20 novembre 2010

a presto

miei cari amici lettori...
mi dispiace non poter passare a visitare i vostri blog...vi abbraccio tutti e spero di tornare presto

13 novembre 2010

utile e inutile

Ci sono delle erbe selvatiche, alcune tra quelle che con spregio definiamo erbacce, che svolgono un’ utilissima funzione di arricchimento del terreno e ne tracciano lo stato di salute. Questa cosa mi ha sempre affascinata, perciò amo con tutta me stessa il Centocchio, che ricambiandomi ampiamente, qui cresce rigogliosissimo e di almeno tre colori!

Il Centocchio è tra le infestanti che indicano ad esempio un terreno ricco di umus, e quindi quando lo si incontra bisogna rivolgergli uno sguardo particolarmente grato e soddisfatto. Lui, nella sua spontanea semplicità, secondo me non lo sa di essere tanto prezioso.

Questo fatto delle infestanti così utili mi porta a riflettere su ciò che riteniamo inutile o indegno.

Il vecchio contadino, con cui di tanto in tanto intrattengo opportune conversazioni sulle tecniche colturali, sostiene con forza che il grande pino che sovrasta la parte alta della mia campagna, in definitiva non ci stia a far niente. Io difendo strenuamente l’albero, il contadino annuisce ma ribadisce: non serve a niente. E’ cresciuto in tempi non sciuponi e la vita gli ha insegnato ad avere una visione utilitaristica delle cose. Ciò che non produce non ha ragione di esistere.

Contraria a questa teoria osservo il pino e faccio altre considerazioni: sta finendo per creare troppa ombra agli olivi, sotto i pini, si sa, non cresce niente, infine… concludo (catastroficamente) che un forte maestrale prima o poi potrebbe sradicarlo e lui si abbatterebbe rovinosamente sugli altri alberi. In quel caso la sua maestosa bellezza e la sua ombra rigenerante mi mancherebbero, e capisco che sarebbero le sue qualità a farmi pensare a lui.


Così con le persone…è bello alimentare gli aspetti positivi piuttosto che concentrarsi su nei e mancanze.

Tutto quello che, in qualunque modo, ci fa bene o ci comunica bellezza è utile e necessario.

Io lascerò che il pino segua il suo ciclo naturale, bello e utile, farò in modo che rischi e previsioni negative non offuschino la mia ammirazione.

Perché noi non siamo così determinanti, tutto si compie comunque.

7 novembre 2010

piuttosto

Io e il gatto Zizou ci fermiamo spesso a guardare fuori, al di là dei vetri ognuno di noi due cerca qualcosa.
E, sono sicura, ognuno di noi due trova quello su cui incantarsi.

Tutte le sfumature di verde si offrono ai miei occhi. Quello della vite vira al giallo mentre il verde delle foglie degli ulivi e degli agrumi resta uguale, sempre.

Almeno finché si affidano all’albero che le nutre. Tra i rami osservo le mie battaglie, persino troppe per la mia insignificanza, e i raggi del sole che fra i rami filtrano mi ricordano che qualche volta le battaglie si possono vincere.

Gli occhi si beano delle meraviglie intorno, non può esistere indifferenza in mezzo alla natura poiché tutto può scuoterti.


[Edouard Boubat, Paris May 1968]


Il mio cuore testardo si fissa però su un’immagine ricorrente e poiché questo fotografo si affaccia spesso alla mia mente penso che abbia deciso di aderire al mio mondo interiore e ancora una volta provo gratitudine per qualunque forma d'arte che rappresenti il mio stare.