17 giugno 2009

Riti

Giugno apri il pugno!!!”

Ecco come iniziava, da bambina, il mese che sanciva l’ingresso dell’estate. Dopo “Aprile non ti scoprire…Maggio vai adagio” finalmente…”Giugno apri il pugno”…che senso di liberazione solo a pensarlo!


La luce crescerà e le giornate si allungheranno ancora fino al solstizio…


Da bambina, giugno non prometteva solo la fine della scuola ma un fermento appassionante volto ai festeggiamenti del 24, giorno di San Giovanni. Nella zona della Sardegna dove sono nata e cresciuta, la tradizione popolare faceva coincidere la notte tra il 23 e il 24 col solstizio d’estate che veniva omaggiato, come ovunque, con riti pagani. Tra questi c’era il grande falò. La notte di San Giovanni nelle piccole piazze, ogni rione preparava i falò che servivano a suggellare delle vere e proprie amicizie o dei fidanzamenti, con la persona con cui saltavi mano nella mano diventavi comare o compare di fogarone.

Ed era un vincolo serio, degno di rispetto come o più di quelli familiari.


Accanto ai fuochi grandi, c’erano i piccoli falò di noi bambini. Per questo giugno vedeva il nostro fervente impegno nell’approvvigionamento di lentischio e cisto secchi, fieno, sterpaglie …


Documenti provenienti dai Sinodi testimoniano come nei secoli, e ben oltre il 1600, questi e altri riti pagani fossero fortemente osteggiati dalla Chiesa, e fiorivano divieti su qualsiasi forma di comparatico che non fosse il battesimo e la cresima. Ma per i ceti popolari la festa di San Giovanni era principalmente legata al ciclo solare e della fecondità, perciò i contadini hanno continuato per secoli a celebrare le loro feste e la Chiesa, nonostante le numerose e reiterate condanne di principio, non è mai stata in grado di modificarne o impedirne l’usanza.


Un altro rito pagano che mi piace molto di questa festa è la raccolta dell’iperico, con cui si prepara l’olio curativo e portentoso che tutti dovrebbero conoscere.

Secondo la tradizione popolare l’iperico raggiunge l’apice della sua essenza a mezzogiorno del 24 giugno, coglierlo in quel momento garantisce non solo il massimo utilizzo degli olii essenziali, ma è di buon auspicio. Qualche mazzetto veniva appeso alla testa del letto come simbolo beneaugurante.


Ho sempre raccolto l’iperico e preparato l’olio e i mazzetti da appendere, ma da qualche anno la sua fioritura è decisamente anticipata!

Anche i fuochi…non ha più senso farli dentro quelle che ormai sono diventate città e dove una scintilla provocherebbe uno sfacelo. In campagna si è passibili di multa perché dal 30 maggio è vietato bruciare… così la tradizione popolare va a farsi benedire!


Ma, egoisticamente, devo appuntarmi una nota piacevole che è questa: dopo essere andata per tutta la vita alla ricerca di questa piantina spontanea e miracolosa, quest’anno è venuta lei da me! E’ cresciuta nella mia campagna ed è già fiorita ….da maggio!

8 commenti:

Vincenzo Cucinotta ha detto...

Ci sono tante varietà di iperico, alcune di sicuro pregio ornamentale. Questa dell'olio di iperico devo confessare di non conoscerla: chissà poi di quale varietà di iperico si tratti!
Volevo poi aggiungere qualcosa sul rapporto tra chiesa cattolica e riti pagani. Secondo me, da tempo, la chiesa ha cambiato completamente atteggimento. Visto che non riusciva ad estirparli, ha deciso di assorbirli. In fondo, la religione cattolica ha moltissimi aspetti paganeggianti. L'aspetto più clamoroso l'ho però constatato quando andai in Brasile. Ho avuto l'opportunità di assistere a un candomble, che è un rito assolutamente pagano, anche molto suggestivo devo ammettere. Ebbene, i candomble vengono più che tollerati dalal chiesa cattolica, che ne ha fatto sostenzialmente una parte dei propri riti. Non importa in cosa consista la fede, purchè ufficialmente risulti che ho tantissimi adepti: potere, soltanto potere!

Angelo azzurro ha detto...

Da me non l'ho ancora vista fiorita, in compenso quest'anno ho visto tanta più malva fiorita. L'iperito in passato veniva considerata una pianta santa capace di allontanare i demoni, ecco perchè anche veniva appesa nelle case.
Peccato che queste belle tradizioni dei falò vadano a sparire! Fanno parte della nostra identità culturale e dovremmo tenerle ben vive!

guglielmo ha detto...

La notte di San Giovanni è la notte delle streghe e delle fattucchiere o, semplicemente, degli erboristi tradizionali -:) la raccolta delle erbe va fatta prima dell'alba con la mano sinistra -:))) Ciao

Arnicamontana ha detto...

Vincenzo: come di tutte le piante, immagino esistano diverse varietà anche dell'iperico ...L'unica che conosco io è l'hypericum perforatum, chiamata così perché le foglie sono appunto perforate, guardandole controluce si vede benissimo.

lodolite ha detto...

proprio due giorni fa a Pisciotta (salerno)ho raccolto l'iperico, la mia amica virginia lo usa per tingere le lane. E' stato un bel tuffo all'indietro dal sapore caldo e antico.
ciao simona

Lara ha detto...

Che bel post, Arnica!
La notte di S. Giovanni è una notte magica, si sentono vibrazioni diverse nell'aria, una energia particolare.
Mi piacciono molto i tuoi ricordi e la tua raccolta dell'iperico (come vorrei essere così brava anch'io!)
E se l'iperico è venuto a te, è sicuramente di buon auspicio.
Ti abbraccio cara Arnica!
Lara

progvolution ha detto...

rimango affascinato dalla visione panica dalla natura anche se rimane lontana dal mia "formazione"...
Sussurri obliqui

desaparecida ha detto...

ti ho letto e riletto più volte.
E la tua magia ha colorato anche me.

Un abbraccio :)