27 febbraio 2010

se

[da: Marcos Ana, Ditemi com'è un albero : Memorie della prigione e della vita, Crocetti, c2009]


La mia casa e il mio cuore (sogno di libertà)


Se un giorno tornerò alla vita
la mia casa non avrà chiavi:
sempre aperta, come il mare,
il sole e l’aria.

Che entrino la notte e il giorno,
la pioggia azzurra, la sera,
il pane rosso dell’aurora;
la luna, mia dolce amante.

Che l’amicizia non trattenga
il passo sulla soglia,
né la rondine il volo,
né l’amore le labbra. Nessuno.

La mia casa e il mio cuore
mai chiusi: che passino
gli uccelli, gli amici,
e il sole e l’aria.

19 febbraio 2010

ribellarsi?


Mario Delitala, La cacciata dell’arrendadore, 1926, olio su tela, cm 203,4 x 342,6
Nuoro, coll. comunale


Amo molto questo dipinto di Mario Delitala, non solo per ragioni artistiche ma per il valore storico della scena rappresentata.

Nel XVIII secolo, mantenendo un regime feudale, la Sardegna passa dalla dominazione spagnola a quella sabauda. Molti dei grandi feudatari risiedono per lo più in Spagna e non hanno contatti diretti né coi propri feudi né con i vassalli. Come testimoniano gli storici, numerosi furono gli abusi e i soprusi di un feudalesimo che era stato introdotto dagli Aragonesi nel 1326, portato avanti dagli spagnoli negli aspetti più negativi e mantenuto, con queste caratteristiche, per tutto il periodo della dominazione sabauda. Anzi, sotto i Savoia gli abusi divennero maggiori.

E’ a questo contesto che fa riferimento il grande dipinto a olio di Delitala e ad un evento in particolare.

Nel 1772 la città di Nuoro era governata dal feudatario Marchese di Orani (che appunto viveva in Spagna), il quale vessava la popolazione con tasse sempre più esose (le arrende) tramite la temuta figura dell’arrendadore. La scena rappresentata racconta del giorno in cui tutta la popolazione e l’intero Consiglio comunale si riunirono per fare un processo all’arrendadore e decisero di cacciare l’avido esattore minacciando di morte lui e il Marchese qualora avessero osato rimettere piede in paese. Ribellarsi è giusto, e quella fu una rivolta in piena regola che mi fa sognare di tanto in tanto un popolo così coraggioso. Chissà a noi, invece, che viviamo questi tempi, con altri soprusi e altre ruberie varie e istituzionalizzate… cos’altro ancora devono farci perché rialziamo la testa?



16 febbraio 2010

gastronomia

Fin dove può spingere l’amore per la gastronomia?!!?

Il giornalista Beppe Bigazzi, durante l’imperdibile trasmissione rai “ La prova del cuoco” ha sfornato una singolare ricetta: Il gatto in umido.

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

(esiste pure il video ma mi rifiuto di riportarlo)


Si faceva negli anni ’30 e ’40 dice e, sebbene il suo intento fosse (presumibilmente) quello di raccontare abitudini alimentari ormai datate, quasi gode ad illustrare con dovizia di particolari tutto il procedimento, che inizia col tenere il felino per tre giorni nell’acqua del torrente e finisce con l’animale in pentola.

In seguito alle tante proteste degli animalisti, oggi il simpatico e nostalgico giornalista è stato sospeso. Ma lui non sembra preoccuparsene, fiero risponde “Io non mi pento mai di niente”


Da: la Repubblica on line 16/02/2010

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/02/14/news/bigazzi_gatti-2299915/

12 febbraio 2010

evento















so che per tanti di voi non c'è niente di strano, ma per me la neve è un evento straordinario!

Durerà così poco che non potrò permettermi il lusso di lamentarne i disagi...

6 febbraio 2010

Alice racconta

Alice, dalla Palestina, mi racconta di un popolo che resiste, di gente che apre le proprie case e mette a disposizione il poco che ha, di uomini e donne contenti della presenza di osservatori internazionali. Contenti che qualcuno possa testimoniare. Di combattenti, che issano la propria bandiera al mattino e l’ammainano di notte.


Dei bambini sa raccontare con le foto, Alice, quando l’obiettivo della sua macchina si posa su di loro e anch’io posso guardare quei visi, mi sento in allerta, come se quell’infanzia fosse l’emblema di ciò che dovremmo essere chiamati a difendere. Mentre sempre più spesso mi domando quanto davvero vogliamo sapere…


Voglio segnalare questo post in particolare e rinnovare a questa giovane donna coraggiosa la mia gratitudine.