10 gennaio 2008

Pensieri saltellanti di un pomeriggio invernale

Mi piaceva scrivere, sempre, ovunque, di tutto.

Mi piaceva e lo facevo.

Scrivevo lunghe lettere, che qualche volta rimanevano senza risposta. Mi lamentavo continuamente che la gente non scriveva più!

Amavo tenere corrispondenze, mi curavo di cercare della carta da lettera che fosse bella, colorata, originale…Non sempre badavo al prezzo, quello che contava era riporre la massima cura in questa forma di comunicazione che, senza esitazione, avevo eletto a preferita.

Con l’avvento di Internet pensai che finalmente la gente avrebbe ripreso a scrivere. Una mail potevi scriverla, inviarla e saperla arrivata in tempo reale. In seguito ad accordo potevi addirittura avere la risposta in tempo reale. Meglio di così!!!

Io scrivevo, spesso affidavo alla letterina elettronica quella confidenza che solo le vecchie lettere scritte a mano sembravano contenere. Ebbi addirittura occasione, con l’ingresso del computer nelle case, di ritrovare vecchi amici, ai quali pure scrivevo. Mi guardavo intorno e tutti sembravano improvvisamente ansiosi di fornire i loro indirizzi, di essere rintracciabili.

L’euforia della posta elettronica, tuttavia, fu di breve durata. Ben presto il diversivo si trasformò anch’esso in sottrazione di tempo necessario pertuttoilresto.

E io ripresi a lamentarmi. Ma non demordevo.

Intanto riempivo di pensieri sparsi il mio moleskine, quasi quotidianamente. A volte mi vedevo come il personaggio di quel film noioso dove la protagonista, che balla da sola, affida pensieri bellissimi a dei foglietti di carta che poi bruciava o buttava via.

Ma io non buttavo via niente. Archivista-documentarista dei miei pensieri, custode instancabile di parole e impressioni.

I momenti di confronto a due, con qualcuno che non apparteneva al ristrettissimo gruppo di persone con cui potevo dirmi in intimità, mi risultava piacevole eppure spesso….come dire? Inappagante.

Perché poi subito, appena ne avevo l’occasione, scrivevo su quell’incontro, sulle cose dette e soprattutto su quelle taciute. Era come se preferissi continuare la conversazione in un salotto più comodo dove mi sentivo più a mio agio.

Ho questo ricordo di me per molti anni. Sono un pò stranetta,lo so...

Ora esistono i blog ed è bellissimo. Ho avuta la fortuna di fare degli incontri che mi fanno sentire più forte e che regalano sorrisi inaspettati alle mie giornate.

Oggi, mentre lavoravo in campagna, intenta a potare, raccogliere fogliame, pulire un’aiuola, con i fedelissimi cani al mio fianco, è di questo che mi sono sentita riconoscente.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ogni punto di questa riflessione è attenta e scrupolosa, ammiro molto le persone che riescono a dare linearità di particolari così come fa tu. Mi sento di condividere quasi ogni cosa di questa analisi, vorrei poter aggiungere una cosa se mi permetti: al di là della valenza di internet come mezzo di comunicazione in tempo reale, sono innamorata della grafia della gente, quei tratti mi commuovono quasi e capto molto di chi scrive solo ammirandoli. Ma se non ci fosse stato l'avvento di internet non avremmo potuto oltrepassare i nostri confini, le nostre conoscenze sarebbero rimaste circoscritte al paese natio, alla realtà lavorativa, senza possibilità di 'incontrare' gente in sintonia, così come ora che il magnetismo viaggia attraverso la rete...basta solo leggere ed ascoltare.
Ti abbraccio A.