Lampione ama attraversare le strisce pedonali.
Tutti abbiamo dei tic, delle manie, lui ha questa. Così capita spesso, ai semafori, negli incroci importanti, di vederlo passare su quelle strisce come se ogni volta fosse una prova da superare, una conquista da portare a casa alla fine della giornata. Lampione lo chiamano, per via della figura alta e snella che a me fa pensare tanto a una betulla. Lui e il suo sacchetto di plastica che chissà cosa contiene. Niente di pesante, si capisce, magari le chiavi di casa, un fazzoletto di stoffa, stirato e piegato….Leggero lui, leggero il sacchetto. Inseparabili e indistinguibili, lui e la sua busta, di quelle che fanno un rumore fastidioso appena le sfiori.
Io lo incontro soprattutto in un tratto di strada orribile che sono costretta a percorrere per andare al lavoro. Strade larghe di insegne e cartelloni da zona industriale. Strade dove si trova il concentrato dell’aggressività umana. Dove tutti si sentono autorizzati a sopraffare e ingiuriare e scaricare la propria dose di rabbia, prima di rinchiudersi ciascuno nei propri mestieri. Quando lo incontro lì, Lampione, mi pare che svolga un ruolo fondamentale, quello di riportare gli animi alla ragionevolezza. Lui attraversa quasi assorto, sicuro del diritto garantito da quelle strisce.
Lì si sente al sicuro, le strisce sono ordine e regola. Attraversa e torna indietro, sulle stesse strisce, passa e ringrazia, fa un cenno col capo e sorride agli automobilisti costretti alla sosta. Sembra costringerli al respiro profondo, quello che ti libera dall’ansia.
Poi prosegue per chissà dove.
Pian piano le nuove leggi urbanistiche, nel rispetto delle norme per il risparmio energetico e per la qualità dell’ambiente, rendono i semafori un ricordo, le rotatorie ormai li stanno soppiantando un po’ ovunque. Ma le strisce, mi dico rassicurata, resteranno.
Lampione avrà sempre le sue parallele bianche di conferma.
8 commenti:
lampione forever
Che strano questo racconto...lo leggevo sorridendo. Mi fa pensare a quante persone popolino le nostre vite inconsapevolmente...suscitando in noi mille pensieri...Io incontro spesso un vecchietto letteralmente curvo...piegato in due che cammina poggiandosi su un bastone curvo quasi quanto lui. Ai lati, e dietro lui...zampettano dei cani...a volte persino cinque...quasi come volessero liberare la strada per consentirgli di passare più agevolmente. Chissà qual'è la sua storia, qualcuno mi ha detto che è ricco ma lui preferisce vivere così...e chissà che non abbia ragione lui!Lampione avrà le sue parallele bianche...questo vecchietto avrà i suoi cani!
Un abbraccio!
mi incuriosisce questo Lampione.. davvero un personaggio simpatico !
mi sembra di vederlo questo innocuo e gentile signore...quante vite sconosciute che riescono a toccarci comunque, brava.
ciao simona
"...Lui e il suo sacchetto di plastica che chissà cosa contiene. Niente di pesante, si capisce, magari le chiavi di casa, un fazzoletto di stoffa, stirato e piegato…."
Anch'io vorrei fare un'ipotesi. Certo, vale meno, non lo ho mai visto, l'ho solo immaginato leggendo le tue parole.
L'ipotesi è questa: c'è una grossa lampadina.
Ora provo a immaginare se è funzionante, oppure fulminata.
Non mi viene. Forse non voglio che mi venga "fulminata".
Comunque, mettiamo che nel sacchetto abbia davvero una lampadina, e che sia funzionante.
Ecco: allora immagino Arnica fermarsi alle strisce pedonali, scendere dalla macchina, avvicinarsi a Lampione che le sorride, apre il suo sacchetto e le porge la lampadina dicendo: "Finalmente!".
Arnica sistema la lampadina al posto giusto. Non sappiamo se Lampione, a lampadina sistemata, attraverserà le strisce pedonali avanti e indietro anche di notte, oppure eserciterà il suo diritto d'esistenza correndo meno pericoli.
Sappiamo solo che Arnica, tornando a casa, quel giorno troverà nel suo giardino una betulla che prima non c'era.
L'attenzioni che dimostri per i particolari, per le persone nella loro individualità è staroridnaria. Il signor Lampione è sucito dall'anonimato per diventare qualcuno anche nelle nostre menti. E' così che sempre dovremmo guardare il modno
Un abbraccio
Più conosco i "sani" più adoro i "matti".
I "matti" sanno tutto, sanno anche le cose che noi non vogliamo vedere.
E sono in contatto con l'origine lontana delle cose, quella che noi spesso dimentichiamo mentre ci mandiamo a quel paese a vicenda.
Imparare dai "matti" significa avere un atteggiamento ecologico verso la nostra mente, averne troppa paura significa che abbiamo tagliato qualche radice di troppo nel nostro giardino interiore.
Giorgio
Ehiii Angela...hai letto sull'home di Tiscali la lettera della Busi? FANTASTICA!!! Forse...qualcosa inizia a muoversi..iniziamo a ribellarci !
Posta un commento