22 settembre 2008

Partecipazione



[Caspar.David Friedrich: “Donna alla finestra”,1822]

La bellissima e appassionata pagina di Roberto Saviano su la Repubblica di oggi, dovrebbe girare di casa in casa, di mano in mano, dovrebbe rompere vetri di finestre chiuse, dovrebbe accendere luci...Mi ha fatto riflettere, questa lettera, mi ha fatto indignare, e mi ha trovata sempre più solidale l’accorato appello alla partecipazione. E contemporaneamente mi ha fatto venire in mente i bellissimi versi del teologo tedesco Martin Niemöller (e spesso erroneamente attribuiti a Bertold Brecht)

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perchè non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me

e non c'era rimasto nessuno a protestare.


Ci lascia indifferenti ciò che non ci riguarda direttamente, ciò che pensiamo (in base a chissà quali certezze) a noi non accadrà mai…

E a volte ci lascia indifferenti anche ciò che passa sulla nostra pelle...


Saviano lancia un grido:

Davvero vi basta credere che nulla di ciò che accade dipende dal vostro impegno o dalla vostra indignazione? Che in fondo tutti hanno di che campare e quindi tanto vale vivere la propria vita quotidiana e nient'altro. Vi bastano queste risposte per farvi andare avanti? Vi basta dire "non faccio niente di male, sono una persona onesta" per farvi sentire innocenti?

E giro e mi rigiro la sua domanda

Quanto della cultura della partecipazione sopravvive nei nostri piccoli gesti quotidiani?

Quanti alibi siamo capaci di crearci?

Quanti e quali nomi riusciamo a dare alla cruda indifferenza?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Come hai ragione! Sai, senza aver letto questo tuo post, in un mio commento di stamattina, dicevo che il mio post sulla morte, oltre che essere un gesto in qualche maniera provocatorio, visti i temi di cui trattiamo in genere in questo spazio, è anche una maniera di dire che sono morte tante cose, e ne elenco un paio....tra cui proprio la partecipazione, vista l'assenza totale di essa anche nel caso di Carlo Ruta, tanto per citare un esempio!Sono troppo realista per non rendemi conto che i privilegi di cui godo oggi, domani potrebbero non esserci più, e per questo che non sono nè sarà mai indifferente a ciò che mi ruota intorno!E per questo che nel mio piccolo vorrò far sentire la mia voce e il mio impegno!Con gente come voi, al fianco, a sostenerni, spronarmi, e a cui infondere la medesima forza !
Copierò la bellissima poesia di Martin Niemöller e la trascriverò nel blog di Sergio..... E' BELLISSIMA... un abbraccio Giovanna

Anonimo ha detto...

Vedo che l'abbiamo apprezzata in tanti. Ci volgiono persone come lui che là dove sono vivano fino in fondo i propri ideali. Abbiamo bisogno prima di tutto di credere in noi stessi, Giulia

Anonimo ha detto...

Beh, credo che l'indifferenza vada di pari passo con la riuscita di questi atti di razzismo assoluto, che non sanno niente della persona come individuo singolo, ma si basano su idee per categoria e luoghi comuni. Anch'io disprezzo chi fa del male, chi uccida, commette violenza, ecc., ma di queste persone mi vorrei liberare...Un saluto cara!