26 settembre 2009

...una gallina pensierosa....

Una gallina calabrese decise di diventare mafiosa.

Andò da un ministro mafioso per avere una raccomandazione, ma questo le disse che la mafia non esiste. Andò da un giudice mafioso, ma anche questo le disse che la mafia non esiste. Andò infine da un sindaco mafioso e anche questo disse che la mafia non esiste.

La gallina ritornò nel pollaio e alle compagne che le facevano delle domande rispose che la mafia non esiste.

Tutte le galline pensarono così che era diventata mafiosa ed ebbero timore di lei.


[Da: Luigi Malerba, Le galline pensierose, Einaudi, c1980]

20 settembre 2009

Incantamento

[Piero Marussig, Autunno, 1924]

Eccolo l’autunno che si annuncia, con le foglie rosso arancio per aria e tra i passi…

E’ il tempo che insegue il tempo, un gioco che si rinnova, una noce dimenticata in tasca…

Ricordo quando camminavo tra vicoli antichi e familiari, con i capperi ai muri e l’ombelico di Venere, carnoso e umido, vasi di piante esposti alla benefica acqua piovana…

Rivoglio le mie trecce e le gambe sempre nude che non temevano il freddo!


L’autunno è muschio e rugiada, è il melograno che snocciolo in una tazza e che mangio col cucchiaino quasi fosse una granita. L’autunno sono le ore di luce sempre più corte e la chiusura imminente. Al riparo. E’ il gatto raggomitolato, le mele cotogne dal profumo aspro che sa di soffitte e di mele stese a profumare, e di legna e di paglia.


Questa è la posa dell’autunno…Mi fa incantare sui ricordi, sulle cose andate…

E’ come quando si legge due volte, con gli occhi e con la mente, come quando lasci la pagina per leggere, in un punto indefinito, una sensazione, un profumo, un ricordo…Così.


Poi esco a respirare la campagna e le olive maturano e il manto verde vince sulla paglia gialla, i topolini di campagna raccolgono provviste…i fichi d’India pronti per essere colti dopo le piogge si affacciano col loro rossore.


L’autunno vuole bene alla campagna, me ne accorgo dal suo respiro.


16 settembre 2009

Mio fratello e il signor B

Correva l’anno 2005, mio fratello si trovava occasionalmente nella caserma dei vigili del fuoco di Olbia per festeggiare un collega che andava in pensione.

Durante l’ora di pranzo, mentre tutti si trovavano a tavola, arriva il signor B accompagnato da una bella ragazza (una di quelle che oggi scopriamo chiamarsi escort). I colleghi riferiscono a mio fratello che sistematicamente, all’arrivo e alla partenza, il signor B si serviva dei bagni della caserma. Forse quelli degli aerei di stato o del suo aereo personale non erano di suo gradimento…chissà!

Finiti i bisognini, si unisce sfacciatamente al pranzo e si butta subito nelle sue performance preferite. Col sorriso mediatico che tutti conosciamo, chiede al festeggiato:

“Ma come è possibile che tu a 53 anni vai già in pensione e io che ne ho 69 sto ancora lavorando sodo?”…e si aspetta pure grasse risate! Invece quello serafico gli risponde: “Perché io faccio il vigile del fuoco, che è un lavoro a rischio!”

Ugualmente si ride, volenti o nolenti, per superare l’imbarazzo (che immagino provochi sempre ai commensali)…

Il signor B trascorre quasi un’ora tra barzellette sconce e battute grevi, poi gironzola divertito tra i convitati. Mio fratello, sempre più schifato dallo stile, ingoia rabbioso …All’epoca dei fatti era ancora “rifondarolo” e siccome il giorno precedente il signor B aveva rilasciato una dichiarazione in cui faceva di Bertinotti “l’unico uomo politico della sinistra che stimo”, trovatoselo di fronte mio fratello gli dice: “Volevo farle i complimenti per le dichiarazioni rilasciate ieri”… lui lo guarda gongolante e gli chiede “a proposito di cosa?”

“A proposito di Bertinotti” dice mio fratello.

Mmmmm….ci pensa un attimo, forse non gli sovviene cosa ha detto ma gli poggia la mano (immagino pesantemente) sulla spalla e gli domanda:

“Ma tu…sei più vigile del fuoco o più comunista?”

“Più comunista!” conclude sicuro mio fratello.

“Allora sei un coglione!” dice il signor B e mio fratello, passando improvvisamente al tu e mostrandogli il cellulare gli dice “E adesso sei fregato perché io ti ho registrato”.

Intervengono subito gli scagnozzi, e i colleghi di mio fratello fin troppo prudenti lo allontanano dal bersaglio. Tutto finisce lì, con mio fratello che non ha registrato proprio niente perché i telefoni supertecnologici non lo interessano e lui col cellulare vuole solo telefonare, e indicibilmente infastidito più dai cauti colleghi che dalla "pura essenza" del signor B.

Così, come per tutte le cose, ogni volta che mi viene in mente questo aneddoto penso a me e a tutte le persone che conosco, e penso chissà cosa avremmo detto o fatto in una circostanza simile…Certo i nervi saltano, però mi fa sempre ridere ripassare con la mente quel tu così spontaneo e viscerale. Mi pare di vedere la scena e rimango tra il divertito e il rabbioso!

