8 gennaio 2010

pauuuure

Accorgersi di inciampare in nuove paure non è una bella cosa, un po’ ci si sente come presi in contropiede, spiazzati.

Ci sono paure che sono il lascito di emozioni forti e dolorose, e se le guardo da questo punto di vista mi fanno quasi tenerezza queste paure. Mi sconcertano meno e allora ci parlo pure, come a delle nuove presenze. Ci rido su se sono di umore morbido e ci litigo se respiro storta. Il dolore sarà pure superato, mi dico, ma guarda cosa mi ritrovo!

Ci sono paure che con noi sono nate e cresciute, quelle che ricordiamo da sempre, fedelissime compagne. E ci sono quelle che scopriamo all’improvviso con tremore e sorpresa e che ci fanno ammettere a capo chino “non ero così”…Allora parte la caccia al momento… non ero così prima di cosa? Con questo sistema, dialogo con le paure e ripercorro la mia vita, non sempre serenamente ma convinta quantomeno che prendere confidenza sia meglio che negare.

Alcune paure hanno un colore e un odore preciso.

Sarà così per tutti, penso.

Ma ce n’è di inodori e incolori, paure neutre, trasparenti, quelle che appesantiscono e affaticano.


Non disistimo totalmente le paure, quelle condivisibili, quelle segrete…alcune inducono ad una ricerca continua, senza la quale mi sentirei meno viva. E io voglio sentirmi bastantemente viva.

Di fronte alle paure abbiamo due possibilità: combatterle o fuggire .

Ingaggerò una lotta alle paure incolori e qualche risultato spero di ottenerlo…(auguri!)

Arnica impavida

14 commenti:

Angelo azzurro ha detto...

Ho letto da qualche parte che le paure, quelle che tu definisci incolori, non vanno combattute, negate o sfuggite, ma comprese ed accettate come parte di noi. Al riguardo, penso sia più facile a dirsi che a farsi...

Anonimo ha detto...

Grazie, veramente grazie di cuore per l'attenzione che mi regali.
Le tue sono sempre parole autorevoli e mai lasciate li' per caso, dette con garbo, con gentilezza cercando di cogliere
la parte migliore.
Contraccambio gli auguri di un felice e sereno anno, sperando che tra un trambusto e un'altro si riesca a coglierne la parte migliore. Bibi

rom ha detto...

Insomma, se ho capito almeno una parte di quello che scrivi, poni il problema, il fatto, di paure che prima non c'erano e ora invece sì.
Prima non ero così: significa, mi pare, che prima non avevo una certa paura che ora invece ho, ero fatto in modo diverso, ero diverso, e in questa diversità ora trova spazio questa nuova paura. Un cambiamento c'è stato, in me, sicché eccomi qua che adesso ho questa paura che prima non avevo. Anche, questa paura, insieme alle altre che già mi fanno scompagnia da tempo, a volte da molto tempo.
Prima non ero così. Da cui: prima di che? Ora arrivo al punto che volevo dirti, ed è questo: prima di qualcosa non vuol dire necessariamente che poi a causa di quel qualcosa è nata la paura.
Corollari: scusa, ma che ti frega di sapere prima di che a causa di che? Va bene, va bene, ho capito: se scopri a causa di che - forse a causa di che, probabilmente a causa di che - poi pensi di poter meglio gestire la paura, o liberartene. Auguri. Funziona raramente, però tu sei Arnica, quindi può anche funzionare. Funziona di più l'arte della guerra. Era un'altro nome d'arte che volevo dirti, ma so che poi tu censuri le parolacce, e arte della guerra può andar bene, rende l'idea. Guerra contro quella paura - guerra subito, prima, guerra comunque, oltre il capire, oltre il pensare di capire la possibile o probabile causa - prima del pensare. Dico paura ma intendo altro: ansia, angoscia, che le paure reali hanno una funzione vitale. Arte della guerra che tu hai deciso di intraprendere, mi pare di aver capito. Condivido pienamente. Poi, per quello che ne penso, se si arriva pure per caso a capire il prima di che forse a causa di che, tanto meglio. Un po' di erudizione non fa male.
Ma non ho visto l'uomo della nuvola.
:-)

lodolite ha detto...

affrontare le paure è già un segnale di non aver paura...forza...
ciao simona

Arnicamontana ha detto...

Angelo, è vero, ci sono paure che vanno anche accettate come parte di noi. Quelle che per me sono incolori non le voglio accettare, perché sono zavorre. Grazie del tuo passaggio

Rom...è il tuo modo contorto per dirmi quanto sono contorta...Non lo so se funziona, ma forse si.
Per l'uomo di nuvole, aguzza la vista!

Simona, grazie dell'incoraggiamento :-)

la signora in rosso ha detto...

Le mie paure cerco sempre di metterle alla prova... alla fine deduco che sono solo "paure". Buon fine settimana

amatamari© ha detto...

Il mio maestro di karate diceva che la paura può essere preziosa in certi momenti perchè ci consente di allontanarci per tempo dal pericolo.
Può accadere di sentirci più fragili ed accorgerci di avere delle paure nuove, spuntate da chissà dove ma forse è utile comprendere se ci sono di aiuto o d'impedimento.
:-)

giorgio ha detto...

"Arnica impavida" mi piace, mi piace moltissimo.Tutto il resto è superfluo. Forse Marina la metterebbe nelle parole in via d'estinzione, nella vita sicuramente non è che sia così frequente incontrarla.
Arnica fans club, Modena.

Emilia ha detto...

Con le paure si convive, a volte forse qualcuno fa finta di non vederle, e cammina per la sua strada ma c'è la volta che si può trovare di fronte a sbarragli la via ed allora? Meglio combatterle ogni giorno e imparare a conviverci.
Un abbraccio

Giovanna ha detto...

Si Arnica, hai perfettamente ragione, le paure sono quasi sempre il lascito di qualcosa di profondo che abbiamo vissuto e pur conoscendone le cause non è facile affrontarle nè tantomeno superarle. Sbaglierò, ma...mi sa che crescono in misura esponenziale all'età. Alcune si superano, ma tante altre nuove si affacciano alla nostra mente o ai nostri cuori. La paura della solitudine, della morte, dell'abbandono...quante paure cara Arnica!
Bacio!

giardigno65 ha detto...

lo otterrai !!!

SILVIA ha detto...

Credo anch'io che la paura abbia una funzione vitale ed in questo(... spero di non sbagliarmi) trovo che il suo primo compito "naturale" sia l'auto difesa. Per quanto riguarda invece l'intesa che si vive nei confronti delle proprie paure le vedo come qualcosa di non estinguibile ma piuttosto contenibile, che possa esser "guardato in faccia" e riconosciuto come qualcosa di diverso da noi: "io non sono la mia paura!!!!",di conseguenza ridimensionato. C'è una sorta di convivenza "formativa" che ci plasma col tempo rendendola addirittura motivo di crescita soprattutto nel convivere con certi melesseri forti (anch'essi fuori controllo dalla nostra volontà).... se educata "ci educa" e sprona a reagire ai problemi con una certa intesità, profondità e determinazione.
.....ESISTEREBBE CORAGGIO SENZA PAURA?????

SILVIA ha detto...

....ehm...i melesseri sarebbero i malesseri, ooops!

Emilia ha detto...

Un caro saluto e un abbraccio... Passavo di qua