2 luglio 2010

attrazione celeste

Qualche volta rileggere un libro finisce per essere un modo per ripercorrersi, per ritrovare le emozioni e i pensieri di quelli che eravamo, che siamo stati…Mi sento sempre indietro con i titoli che si impilano sui tavoli, un po’ perché come diceva Massimo Troisi “loro sono tanti a scrivere e io sono solo a leggere”, e un po’ perché mi lascio tentare dalle riletture.

Quest’anno ho riletto alcuni libri di Erri De Luca che, ci ho fatto caso solo ora, credo abbia sempre scritto libri sottili, mai un volumone.

E credo che questo non sia un caso.

E’ uno scrittore che seguo, mi piace il suo stile asciutto e poetico e spesso tenero. Narratore e poeta.

M piace che, studiando l’ebraico antico, faccia colazione con le Sacre scritture. Mi piace persino il suo viso scavato e le sue mani nodose che albero me lo fanno sembrare. Quest’idea mi sono costruita da molto tempo di lui. Un albero.

Poi, per una bellissima coincidenza, lo scorso aprile sono andata ad un incontro con lui nel giorno della festa del libro, un incontro dal titolo La forza delle parole…Tra le tante cose ha raccontato un episodio della Bibbia in cui il Titolare (così chiama Gesù) compie uno dei suoi miracoli ridando la vista ad un cieco. Il cieco come prima cosa vede gli uomini ed esclama “chissà che mi credevo…tanti alberi che camminano…”.

Credo che la scrittura di Erri De Luca vada all’essenza delle cose, con la semplicità e l’umiltà di chi si veste di silenzi solitari. Nel suo primo romanzo, Non ora non qui, racconta della sua infanzia e anche della sua balbuzie, e questo difetto patito penso gli abbia insegnato a ponderare, ad usare e non abusare le parole. Oltre che per esserne stato nauseato, come tutti forse.

Ci sono anche i silenzi nelle sue pagine, a me pare di sentirli.

L’estate scorsa l’ho visto in TV, in una tendopoli nell’Abruzzo martoriato, conversare intorno ad un verso di Marina Cvetaeva

Oltre l'attrazione terrestre esiste l'attrazione celeste

l’ho sentito spiegarla questa forza contraria a quella di gravità, quella che viene dal basso e si leva verso l’alto. La forza degli alberi, delle preghiere, delle montagne, delle maree…

Io ho anche pensato chissà perché la felicità tende verso l’alto e la tristezza verso il basso…

Se fossimo capaci di impararla questa forza che innalza!

Potremmo noi stessi elevarci al di sopra della nostra misera condizione, che ci fa vedere i limiti e quasi mai gli orizzonti estesi…

10 commenti:

Angelo azzurro ha detto...

Piace molto anche a me Erri De Luca. La sua pacatezza, il suo entrare con garbo, ma in profondità, nell'essenza dei sentimenti.L'ho visto da Fazio a maggio e ne ho apprezzato ancor più il profilo.
L'attrazione celeste non riesce a catturare tutti perchè, come primo passo, serve anche la volontà di farsi "catturare" da questa incredibile forza. E poi la ricerca e l'impegno. Ma che bello pensare di poter raggiungere la meta finale.

Anonimo ha detto...

Eccomi! finalmente!
E' sempre un piacere leggerti Arnica!
Ogni volta mi rendi capace di liberare la mia mente e la mia fantasia... bello!

Tua

Scricciola

rom ha detto...

Ma... come sarebbe a dire: alberi che camminano?! Scusa, ma il cieco non aveva mai toccato alberi? non aveva mai toccato esseri umani? la differenza la doveva aver già sentita, toccata, o era non solo cieco ma pure stupido?
E poi, scusa, che, solo gli alberi tendono verso l'alto? Perché, noi non cresciamo, verso l'alto per un sacco di anni? Anzi, noi siamo anche capaci di saltare, verso l'alto, capaci di staccarci dal contatto con la terra - oplà, e per qualche attimo siamo in cielo, a mezzo metro, a un metro di altezza, ma cielo è, basso, rasoterra ma cielo: tu hai mai visto un albero staccarsi da terra? quelli ci stanno abbarbicati, affondati nella terra con le loro radici - mi sa che sono un poco fifoni, del cielo, altroche.
Alberi che camminano! Certe sciocchezze mi fanno inalberare.
:-)

guglielmo ha detto...

Ho ascoltato De Luca a Gubbio l'anno scorso in ferie e l'ho visto per strada con quella sua andatura un po' barcollante e la figura dinoccolata. In TV poi con le interviste della Berardi.
Devo dire che quando parla mi convince di più di quando scrive, sarà una mia prevenzione...
E' fuor di dubbio che conta una sua coerenza prima di vita e poi di scrittura, una sua maledetta ossessione e cos'è la scrittura se non il tentativo di esprimersi nella propria verità? E lavoriamo sempre per "approssimazioni", cerchiamo sempre di arrivare a dire quel che "sentiamo" indistintamente...
ciao

amatamari© ha detto...

A volte è guardando all'infinito che scopriamo l'infinito che è dentro di noi.
Grazie per questo tuo post, per il cielo ed il mare ed il desiderio di allargare il respiro...
:-)

Arnicamontana ha detto...

Angelo: sì, la sua pacatezza e il suo garbo, due qualità che mi attirano come calamite!

Scricciola bella: grazie del tuo commento e della tua visita :-))) un abbraccio solenne

Rom: ti giuro...quando ho scritto che me lo figuravo albero ho pensato subito a te...lo sapevo che ti saresti "inalberato" ahahah...mi hai fatta sorridere tanto

Guglielmo: non è così comune la coerenza di ciò che si dice con quello che si scrive, in Erri De Luca la puoi toccare questa linearità

Amatamari: grazie a te di essere tornata...è bello :-)

Emilia ha detto...

Piace anche a me De Luca che leggo sempre volentieri per quello stile poetico come dici tu e asciutto, senza fronzoli che va all'essenziale.

Anche a me piace rileggere i libri, ma a volte mi lascio prendere dal desiderio di conoscere autori nuovi. Oggi penso che sia sbagliato. La lettura deve essere lente e ripetuta, meglio meno libri, ma che ti entrano dentro e dialogano con te che tanti di cui alla fine ricordi poco o ninente.
grazie, carissima
Giulia

Giovanna ha detto...

Eccomi cara! :-) Ma sai che io invece non ho mai letto un suo libro? Ho però stampata una sua poesia " considero valore"!A parte i commenti di Rom che sai bene mi fanno sempre divertire quando si parla di natura poi( indifferente ), ancor di più! "Attrazione celeste...Io ho anche pensato chissà perché la felicità tende verso l’alto e la tristezza verso il basso…" , ho fermato la mia attenzione su questo capoverso ed ho pensato che...la tristezza va verso il basso e mette radici che difficlmente vengono sradicate mentre la felicità...va verso l'alto...e si disperde presto...che pensieri strani!
Un abbraccio profondo come le radici e liberatorio, come i rami che si spingono su...sempre più su...

giardigno65 ha detto...

osservare i limiti ci rassicura

marina ha detto...

è proprio come dici tu: la tristezza ci piega, ci prostra, ci dà la voglia di metterci in terra raggomitolati
marina, che spera di rialzarsi presto