10 luglio 2009

pensieri ventosi

Il nostro errore più grande è quello di cercare di destare in ciascuno proprio quelle virtù che non possiede, dimenticando di coltivare quelle che ha

[Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano]


La meravigliosa mente di questa scrittrice ha sempre avuto un fascino particolare su di me, poche altre mi incantano allo stesso modo.

E queste parole me le porto dentro, e anche fuori. Come un monito…

Possiamo vederla nel vissuto di tutti i giorni questa strana vocazione a voler conformare gli altri a noi, al nostro mondo, alle nostre scelte, ai nostri vizi. Quanto stanno in ombra certe virtù!

Quasi si preferisca prestare attenzione più ai difetti, alle mancanze, alle contraddizioni...

Ci sono virtù innate e virtù acquisite, mi sembra che entrambe volgano al bene. Non penso alle virtù teologali, ma a quelle morali, alle virtù che abitano certi individui talvolta inconsapevoli.


…“dimenticando di coltivare quelle che ha”


accende un campanello d’allarme, fa stare un po' in apprensione questa dimenticanza, fa sentire in difetto…

Qualche volta ad esempio, devo ammettere, rimango sorpresa nel verificare che il lamento trova sempre complicità e solidarietà, mentre la gioia o la fiducia sono poco di tendenza.

Può essere che taluni si sentano irritati dalla gioia degli altri perché in essa vivono il riflesso della propria incapacità a gioire?

Cosa c’è dietro l’inettitudine a coltivare certe virtù che ce le fa quasi sembrare fuori luogo in chi le possiede?

Questa giornata ostinata come il vento che la attraversa porta pensieri contorti e distorti, per niente estivi e per niente leggeri.


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Se torno alla realtà di questi giorni, mi vengono in mente le virtù teologali e in particolare la carità che è la più importante, mi sembra di ricordare. Se penso alla carità mi vengono in mente i grandi della terra riuniti a decidere le sorti del pianeta, soprattutto a decidere sulla testa di chi NON rappresentano. Mi assalgono ragionevoli dubbi se penso a come possono esprimere la carità: spendendo e spandendo, blindando e mettendo sotto assedio una città già mortalmente ferita, promettendo spiccioli al continente africano e interventi insufficienti sulla riduzione delle emissioni globali.

I summit come questo sono sempre una farsa e il nostro presidente ha contratto il vizio: ne promette anche un altro entro l’anno. Quasi quasi ci ha preso gusto…

17 commenti:

Lara ha detto...

Già, i grandi della terra.
Il nostro presidente ci gode ad ospitare, perché può dimostrare la sua POTENZA, quella che vede specchiandosi.
Molto bello quello che hai scritto sulle virtù.
E' verissimo quanto asserisci, lo vediamo spesso anche sui blog: i più gettonati sono quelli dove il/la blogger si lamenta, non importa il motivo.
La gioia, al contrario, sembra procurare fastidio.
Cara Arnica sono d'accordissimo su tutto quantro hai scritto, servono sensibilità e intelligenza per farlo, doti che di certo non ti mancano assieme a molte altre ...
La citazione dalla Yourcenar mi ha ricordato Shakespeare che, non ricordo dove, scrisse: "Una buona azione rimasta senza elogio, ne uccide mille che attendono il loro turno". Non è la medesima cosa, ma sono due verità che si sfiorano.
Grazie Arnica, un abbraccio!
Lara

Angelo azzurro ha detto...

In effetti, al G8, abbiamo sentito un sacco di bla, bla, bla che sanno tanto di fumo e poco arrosto. Vedremo quante promesse saranno mantenute e quante saranno disattese, come ci insegnano gli incontri del passato.

Anonimo ha detto...

bellissimo post !

Vincenzo Cucinotta ha detto...

Se mi permetti un pizzico di sessismo, siete proprio voi donne che soffrite di questa pretesa di modificare i maschi attorno a voi.
Forse conosci già questo detto:
"Gli uomini falliscono nei rapporti erotici, perchè scelgono una donna senza capire di che donna si tratti, mentre le donne, pur riconoscendo perfettamente che tipo di uomo hanno incontrato, pensano di poterlo cambiare"

la signora in rosso ha detto...

brava, osservazioni interessanti.
L'invidia è un sentimento che gira anche nei blog.
Il g8 è stata l'ennesima passerella!

Arnicamontana ha detto...

Vincenzo Cucinotta: il sessismo, anche se non concesso, ormai te lo sei preso e naturalmente non mi trova d’accordo. Penso che questo tu lo intuisca da solo. Non conosco il detto che mi citi e ad arrivare a chi ne è l’ispiratore mi perderei nella notte dei tempi. Però, con molta franchezza ti rivelo che il fallimento dell’erotismo maschile non rientra nei miei affanni e che ho visto entrambi i sessi perseverare in questa “strana vocazione” di volere gli altri a propria immagine e somiglianza (dentro e fuori i rapporti di coppia)

marina ha detto...

blindando e brindando...
che spreco di soldi al cospetto di gente senza più nulla!
Questi accordi potrebbero svolgersi attraverso i moderni mezzi di comunicazione, a distanza, con lavoro di mesi. Poi si potrebbe organizzare un incontro de visu per firmare, sobrio e sbrigativo, ma tutto il lavoro andrebbe fatto prima.

