15 ottobre 2012

di giorni staccati e di obiettivi



Capita di vivere dei periodi in cui i giorni si staccano dalla abituale quotidianità, trasformandoci in un istmo di noi stessi. Si staccano da terra quei giorni in cui non vorremmo alzarci, o farlo senza obblighi, e rimanere comodi come si sta davanti a se stessi, senza preoccuparsi di vestirsi per attestare normalità. Neanche di parlare, di sentire il mondo intorno, bello e brutto, di leggere o scrivere.
Questi periodi che si staccano da terra vivono benissimo di vita propria, a lasciarli agire camperebbero cent’anni.
In ogni caso stonano e stonati ci fanno sentire, non stiamo bene a terra e neanche staccati. Perché un equilibrio, anche minimo, si è rotto.
Forse i due lembi potrebbero riunirsi un giorno.
Forse si può ricreare un'altra armonia.

…Ebbene, bisognerebbe avere la ragionevolezza (parola ormai bandita dal mio vocabolario) di alzarsi al mattino sostenendo persuasi che sì, occorre porsi degli obiettivi; è semplicemente uno dei diversi modi con cui si può uscire da una situazione paralizzante…
Così ha detto una persona che si prende cura di me, che devo pormi degli obiettivi, meglio se piacevoli.
“Se è un compito o un esercizio da fare lo farò … che ci vuole?” mi son detta, volenterosa…
Abituata a programmare i lavori in campagna ho pensato che non poteva essere poi così difficile progettare delle cose e poi attivarsi per realizzarle!

Non è poi così difficile se, insieme alla ragionevolezza, non ti vengono a mancare le forze, se il dolore con cui respiri non ti zavorra a terra.
Non è difficile se riesci ad avere quel pizzico di solletico per la vita nuova. Se rimuginando di obiettivi non inciampi sull’importanza di dare e ricevere fiducia.
Perché per fabbricare obiettivi la fiducia serve, prima di tutto quella in se stessi, di conseguenza quella che riponiamo negli altri.

La parte razionale di me capisce bene l’importanza degli “obiettivi per la sopravvivenza”.
Ho deciso di provarci e qualcuno l’ho raggiunto, altri per niente…Perché si può anche fallire, per la vulnerabilità e la fragilità insite in ognuno di noi. E di questo occorre tenere conto.

Porsi obiettivi piacevoli…

Il prossimo, grande e ineludibile, che mi sono appuntata è:

Vermeer alle Scuderie del Quirinale.
Un giorno, da qui a gennaio, vorrei farmi questo regalo...
Perché non mi cambierà la vita, il mio dolore intanto starà nelle tasche, quello…anche se ti distrai per un attimo lo ritrovi sempre lì, fedelissimo, ad aspettarti.
E’ sicuro che non mi salverà la vita, ma vorrei ancora misurarmi con la meraviglia e lo stupore dell’Arte.

6 commenti:

giardigno65 ha detto...

un passo per volta

baldo ha detto...

Gordita, anch'io mi sono posto un obbiettivo piacevole, questo:
Definizione [modifica]
Un'equazione differenziale alle derivate parziali di ordine k ha la forma:[1]

dove k è un numero intero e la variabile x appartiene ad un sottoinsieme U aperto di Rn.
La funzione F:

è data, mentre la funzione u:

è l'incognita dell'equazione.
La soluzione di un'equazione differenziale alle derivate consiste nella ricerca delle funzioni u che soddisfano la definizione. Solitamente questo è possibile per quelle soluzioni che soddisfano determinate condizioni al contorno ausiliarie. Ad esempio, per ottenere l'unicità della soluzione si pongono spesso opportune condizioni per un qualche cammino della frontiera di U.
Solitamente non è possibile trovare la funzione incognita esplicita: ad eccezione di casi particolari, la ricerca della soluzione consiste nello studio dell'esistenza e delle proprietà che essa deve assumere.

...assodato che non trovo un cassonetto dell'indifferenziata disposto ad accogliermi, invidio te che vai a vedere i Vermi che ci sono nelle scuderie del quirinale.ma non ti basta vederli sul giornale ogni giorno, a cominciare da Giorgio?
ti dispenso dal volermi bene...

arnicamontana ha detto...

Baldo, grazie della risata di pancia...è arrivata in un momento opportuno. Vorrei poterti rispondere con la stessa simpatia, ti dirò solo che il tuo obiettivo è molto più incasinato dei miei e che bene te ne voglio lo stesso e anche tanto.
P.S.: i cassonetti dell'indifferenziata sono sempre troppo pieni, lascia perdere...
un abbraccio

guglielmo ha detto...

Obiettivi di vita ? Non si può fare una pausa caffè ? ciao

Giovanna ha detto...

" una persona che si prende cura di te..." E' bello sapere che c'è chi lo fa, è positivo e incoraggiante leggere che alcuni obiettivi li hai raggiunti. Per il resto capisco la tua fatica nel reagire a qualsiasi cosa, a qualsiasi stimolo. E' tanto più facile lasciarsi andare sopraffatti dai dolori dalle ansie dalle preoccupazioni, dall'assenza di speranza!

arnicamontana ha detto...

cara Giovanna, grazie. Te lo devo per la presenza, l'incoraggiamento e la comprensione che sempre mi mostri.
Solo...penso che lasciarsi andare non sia "più facile", ma che sia una dimensione in cui capita di venir risucchiati, quando ci si trova disarmati. Un bacio