30 giugno 2009

maremio

[I versi sul muro sono di Baudelaire]

Per chi vive in un’isola il mare è una presenza costante.

Qualcosa che ti lasci alle spalle e ti ritrovi davanti

a volte ti cammina accanto…


Il mare ci racconta

storie di altra terra ferma

ci riporta le cose scartate dagli uomini

Ci ricorda che da lui si viene E per lui si va


Un monito che avverte:

Tutte le spezie e i metalli preziosi

arrivano insieme alle invasioni e alle minacce.


Il mare ci separa e ci protegge

Divide e riunisce


E’ un ventre materno dove puoi sempre tornare


A volte è arrabbiato

E quando anche io lo sono amo

confrontare

la mia rabbia con la sua

E certe volte la mia è più potente


Il mare dialoga col cielo e si veste del suo colore


E quando riposa…

Allora tutto intorno è pace

Allora persino i tumulti

del cuore più in subbuglio

si placano


Arresi, disarmati, nudi

Possiamo respirare.


26 giugno 2009

una rosa bianca...



“Qui moriremo, qui nell’ultimo

passaggio, qui o forse qui, pianterà i suoi olivi

il nostro sangue”

[Mahmoud Darwish]


Neda in persiano vuol dire “grido”.


“Se perdo la vita mia e vengo colpita, se il proiettile mi colpisce dritto al cuore ancora continuerò a gridare per la libertà e la mia patria”

Così diceva Neda nei giorni scorsi.


Un’altra combattente, un grido contro la repressione, un simbolo ormai, che vorremmo vivo.

Una rosa bianca per lei, e il pensiero costante alle donne e ai ragazzi della protesta iraniana.



20 giugno 2009

Todo cambia

Una delle canzoni presenti ormai da quindici anni nelle mie playlist, Todo cambia, nell’interpretazione della grande cantante argentina Mercedes Sosa. Il testo è dell’antropologo e musicista cileno Julio Numhauser.



TODO CAMBIA

Cambia lo superficial
cambia tambien lo profundo
cambia el modo de pensar
cambia todo en este mundo

Cambia el clima con los años
cambia el pastor su rebaño
y así ­ como todo cambia
que yo cambie no es extraño

Cambia el mas fino brillante
de mano en mano su brillo
cambia el nido el pajarillo
cambia el sentir un amante

Cambia el rumbo el caminante
aunque esto le cause daño
y así ­ como todo cambia
que yo cambie no extraño

Cambia todo cambia
Cambia todo cambia
Cambia todo cambia
Cambia todo cambia

Cambia el sol en su carrera
cuando la noche subsiste
cambia la planta y se viste
de verde en la primavera

Cambia el pelaje la fiera
Cambia el cabello el anciano
y así ­ como todo cambia
que yo cambie no es extraño

Pero no cambia mi amor
por mas lejos que me encuentre
ni el recuerdo ni el dolor
de mi pueblo y de mi gente

Lo que cambió ayer
tendrá que cambiar mañana
así ­ como cambio yo
en esta tierra lejana

Cambia todo cambia [...]

Pero no cambia mi amor...

TUTTO CAMBIA

Cambia ciò che è superficiale
e anche ciò che è profondo
cambia il modo di pensare
cambia tutto in questo mondo.

Cambia il clima con gli anni
cambia il pastore il suo pascolo
e così come tutto cambia
che io cambi non è strano.

Cambia il più prezioso brillante
di mano in mano il suo splendore,
cambia nido l'uccellino
cambia il sentimento degli amanti.

cambia direzione il viandante
sebbene questo lo danneggi
e così come tutto cambia
che io cambi non è strano.

Cambia, tutto cambia
Cambia, tutto cambia
Cambia, tutto cambia
Cambia, tutto cambia.

Cambia il sole nella sua corsa
quando la notte persiste,
cambia la pianta e si veste
di verde in primavera.

Cambia il manto della fiera
cambiano i capelli dell'anziano
e così come tutto cambia
che io cambi non è strano.

Ma non cambia il mio amore
per quanto lontano mi trovi,
né il ricordo né il dolore
della mia terra e della mia gente.

E ciò che è cambiato ieri
di nuovo cambierà domani
così come cambio io
in questa terra lontana.

Cambia, tutto cambia...

Di questa amatissima interprete, che i miei amici argentini chiamano “la Negra Sosa”, segnalo a tutti l’ascolto di "Gracias a la vida"

dedicato a chi, come me, mastica male i cambiamenti

17 giugno 2009

Riti

Giugno apri il pugno!!!”

Ecco come iniziava, da bambina, il mese che sanciva l’ingresso dell’estate. Dopo “Aprile non ti scoprire…Maggio vai adagio” finalmente…”Giugno apri il pugno”…che senso di liberazione solo a pensarlo!