Questa è solo una piccola notazione laterale. Il tema centrale invece merita molto più di qualche riga e, come sempre, sottolinea la tua capacità di attenzione agli scogli della convivenza. Donna di mare!
un abbraccio, marina

Anonimo ha detto...

Graaaaandeee A'!!! Il tuo mito letterario ti ispira sempre belle riflessioni! Sul G8 sai bene come la penso...sulla patacca gigante che stava appesa dietro il nostro (ops, ci voleva la M!) nanetto hai visto cosa c'era scritto? Dalla Maddalena all'Aquila...non ho capito perché! Ci vediamo a ferragosto A', scusa le assenze :-)
Lunastorta "girabiccos"

rom ha detto...

... virgola, dimenticando di coltivare quelle che ha.

Pensieri ventosi - e il vento, si sa, soffia dove vuole, come il pensiero: virgola, come il pensiero - e senza virgola?: sarebbe: "Il nostro errore più grande è quello di cercare di destare in ciascuno proprio quelle virtù che non possiede dimenticando di coltivare quelle che ha.", così l'errore sarebbe più strettamente condizionato: se dimentichiamo di coltivare le virtù che - chi? - ha, allora accade che questo è il - il? - nostro errore più grande - ed ecco che m'accorgo che i miei, di pensieri, sono rompipalle, spaccacapelli, fastidiosamente stizzosamente puntigliosi, ma invocano l'incolumità diplomatica del vento che soffia dove vuole o approfittano della persona che sei e s'affidano alla tua carità peggio per te non imparerai mai ad essere cattiva come l'arabo che andava a controllare il G8 tentò di insegnare a desaparecida.
Ora, perdonami, ma: questo, è il nostro errore più grande? Non dico che non sia una cosa pericolosamente presente nelle nostre vite, ma è 'il' nostro errore più grande? Non so: mi riservo di pensarci a mente meno fastidiosa.
E poi, scusa, ma siamo sicuri del soggetto della bellezza di quel pensiero? "... dimenticamdo di coltivare quelle che ha": chi?
Tu la hai isolata, la frase, secondo me perché lo sai: il soggetto è il soggetto. Ecco, mi placo in questa scoperta: il soggetto è il soggetto.
:-)
Basterà una faccina?
:-( ----> :-)
Ah! Forse ho trovato un modo di farmi perdonare migliore delle faccine: secondo me, tu sai scrivere meglio della Yourcenar, ma è una virtù che non coltivi...

A proposito, ma G8 va letto come la benzina, la Q8? ghueittt? ghuaittt?

Anonimo ha detto...

Grazie di vero cuore perchè dedichi a me più attenzione di quanto io meriti vista la mia poca assiduità nel contraccambiare.Passo da te spesso, ti leggo e rubo tutta la serenità che trasmetti nello scrivere. Da me,....solo turbolenze che speriamo passino presto.
Un abbraccio, Bibi

guglielmo ha detto...

La malattia del Nostro presidente è la bulimia, in tutto. Non dobbiamo curarlo, ma lasciare che i suoi magnaccia, sodali e lacché gli continuino a portare tonnellate di vettovaglie -:)))

Giovanna ha detto...

OHHHHH stavi continuando a scrivere mentre io ero indaffaratissima con gli ospiti...Adesso però recupererò...:-) A più tardi :-))))

Giovanna ha detto...

Buon giorno Arnica! :-)
Sono un pò confusa dopo aver letto...o meglio, non sono d'accordo quasi su niente, ma il discorso si allungherebbe e un commento si trasformerebbe in un post. Cercherò di esser breve...uhmmm le ultime parole famose!:-))
Io penso che, quando ci ostiniamo a cercare di destare virtù che altri non possiedono è solo perchè, qualcuno/a indossa delle maschere e per conquistarci si propone a noi nella veste che noi vorremmo. Una volta raggiunto lo scopo, ci si mostra per quel che si è, e negli altri resta la nostalgia per quell'altro/a che abbiamo conosciuto, per quelle virtà che credevamo possedesse. Dici che il lamento trova più solidarietà e qualcuno si irrita al cospetto della felicità altrui? Io penso che è più facile trovare parole per confortare chi non sta bene semplicemente. Chi è felice, non ha bisogno di nulla, basta a se stesso, possiamo solo sorridere ed esser felici di rimando, ma non c'è bisogno alcuno di condividere, non c'è irritazione... Quanto a coltivare le virtù ( ma anche i vizi non mi dispiace), va bene, è giusto...ma sarebbe forse il caso di preoccuparci della massima di Confucio che dice:" NON CRUCCIATEVI SE LA GENTE NON VI CONOSCE,
MA SFORZATEVI DI FAR SI CHE POSSIATE ESSERE DEGNI DI FARVI CONOSCERE."
Con i nostri vizi, e con le nostre virtù...perchè siamo un connubio di entrambi.
Berlusconi e il G8 NO COMMENT!
Un abbraccio :-)))

Arnicamontana ha detto...

