazzire.
Ma che anche quello condiviso è un dolore che si vive da soli.
Se mai avessi avuto bisogno di conferme, ho visto come unisce e divide.
Quel dolore che è sordo all’accettazione.

Spesso mi sono portata avanti indegnamente
senza assaporare e apprezzare
senza esaltarmi ed esaltare.
Come la più ottusa delle occidentali, ho rifiutato il pensiero che la morte è inscritta nella vita, ma con l’ottimismo de L’uomo che piantava gli alberi, ho messo a dimora molte piante per te
Ho inseguito i colori tutti della natura
Che ci era sempre stata amica.
E fino a quando ogni seme, ogni pianta, ogni albero e arbusto
seguirà la luce del sole, io so che non tutte
le speranze saranno perdute e che tu sarai presente.




Nelle strade che mi portano a te
nella ricerca continua di chi
non vuole arrendersi alla tua assenza

capita di incontrare
sguardi bassi e smarriti
che trascinano passi di sconforto.

Capita di sentire un improvviso afflato
con chi ti ha conosciuta
Con chi ha incrociato i tuoi grandi occhi scuri
e ora non sa più farne a meno

Bacerei la terra su cui passa chiunque
ti abbia amata
e riconosciuta
come raggiante portatrice d’amore

E a chi ha saputo renderti felice
un monumento all’amore farei
Perché nessuno possa mai dimenticare
Che l’amore traccia solchi più profondi.

tua A’

23 novembre 2012

colpevole ignoranza




L’ultima volta che Pd e IdV hanno presentato in Parlamento un testo di legge contro l’omofobia, la Lega, il PdL e l’UdC hanno votato una mozione di anticostituzionalità.
Ecco alcune delle motivazioni che hanno portato, il 7 novembre scorso, all’ennesima bocciatura del testo che chiedeva un’estensione della legge Mancino anche ai reati causati dall’orientamento sessuale:

Carolina Lussana: “si introdurrebbe un trattamento diverso nel sanzionare delitti non colposi e per evitare discriminazioni se ne introdurrebbero altre”.

Fabrizio Cicchitto: “Noi non abbiamo nessun atteggiamento omofobo e la nostra posizione di fondo è quella di considerare i gay come dei cittadini uguali agli altri e proprio per questo contestiamo ogni trattamento giuridico specifico e differenziato che come tale ammetterebbe e accentuerebbe una diversità, sostanzialmente incostituzionale”.

Rocco Buttiglione: “Oggi molti giuristi americani preferirebbero non averlo mai introdotto. Una volta iniziato è difficile fermarlo. Ogni gruppo cerca di far approvare norme particolari e la maggioranza dei cittadini finisce col sentirsi discriminata dalle minoranze, con il risultato di maggiore disintegrazione e non integrazione”.


14 novembre 2012

Reciprocità

...dall'ultima Wisława, con tenerezza... 

Reciprocità


Ci sono cataloghi di cataloghi.
Poesie sulle poesie.
Drammi su attori recitati da attori.
Lettere a causa di altre lettere.
Parole per spiegare le parole.
Cervelli intenti a studiare il cervello.
Tristezze contagiose come una risata.
Carte che provengono dal macero di carte.
Sguardi veduti.
Casi declinati secondo i casi.
Fiumi grandi con serio contributo dei piccoli.
Boschi ricoperti di bosco fino al ciglio.
Macchine adibite a fabbricare macchine.
Sogni che all’improvviso ci destano dai sogni.
Salute necessaria per tornare in salute.
Tanti scalini a scendere quanti sono a salire.
Occhiali per cercare gli occhiali.
Respiro che inspira ed espira.
E almeno una volta ogni tanto
ci sia l’odio dell’odio.
Perché alla fin fine
c'è l’ignoranza dell’ignoranza
e mani reclutate per lavarsene le mani.

[Da: Wisława Szymborska, Basta così, Adelphi c2012]

15 ottobre 2012

di giorni staccati e di obiettivi



Capita di vivere dei periodi in cui i giorni si staccano dalla abituale quotidianità, trasformandoci in un istmo di noi stessi. Si staccano da terra quei giorni in cui non vorremmo alzarci, o farlo senza obblighi, e rimanere comodi come si sta davanti a se stessi, senza preoccuparsi di vestirsi per attestare normalità. Neanche di parlare, di sentire il mondo intorno, bello e brutto, di leggere o scrivere.
Questi periodi che si staccano da terra vivono benissimo di vita propria, a lasciarli agire camperebbero cent’anni.
In ogni caso stonano e stonati ci fanno sentire, non stiamo bene a terra e neanche staccati. Perché un equilibrio, anche minimo, si è rotto.
Forse i due lembi potrebbero riunirsi un giorno.
Forse si può ricreare un'altra armonia.

