4 settembre 2008

solitudini


Non è perché sono sola

E le decisioni pesano tutte su di me

Non è perché col mio innato bisogno di condivisione

e di confronto

Non so più dove guardare, che direzione imprimere al mio sguardo

La solitudine la si deve conoscere

Non è una cosa che nasce con te

La devi indossare, sentire come una doppia pelle,

come una coperta che non riscalda mai

Devi amarla e detestarla


A volte veste i giorni d’attesa

Qualche volta ti ci puoi pericolosamente affezionare

Qualche volta sperare che non sia per sempre.

Ecco, così si capisce la solitudine come condizione di vita

A volte càpita, come un’influenza

A volte la si sceglie

E non è perche sono sola

Come un’isola nell’isola

Che faccio del mio gatto un figlio.

Non è perché sono sola

No, davvero, non è per questo che sto al riparo dal rumore

e dall’affanno della vita là fuori

Non ho urgenza di riempire silenzi e spazi vuoti

A tutti i costi.

Anche chi ha un suo focolare si sente solo

a volte

Anche il limone ha la tristezza tra le sue patologie

e se gli pianti accanto un suo simile

Esplode di gratitudine con i suoi frutti

Solo l’indifferenza o il disprezzo

per ciò che intorno è vivo e palpita

o, nell'indifferenza e disprezzo, muore

può rendere veramente sola una persona

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao A', non, non ci conosciamo. Diciamo che ho scoperto il tuo blog per puro caso, conoscevo da molti anni i tuoi disegni e semplicemente ho riconosciuto il tratto. Ecco, sono stati i tuoi disegni a portarmi a te! Io non ho un blog, non ho la pazienza di curare uno spazio così. Ma se ci fosse un indirizzo di posta elettronica nel tuo blog ti scriverei e tispiegherei come ho saputo dove hai trascorso le vacanze. Queste tue righe mi hanno colpito molto, veramente. Ciao Lunastorta

Anonimo ha detto...

Solitudine come una seconda pelle! Che coincidenza! Stamattina parlavo con mia cugina e le dicevo che scopro, ogni giorno di più, come sto diventando un essere solitario, selvatico quasi! Ricerco la solitudine e trovo che mi calzi a pennello. Un sarto, miglior lavoro, non saprebbe farlo. Non ho mai avuto bisogno di tanta gente attorno a me, a voci dissonanti e troppo alte, preferisco il silenzio, e in quest'ultimo mese, per me complicato, non ho voluto neanche sentir musica...solo la voce del silenzio. La solitudine mi attrae e mi respinge nel contempo...perchè sò, che se ascolto troppo il suo richiamo, rischio di non voler più nessuno accanto a me, e questo, credo non sia un bene...nessuno dovrebbe mai star da solo! Un abbraccio cara A! Giovanna

Anonimo ha detto...

Ehi....pssstttt... vieni a leggere il mio post? Sto cercando VANAMENTE di innescare un effetto domino, ma in tema col tuo post, mi sento abbastanza in solitudine! :-)Si chiede SOLO di diffondere la notizia, non di condividerla...al limite :-)Boh...il numero dei miei anni, è inversamente proporzionale alla mia capacità di comprendere da chi siamo circondati...!A me sembra importante, ma ho la sensazione che se avessi scritto che c'era da salvare un gatto, di far circolare la notizia, lo avrebbero fatto più volentieri :-) CON TUTTO IL RISPETTO PER IL GATTO EH? :-) Giovanna....LA GABBIA :-)UN abbraccio