12 settembre 2009

10 settembre 2009

libera nos a malo

Rieccoci di fronte all’ inguaribile ipocrisia della santa chiesa…I “ministri dell’istruzione” vaticana inviano una lettera alle Conferenze episcopali in cui chiedono ai fratelli, confratelli e compagnia cantante di opporsi al rischio che l’ora di religione nelle scuole diventi uno studio delle altre religioni. Uno dei problemi sarebbe il possibile insorgere, tra i giovani, dell’ “indifferentismo religioso”…ma pensa!

Cos’è questa curiosità per l’altro e la sua fede?

Cos’è questa apertura agli altri diversi da noi?Questa Babele di religioni mette a rischio l’equilibrio dei giovani e la Chiesa indica la strada maestra.

I giovani, se vogliono, hanno esempi di fratellanza concreta, i giovani guardano ai tanti volontari di Emergency, tanto per fare un esempio, che curano malati di ogni fede e nazionalità perché che tutti siamo fratelli non ce lo insegna la Chiesa.

La Chiesa cattolica apostolica romana snocciola le buone azioni rivolte agli ultimi della terra quando c’è da batter cassa per chiedere l’8 per mille.

Questo vedono i giovani, cari prelati.

La santa chiesa romana si barrica nell’unica fede da imporre ancora qua e là per il mondo, si arroga il diritto di catechizzare popoli di altre terre…Gli altri devono conoscerci ma noi non dobbiamo esprimere curiosità per loro e per le loro fedi. Ma se la Costituzione sancisce la sovranità e l’indipendenza di Stato e Chiesa, nell’art.8 recita solennemente: Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.

L’ingerenza della Chiesa non è una novità del momento, è più vecchia della Costituzione e dei Patti lateranensi, lo sappiamo, ma all’ipocrisia non mi rassegno, alle mostruose e colpevoli contraddizioni non mi piego. Penso che la dimensione spirituale sia un elemento importante e intimo nella crescita di un individuo, così come penso che l’ottusa chiusura non porti pace ma guerra e conflitto.

Non so più in che paese mi trovo, ti distrai un paio di giorni dalle "notizie" e cosa scopri al ritorno? Che da una parte abbiamo una stampa in mano ai cattocomunismi che fa di tutto per minacciare l’attività governativa, dall’altra giornalisti che omettono o stravolgono l’informazione ma si dedicano anima e corpo al gossip più insignificante, contribuendo così ad EDUCARE gli italiani. Nel mezzo, queste strane e sovversive procure che vanno ad indagare su fatti del 1993-1994…Inaudito!

Non lo so da un pezzo in che paese vivo, o lo so a sprazzi. Quello che so è che mi piace sempre meno e anche questa non è una novità. Quando mi arrabbio proprio tanto però mi sento anche un po’ in colpa con me stessa!

Non voglio voltarmi dall’altra parte quando le cose non mi piacciono, voglio tenermelo stretto il diritto ad indignarmi, ma voglio cercare sempre, instancabilmente, anche la bellezza intorno a me, offrire un riparo di tanto in tanto al mio spirito. Ne sono responsabile.

5 settembre 2009

Parole/due

Pur essendo una persona silenziosa le parole mi piacciono. Esistono, si sa, silenzi ben più eloquenti di mille parole, ma il silenzio è spesso un lusso e le parole necessarie. Mi è sempre piaciuto immaginarne ed evocarne di possibili…Parole che conosco, altre che vorrei sentirmi dire o pronunciare senza risparmio o timore. Parole che fanno bene e rigenerano.

Mi piacerebbe restituire ad alcune il senso perduto, perché un senso le parole ce l’hanno.

A volte anche più d’uno a voler essere puntigliosetti.

“Le parole esistono, perché non usarle?” diceva il grande Eduardo.

Invece vedo svilupparsi, anche in me lo confesso, una forma di diffidenza sempre più manifesta, una sorta di stanchezza, di insofferenza addirittura, verso le parole…

Perché è vero che talvolta sono inutili o abusate, e forse persino menzognere…In questo periodo non riesco a pronunciarle ma trovo sempre necessario leggerle e allora voglio riportare stralci di una poesia che le benedice, le esalta, restituisce loro forza e potere.

A partire dal titolo: Canto d’amore per le parole


[…] Perché abbiamo paura delle parole

quando tra di loro vi sono parole simili a campane invisibili,

la cui eco preannuncia nelle nostre vite agitate

la venuta di un’epoca di alba incantata,

intrisa d’amore e vita?

Allora perché mai abbiamo paura delle parole?[…]


[…]Domani ci costruiremo un nido di sogno di parole,

in alto, con l’edera che discende dalle sue lettere.

Nutriremo i suoi germogli con la poesia

e innaffieremo i suoi fiori con le parole.

Costruiremo un terrazzo per la timida rosa

con colonne fatte di parole,

e una stanza fresca inondata di ombra,

protetta da parole.

Abbiamo dedicato la nostra vita come una preghiera

chi pregheremo… se non le parole?

Nazik al-Mala’ika (Iraq)

[Da: Non ho peccato abbastanza : antologia di poetesse arabe contemporanee, Mondadori, 2007]

L'immagine riproduce L'alfabeto dei corpi di Howard Schatz

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