Rom: dopo che mi hai fatto venire il capogiro, ti dico che per farti perdonare sarebbe stata meglio, e di gran lunga, la faccina :-P

Giovanna: mmm...non sei d'accordo quasi su niente e quindi quasi su tutto (sembro Rom!!!). Penso che siano due cose diverse quelle di cui parliamo. Da una parte c'è chi si presenta in un modo, diremo con certe virtù, e poi non si dimostra realmnte così. Da lì scaturisce ( e lo capisco) delusione. Però io parlo della tendenza a trascurare alcune virtù per impegnarci invece a destarne altre che più si confacciano a noi. In questo caso preferisco non autoassolvermi.Sono due cose diverse, mi sembra.
Per quanto riguarda il lamento...Qua sono io a non essere d'accordo,intanto perché non è così automatico per me che "confortare chi non sta bene" sia più semplice. E soprattutto, anche qui, non parlo di chi non sta bene. Parlo del lamento generalizzato. E del fastido che talvolta provoca la fiducia. Parlo di gioire, come di chi sa gioire delle piccole cose e non aspira alla "felicità", non parlo di "gente felice che ha tutto e non ha bisogno di nulla". Conosci qualcuno che rientri in questa categoria?
Naturalmente non credo di essermi spiegata a dovere, ci ho provato.
Questa volta ci siamo fatte lo shampoo Giovà ;-)
Un abbraccio sfibrato

marina ha detto...

Secondo passaggio per stare al tema vero.
Io non ho voglia di cavillare tra "l'errore più grande" o "un semplice errore". La leggo come una fuga dal tema vero.
A mio avviso modestissimo quello che la Yourcenar ci dice è che spesso tentiamo di cambiare le persone intorno a noi, chiediamo loro di mostrare quel carattere (correlato di virtù) che vogliamo vedere in loro e non apprezziamo e non aiutiamo a mostrarsi le virtù che già hanno, dandole per scontate e togliendo loro valore.
Abbiamo magari un compagno sincero e disposto a sacrificarsi per il nostro nucleo familiare e prendiamo questo come un lascito spettatoci di diritto e ci incaponiamo a chiedergli di mostrarci altre virtù e le sollecitiamo; che so, lo vogliamo capace di impegno politico oppure di speciale cordialità verso gli sconosciuti...insomma lo vogliamo diverso e più simile a noi e alla nostra scala di valori.
Io leggo così quella citazione che, tra parentesi, ho scoperto di avere, a suo tempo, sottolineata, proprio come dici tu: come monito!
grazie per la TUA sottolineatura
marina

lodolite ha detto...

anch'io penso che il G8 sia una patacca colossale e aggiungo che il potere non è mai etico.
apro invece ad una riflessione che nasce dai tuoi PENSIERI VENTOSI.
le parole della Yourcenar mi rimandano ai tempi in cui svisceravo il conflittuale rapporto con mia madre: nessun riconoscimento per me, ma solo demeriti, mancanze rispetto alle sue aspettative.
oggi sono madre e credo che l'unica differenza con il modello materno sia la consapevolezza degli errori fatti. si direbbe che anche noi umani ci muoviamo sotto l'effetto di un imprinting.
riconoscere all'altro la propria specificità sembrerebbe una banale quanto sana soluzione, ma cozza con i vuoti e i danni accumulati durante il percorso della prima parte della vita.
bizzarra esternazione la mia, e quindi mi chiedo: la parole della Yourcenar hanno il potere di risuonare subito come Arte, mentre il vissuto personale appare solo come dolore?
ciao arnicamontana, i tuoi scritti mi piacciono sono leggeri e profondi insieme
simona

Arnicamontana ha detto...

Marina: Grazie del tuo ri-passaggio :-)
ecco, io ci vedo questo doppio rischio..."destare proprio quelle virtù che non possiede" può sottindere e cioè le NOSTRE. "Vorrei che tu fossi così perché io sono così".
E poi, come dici tu, dare per scontate e quindi svalorizzare le virtù che l'altro possiede.

Simona: intanto grazie per la tua riflessione...Io vivo come un monito appunto la parole della Yourcenar...Riconoscere all'altro la propria specificità implica che NOI non dobbiamo porci come modello, o come punto di partenza. Accanto alla tentazione di volere che gli altri si conformino a noi, già pericolosa di per sè, cammina l'altra mancanza: quella di non coltivare (e questo verbo, qua, mi piace particolarmente) le sue virtù! Quindi...attenzione! Ecco cosa mi dice la scrittrice. Il tuo interrogativo me lo tengo un pò a decantare e magari ci sarà occasione di tornare sull'argomento. Grazie ancora