14 ottobre 2008

Lettera a Enzo

Questa mattina ho ricevuto questi pensieri da un poeta che mi è mancato tanto e che ora ritrovo...E sono oltremodo contenta che Enzo trovi il suo piccolo posto in questo piccolo spazio mio. Grazie Bà

Lettera a Enzo


Siamo qui, una panchina sulla scogliera.

Io con un sacchetto di parole rotte, tu con la tua eterna Odissea.

Sono vedovo d’amicizia, fratello, e menomato nella vita.

Tu, leggero e interessato a fiumi intorno, come sempre.

Ci cercano ancora i visi conosciuti, i corpi scoperti, le labbra che ci hanno dissetato.

C’è aria di vento davanti questo mare e magari tu ci nuoti dentro

Non io che di mare mi riempio solo il cuore, gli occhi

Sono tempi di troppe parole, di scarsi silenzi

Di poco coraggio

Giorni in cui altri lavorano per apparire

E questo mi sforna malinconia e fatalismo.

Faccio quel che posso, quando posso

E mi sporco ancora di sangue e respiro

Di noia e incerta rassegnazione.

Vedo le tue spalle dritte e a me a volte mi scricchiola la schiena

Il tempo non ti ha offeso

I tempi, quelli si.

E che dirti di chi amo

Di quella sorgente sincera che tu conosci

Della donna forte e pulita a cui ti ho raccontato

Ho lei dentro, acqua mischiata, mentre ti siedo accanto

Conchiglia di sesso e sapori marini

Femmina e vita.

E tu che donna custodisci

Che donna guardi dentro questo mare?

E’, come la mia, fatta di occhi riempiti di schiuma d’onda?

E il suo sorriso ti abbraccia il cuore?

Di quello e d’altro si parla tra noi

E del cielo che si cuce il mare, lontano

E del sole che continuiamo a portarci in regalo

Anche adesso.

Dentro i nostri devastanti, allegri abbracci


[ Baldo ]



3 commenti:

Anonimo ha detto...

Belle e sentite queste parole,sembra una canzone di Fossati! buona giornata A'.
Lunastorta

Anonimo ha detto...

La prima impressione...strano...anche a me ha ricordato Fossati...
"Pane e coraggio ci vogliono ancora
che questo mondo non è cambiato
pane e coraggio ci vogliono ancora
sembra che il tempo non sia passato
pane e coraggio commissario
che c'hai il cappello per comandare
pane e fortuna moglie mia
che reggi l'ombrello per riparare.

Per riparare questi figli
dalle ondate del buio mare
e le figlie dagli sguardi
che dovranno sopportare
e le figlie dagli oltraggi
che dovranno sopportare.

Nina ci vogliono scarpe buone
e gambe belle Lucia
Nina ci vogliono scarpe buone
pane e fortuna e così sia
ma soprattutto ci vuole coraggio
a trascinare le nostre suole
da una terra che ci odia
ad un'altra che non ci vuole...."
il resto delle mie sensazioni, te le dico dopo...voglio rileggere ancora queste parole...e mentre vado in banca...le farò mie :-)
Giovanna

Anonimo ha detto...

Davvero bella e ricca di bellissime immagini... Grazie per i tuoi gradittisimi passaggi da me, Giulia