…Ebbene, bisognerebbe avere la ragionevolezza (parola ormai bandita dal mio vocabolario) di alzarsi al mattino sostenendo persuasi che sì, occorre porsi degli obiettivi; è semplicemente uno dei diversi modi con cui si può uscire da una situazione paralizzante…
Così ha detto una persona che si prende cura di me, che devo pormi degli obiettivi, meglio se piacevoli.
“Se è un compito o un esercizio da fare lo farò … che ci vuole?” mi son detta, volenterosa…
Abituata a programmare i lavori in campagna ho pensato che non poteva essere poi così difficile progettare delle cose e poi attivarsi per realizzarle!

Non è poi così difficile se, insieme alla ragionevolezza, non ti vengono a mancare le forze, se il dolore con cui respiri non ti zavorra a terra.
Non è difficile se riesci ad avere quel pizzico di solletico per la vita nuova. Se rimuginando di obiettivi non inciampi sull’importanza di dare e ricevere fiducia.
Perché per fabbricare obiettivi la fiducia serve, prima di tutto quella in se stessi, di conseguenza quella che riponiamo negli altri.

La parte razionale di me capisce bene l’importanza degli “obiettivi per la sopravvivenza”.
Ho deciso di provarci e qualcuno l’ho raggiunto, altri per niente…Perché si può anche fallire, per la vulnerabilità e la fragilità insite in ognuno di noi. E di questo occorre tenere conto.

Porsi obiettivi piacevoli…

Il prossimo, grande e ineludibile, che mi sono appuntata è:

Vermeer alle Scuderie del Quirinale.
Un giorno, da qui a gennaio, vorrei farmi questo regalo...
Perché non mi cambierà la vita, il mio dolore intanto starà nelle tasche, quello…anche se ti distrai per un attimo lo ritrovi sempre lì, fedelissimo, ad aspettarti.
E’ sicuro che non mi salverà la vita, ma vorrei ancora misurarmi con la meraviglia e lo stupore dell’Arte.

12 ottobre 2012

La fiorista



[Georgia O'Keeffe, Blue Morning Glories, 1935]

Georgia O’Keeffee visse dipingendo per quasi un secolo,
e dipingendo morì.
I suoi quadri fecero nascere un giardino nella solitudine
del deserto.
I fiori di Georgia, clitoridi, uteri, vagine, capezzoli, ombelichi, erano calici di una messa del ringraziamento per
l'allegria di essere nata donna.

[da: Eduardo Galeano, I figli dei giorni, Sperling & Kupfer, c2012]

28 settembre 2012

"più conosciamo, più soffriamo"



Ho avuto il piacere di leggere, su Rep2012, l’anticipazione dell’intervento che Michela Marzano farà il 29 settembre al Torino Spiritualità.

La filosofa, per cercare di spiegare il rapporto tra sapienza e dolore, parte da una frase dell’Ecclesiaste (o Qohelet) che recita
"Grande sapienza è grande tormento: chi più sa, più soffre".

E’ opinione comune che gli “ignoranti e i superficiali” se la passano meglio, vivono con meno tormenti, non stanno a porsi troppe domande e vanno avanti sicuri e protetti dentro un gregge silente…
Ma che destino è riservato a chi, interrogandosi sulle cose e sulla loro natura, coltiva la conoscenza, ce lo spiega Michela Marzano in  una interessante interpretazione del Qohelet.

Riporto alcuni stralci dell’intervento che mi sembrano degni di riflessione.

“ […]Quando si parte alla scoperta di se stessi e delle radici del proprio essere, ci si incammina per i sentieri di un continente dove le leggi della logica servono a ben poco. Perché la realtà è troppo complessa per essere rinchiusa all'interno di un sistema perfetto: nella vita, i conti non tornano quasi mai. […]

Quando si cercano le parole giuste per spiegare cosa ci tiene in piedi o per comunicare agli altri quello che si prova, il pensiero balbetta e perde il filo. […]

Soprattutto quando ci si avventura nell'oscuro mondo del proprio passato, alla ricerca di quel momento particolare, di quel punto in cui tutto sarebbe cominciato. E che ci si rende conto che si è confrontati ad un mistero, a qualcosa che non scopriremo mai. Tanto più che non basta capire per cambiare. Anzi molto spesso, quando si capiscono alcune cose, si acquisisce poi anche la consapevolezza della propria impotenza non solo di fronte a ciò che è stato, ma anche a ciò che sarà. È allora che la sofferenza ci sommerge. Perché si capisce che il passato non passa mai, che non si può ricominciare tutto da capo, che alcuni errori si pagano per sempre, che talvolta non resta altro che l'accettazione... 
Il problema della conoscenza è che, per capire qualcosa dell'essere umano, si dovrebbe avere il coraggio di guardare in faccia il mistero dell'esistenza, con tutto ciò che esso comporta: splendori, miserie, riso, lacrime. E quindi anche l'umiltà di sapersi confrontare con la propria impotenza, visto che nella vita ci sono tante cose che non dipendono da noi e per le quali non possiamo fare niente. Ma quando ci scopre impotenti, è inevitabile soffrire. Più conosciamo, più soffriamo. Perché la conoscenza ci mette in contatto con la nostra fragilità e ci obbliga ad accettare i nostri limiti. Perché conoscere non significa dominare. Perché qualcosa ci sfuggirà per sempre. Ecco perché il Qohelet parla di "fame di vento". Ciò cui ci esorta, però, non è certo l'ignoranza. È un invito ad essere consapevoli che la conoscenza non ci rende mai onnipotenti. “