La luce crescerà e le giornate si allungheranno ancora fino al solstizio…


Da bambina, giugno non prometteva solo la fine della scuola ma un fermento appassionante volto ai festeggiamenti del 24, giorno di San Giovanni. Nella zona della Sardegna dove sono nata e cresciuta, la tradizione popolare faceva coincidere la notte tra il 23 e il 24 col solstizio d’estate che veniva omaggiato, come ovunque, con riti pagani. Tra questi c’era il grande falò. La notte di San Giovanni nelle piccole piazze, ogni rione preparava i falò che servivano a suggellare delle vere e proprie amicizie o dei fidanzamenti, con la persona con cui saltavi mano nella mano diventavi comare o compare di fogarone.

Ed era un vincolo serio, degno di rispetto come o più di quelli familiari.


Accanto ai fuochi grandi, c’erano i piccoli falò di noi bambini. Per questo giugno vedeva il nostro fervente impegno nell’approvvigionamento di lentischio e cisto secchi, fieno, sterpaglie …


Documenti provenienti dai Sinodi testimoniano come nei secoli, e ben oltre il 1600, questi e altri riti pagani fossero fortemente osteggiati dalla Chiesa, e fiorivano divieti su qualsiasi forma di comparatico che non fosse il battesimo e la cresima. Ma per i ceti popolari la festa di San Giovanni era principalmente legata al ciclo solare e della fecondità, perciò i contadini hanno continuato per secoli a celebrare le loro feste e la Chiesa, nonostante le numerose e reiterate condanne di principio, non è mai stata in grado di modificarne o impedirne l’usanza.


Un altro rito pagano che mi piace molto di questa festa è la raccolta dell’iperico, con cui si prepara l’olio curativo e portentoso che tutti dovrebbero conoscere.

Secondo la tradizione popolare l’iperico raggiunge l’apice della sua essenza a mezzogiorno del 24 giugno, coglierlo in quel momento garantisce non solo il massimo utilizzo degli olii essenziali, ma è di buon auspicio. Qualche mazzetto veniva appeso alla testa del letto come simbolo beneaugurante.


Ho sempre raccolto l’iperico e preparato l’olio e i mazzetti da appendere, ma da qualche anno la sua fioritura è decisamente anticipata!

Anche i fuochi…non ha più senso farli dentro quelle che ormai sono diventate città e dove una scintilla provocherebbe uno sfacelo. In campagna si è passibili di multa perché dal 30 maggio è vietato bruciare… così la tradizione popolare va a farsi benedire!


Ma, egoisticamente, devo appuntarmi una nota piacevole che è questa: dopo essere andata per tutta la vita alla ricerca di questa piantina spontanea e miracolosa, quest’anno è venuta lei da me! E’ cresciuta nella mia campagna ed è già fiorita ….da maggio!

13 giugno 2009

legami indissolubili

[foto di © Antonello Contini]

Le cose che mi legano a te

Hanno memoria lunga


Non si fanno da parte

E non tornano


Le cose che mi legano a te

non tutte si possono dire


Noi le sentiamo vive

Magari un po’ acciaccate, però vive


Siamo come legni riportati dal mare

Come le superfici che insieme abbiamo levigato


nodose e permeabili


Le cose che ci legano meritano rispetto

Non nostalgia


Guarda la timidezza dell’upupa

Non ci somiglia un po’?




11 giugno 2009

nostalgia

Berlinguer...ti voglio bene!

Ieri Beppe Sebaste su l’Unità scriveva “Lo rimpiangiamo oggi come un padre o un maestro…In realtà lui era un poeta."

Così, voglio concedermi oggi un motto di passione e ricordarlo con i versi del grande poeta uruguayano, Mario Benedetti, recentemente scomparso


Mi serve e non mi serve

La speranza così dolce
così pulita così triste
la promessa cosi' lieve
non mi serve

non mi serve così mite
la speranza

la rabbia così docile
così debole cosi' umile
l’ira cosi' prudente
non mi serve

non mi serve così saggia
tanta rabbia

il grido così giusto
se il tempo lo permette
l’ urlo accurato
non mi serve

non mi serve così buono
un gran tuono

il coraggio così docile
la bravura così inconsistente
la sfrontatezza cosi' lenta
non mi serve

non mi serve cosi' fredda
l' audacia

mi serve, si, la vita
che e' vita fino a morirne
il cuore allerta
si, mi serve

mi serve quando avanza
la fiducia

mi serve il tuo sguardo
che e' generoso e deciso
e il tuo silenzio schietto
si mi serve

mi serve la misura
della tua vita

mi serve il tuo futuro
che e' un presente libero
e la tua lotta di sempre
si, mi serve

mi serve la tua battaglia
senza medaglia

mi serve la modestia
del tuo orgoglio possibile
e la tua mano sicura
si, mi serve

mi serve il tuo sentiero
compañero.

4 giugno 2009

mafaldita


guai a chiudere tutte le porte!!!