28 agosto 2012

dentro questo tempo


Dentro un tempo che passa
e non lenisce
Casomai amplifica e sottolinea e puntualizza inferocito

Dentro un tempo sbilenco
Che si fa beffa dei buoni propositi
E delle promesse pronunciate
nelle ore insonni

Dentro un tempo che è parco di musica

La musica deve essere dosata con arguzia
Che non bisticcino le emozioni
Che non faccia tiri mancini
Proprio quando la paura si è assopita

Dentro un tempo così, digiunato e raccolto
Cammino incerta, in buona compagnia.


“Il tempo guarisce così bene che ci cancella; siamo noi le ferite.”
[Don Paterson]


10 agosto 2012

malgré toute





Una tenera scossa arriva quando intorno la bellezza si rinnova
A dispetto di tutto
E vola sui silenzi e gli equivoci e sulle realtà che al mattino non
sappiamo indossare.



timida ninfea tra i giacinti acquatici
(con girasole e gatto che si lava)


 

28 luglio 2012

nessuna poesia


Scricciola mia dolce…
come quando siamo innamorati ogni poesia ci parla del nostro amore, così ora
che da te sono sempre, sempre pervasa ogni verso a te mi riconduce.
Anche questo è il potere della poesia.
Combinando sapientemente le parole riordina i nostri sentimenti.
Parla e a volte urla quando noi non siamo capaci di farlo.


Molto spesso in questo blog ho scritto persuasa che la poesia salva la vita.
Una parte di me ancora lo crede… Continuo a farci colazione con i poeti e un sussurro mi arriva sempre…ma, sebbene seguiti a nutrirmene come del latte, la poesia non mi salva più.
Anche se parla per me
Anche se non riesco a farne a meno

E’ proprio come recitano i versi di Adrienne Reich
“stanotte credo che nessuna poesia servirà”.
Stanotte e chissà per quanto nel mio tempo interiore.


Basterebbe forse limitarsi a cercare non più la salvezza, ma un po’ di bellezza e pace, e basta.
 Basta?






19 luglio 2012

in questo afoso pomeriggio estivo


Voglio dirtelo, in questo afoso pomeriggio estivo, che è il dolore a trasformare ogni cosa, quello che sempre aveva avuto un senso col dolore ne assume un altro o mille altri.
Plasma poco a poco, marchia a fuoco, il dolore, si insinua nei legami più stretti e, come una marea nera, inquina le cose.
Perché la dimensione del dolore fa vivere strani, qualcuno diventa sordo impietrito, qualcun altro assorbe tutto come una spugna e amplifica ogni cosa…Ma sembra non esserci scampo.
Non si può cercare un senso, perché a volte le cose hanno smesso di averlo un significato. Che forse…sicuramente torna, sotto altre forme. E alle nuove sembianze occorre abituarsi.
Tuttavia essere sopravvissuti, al contempo spaesati, lacera ed espone a continui ed estenuanti esercizi. Ne prendo atto, sapendo già che è necessario ed opportuno un cambiamento.

“ […] E’ all’atto del cambiamento che rinunciamo – se è possibile dirlo – all’investimento melanconico che non conosce la rassegnazione poiché non accetta la perdita e neanche impara a conviverci. […] “

Da: Manuela Fraire e Rossana Rossanda, La perdita, Bollati Boringhieri, 2008


Mi trovo esattamente in quell’investimento melanconico e quando qualcuno lo dice per me, sembra appagarmi…
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Soave come il pericolo attraversasti un giorno
con la tua mano impossibile la fragile mezzanotte
e la tua mano valeva la mia vita, e molte vite
e le tue labbra quasi mute dicevano cos’era il pensiero.
Passai una notte incollato a te come un albero di vita
perché eri soave come il pericolo
come il pericolo di vivere di nuovo.
[Leopoldo María Panero]

16 luglio 2012

Spot


Finalmente, ogni tanto, uno spot governativo fatto bene ed efficace:
quello della  campagna di sensibilizzazione sui disturbi alimentari.
Non ho ancora capito come mai questo argomento sia di competenza del Ministero per le Pari Opportunità e non di quello per la Salute, ma non fa niente…per una volta è stato realizzato qualcosa di buono e di centrato sul tema.
Mi verrebbe da aggiungere “altro che la campagna di Oliviero Toscani!”…ma lasciamo stare.

13 luglio 2012

piazze


"Sassari dedicherà una piazza a Monica Moretti, la giovane urologa trucidata il 22 giugno del 2002 da uno stalker, dopo mesi di persecuzioni: si era "invaghito" di lei durante un ricovero in ospedale. Grazie Sassari, da tutte le donne.
Che non sia solo un ricordo pietoso, ma un messaggio preciso."